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VAUDE dice “Basta” alla microplastica nel mare

di - 29/03/2019

VAUDE ha presentato per la prima volta prodotti realizzati in un tessuto pile con fibre biodegradabili sul lato interno. Come precursore di sostenibilità ambientale, VAUDE ha sviluppato questo tessuto in collaborazione con l’azienda tessile italiana Pontetorto. La giacca elasticizzata VAUDE Miskanti, per gli sport di montagna, è stata realizzata in pile TENCEL®. Oltre 40 anni dopo l’introduzione dei tessuti pile nel mercato dell’abbigliamento outdoor, VAUDE propone per la prima volta una soluzione per il problema della microplastica durante il lavaggio.

Il TENCEL® è un’innovazione ecologica in campo tessile premiata con l’ Eco Performance Award alla fiera Performance Days di Monaco nel 2017. Si tratta del primo tessuto pile il cui floccato sul lato interno non rilascia alcuna microplastica pericolosa, proteggendo in questo modo le acque e gli esseri viventi da questo pericolo. La particolarità risiede nella struttura: sul lato esterno liscio si utilizza poliestere (riciclato) al 100%, mentre all’interno, il lato spazzolato del tessuto in maglia è realizzato in TENCEL ®, una fibra ricavata dalla cellulosa del legnodell’azienda austriaca Lenzing. Questa fibra è biodegradabile, persino nell’acqua di mare! Percui se, sul lato spazzolato, il materiale espelle minuscole particelle di TENCEL ® durante il lavaggio, queste particelle si decompongono in ogni ambiente in circa 90 giorni, senza lasciare residui e senza mettere in pericolo gli esseri viventi.

Il tessuto coniuga tutti i vantaggi di un’alta funzionalità con il desiderio di proteggere l’ambiente, poiché la fibra TENCEL ® è nota come una fibra funzionale naturale ed ha eccellenti proprietà, che regolano la temperatura corporea trasportando all’esterno l’umidità. È decisamente piacevole sulla pelle e può essere indossata senza problemi anche dalle persone allergiche.

Antje von Dewitz, Ceo di VAUDE, illustra così questo sviluppo ecologico: «L’inquinamento causato dalla plastica è una minaccia pressante e globale per l’ambiente con conseguenze drammatiche e prevedibili per gli oceani. Insieme ai nostri partner dell’industria tessile desideriamo contribuire alla soluzione di questo problema e siamo particolarmente lieti di poter utilizzare ora, per la prima volta, un tessuto pile biodegradabile. Nei prossimi anni continueremo con una ricerca serrata, nell’intento di evitare la microplastica nell’ambiente».
La microplastica negli oceani:
Le particelle di microplastica dalle più svariate fonti sono dannose per l’ambiente, raggiungono le acque di fiumi, laghi e mari e si accumulano negli abitanti marini che finiscono poi sulla nostra tavola. La dannosa microplastica entra così anche nel corpo umano. Per ridurre questo inquinamento bisogna evitare i rifiuti in plastica. A causare l’inquinamento non sono solo le buste e le bottiglie ma anche i capi d’abbigliamento in fibre sintetiche. Durante il lavaggio, infatti, questi capi (ad esempio le maglie in pile) rilasciano particelle di microplastica dal lato interno spazzolato. Queste particelle hanno un diametro di meno di 5 mm e, essendo filtrate solo in parte dagli attuali impianti di depurazione, vengono immesse nell’ambiente.

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.