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Come va la Lapierre ProRace SAT 929

di - 15/11/2019

Lapierre ProRace SAT 929 test - bici

Lapierre ProRace SAT, una front versatile e trasversale, efficiente su diversi terreni. Il concetto SAT, una soluzione ripresa dalla piattaforma road endurance. Abbiamo provato la versione 929 Ultimate 2019.

Il cuore della bici e del frame risiede al di sotto del nodo sella.

Noi abbiamo testato la versione con allestimento 2019. La bicicletta subisce delle variazioni in merito alla componentistica e alle colorazioni. L’immagine qui sotto si riferisce  alla nuova versione 9.9 LTD 2020 (che prende il posto della  versione Ultimate), una bicicletta proposta al prezzo di 6299 euro.

Lapierre SAT (shock absorbtion technology)

La piattaforma SAT ha l’obiettivo di far collimare comfort, controllo e stabilità ma anche una grande trazione della ruota posteriore. Nessun sacrificio in termini di peso. Altro spunto di questa Lapierre Prorace è la condivisione della soluzione SAT con le biciclette road Pulsium del segmento Lapierre Endurance.

SAT si riferisce all’inserimento di una sorta di anello/elastomero nella porzione alta e centrale del frame, oltre ad una applicazione delle pezze di carbonio con orientamento ottimizzato, il tutto per garantire robustezza al telaio e grande potere di dissipare le vibrazioni provenienti dal basso. Dissipare, non bloccare, per rendere la bici stabile e in grado di adattarsi al terreno, con trazione e comodità ottimali.

Lapierre ProRace SAT 929 test - 01

Comfort e performance a braccetto

Si parla tanto di comfort e di quanto vada a favore della performance anche in campo agonistico. Le geometrie della bicicletta e la capacità di gestire gli pneumatici, la capacità del biker di personalizzare la forcella, in ambito xc e xco, ricoprono un ruolo fondamentale. La SAT 929 Ultimate va oltre, perché grazie alla sua stabilità e trazione, permette di bypassare alcuni difetti di guida ed indecisioni dell’atleta al di la del setting ottimale, per non parlare di un feeling immediato fin dalla prima uscita.

Lapierre ProRace si basa su un telaio full carbon dotato della tecnologia SAT ( Shock Absorbtion Technology).  Dal fronte al retro, potremmo dividere la Lapierre in due sezioni ben distinte tra loro: l’avantreno, più muscoloso e voluminoso, dalle linee marcate e decise, con la tubazione orizzontale che trova l’inclinazione negativa verso la zona dello sterzo, dettaglio efficace e bello da vedere.

La sezione centrale e il posteriore con i profilati maggiormente sfinati, il piccolo triangolo vicino al nodo sella (dove è posto il fulcro del progetto SAT) e gli stays obliqui curvati. Davanti e dietro si è deciso di adottare la soluzione Boost, per sfruttare a pieno la componentistica, ruote con canale largo, gomme dalla sezione ampia, forcelle Boost.

Una componentistica da coppa del mondo, grazie alla trasmissione Eagle, Fox 32 SC Kashima e ruote Lapierre XC con cerchio in carbonio.

Scheda tecnica

TELAIO: Prorace  29er SAT full carbon Ultimate Boost

FORCELLA: Fox SC 100mm Kashima

GUARNITURA: Sram XX1 32t

CAMBIO: Sram Eagle Gold Edition 12v

COMANDI: Sram

PACCO PIGNONI: Sram Eagle 10/50

FRENI: Sram Ultimate 180/160 mm

RUOTE: Lapierre XC Carbon

COPERTURE: Maxxis Ardent 29×2,25 e Ikon 29×2,20, 60Tpi EXO

ATTACCO MANUBRIO: Lapierre alluminio 70mm

PIEGA: FSA SL-K full carbon 740mm

REGGISELLA: Lapierre carbon 27,2 mm

SELLA: Fi’zi:k Tundra M5

TAGLIE PESO RILEVATO TG.M: kg 9,2 senza pedali

PREZZO: 5499 euro

Le nostre conclusioni

La Lapierre ProRace SAT 929 Ultimate strizza l’occhio alle prove lunghe, che siano marathon ma anche xc con tracciato tecnico ed impegnativo. In queste competizioni il risparmio di energie può essere vantaggioso. Questa mtb non è una full ma opportunamente equipaggiata non ha paura di percorsi con drop e passaggi stretti, cambi di pendenza frequenti dove stabilità e trazione giocano un ruolo davvero importante.

Un compromesso ottimale. Questa bici e la tecnica che propone diventano la soluzione ottimale per molti che desiderano una full ma non sono disposti a sacrificare peso e prestazioni di una front.

L’assetto in sella. La taglia media ha un angolo del piantone inclinato a 73°. Questo è un valore che presuppone una guida aggressiva ma non estremizzata e piuttosto caricata sulla linea centrale del telaio. Un’impostazione del genere permette di scaricare parte del peso e della pedalata verso il retro. Di questo ne beneficiano il pilota e il grip della ruota posteriore.

Lapierre ProRace SAT 929 test - 02

Finiture e grafiche top. La ProRace è ben fatta, curata e ricca di dettagli di pregio. Ci sono piaciute le asole d’ingresso nella parte alta della tubazione obliqua, che offrono l’inserimento diretto di guaine e fili, azzerando i rischi di strozzature. Il movimento centrale da 92 mm di larghezza ha i suoi vantaggi in termini di rigidità della stessa sezione del frame. La vite che sostiene il forcellino del cambio è sottile ma rimane ben protetta; grazie al design e ad un perno passante che funge da accoppiante una volta in battuta.

Le grafiche della bici test sono da vera  “World Cup Ready”.

In salita non aspettatevi una bicicletta molle, tutt’altro questa è una bici che spinge e invita a farlo, supportata da un buon equilibrio, dall’avantreno al retrotreno. Non è una mtb prepotente e rende al meglio sulle progressioni. Le ruote in dotazione sono belle e con una raggiatura morbida.

In discesa si guida bene, non è nervosa sulla piega manubrio (non vibra e non chiude in sottosterzo) e permette di correggere le traiettorie senza grosse difficoltà. Ci ha colpito positivamente la stabilità espressa negli ingressi in curva senza decelerare in modo brusco, aspetto più rivolto ai mezzi xc puri, che non alle bici marathon.

Comfort e stabilità sono ottimali e parliamo di una bici da gara, la bici è comoda e non è una poltrona. E la stabilità? Un altro punto di forza pensando alle lunghe distanze.

ABBIGLIAMENTO

Nalini

CASCO E OCCHIALI

Bollé Furo Mips/Bollé Shifter

SCARPE

Shimano RC9

A cura della redazione tecnica, in azione Carlo Bracco e foto di Andrea Faré

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Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.