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2021, nella speranza di un anno buono, migliore

di - 30/12/2020

Si chiude il 2020. Termina un anno duro, difficile, impegnativo soprattutto per la testa e il morale, ma anche fisicamente siamo stati messi alla prova! Viviamo nella speranza di un 2021 migliore, per tutto e per tutti. Un pò di normalità, le nostre gare in bici e gli eventi dove ci possiamo incontrare, senza restrizioni eccessive e con quella voglia di guardarsi in faccia! Però, dobbiamo anche essere coscienti che nulla sarà più come prima.

2021 e quella speranza di normalità

Ognuno di noi è stato in qualche modo colpito in questo 2020. Chi fisicamente, chi lo è stato con la perdita di un proprio caro, con le difficoltà lavorative e con le problematiche della quotidianità: lo smart-working e assecondare le esigenze dei bambini, per esempio. E questo non dobbiamo dimenticarlo, anzi! A volte, anche se lo merita, contiamo fino a 1001 prima di mandare “affareinculo” qualcuno, perché non sappiamo, non siamo al corrente di cosa stà vivendo questo individuo. Ci dispiace essere così diretti, ma a volte il “terra-terra” fa capire meglio le cose e il pensiero che si vuole trasmettere.

Ognuno di noi però, ha subito la cosa peggiore che puoi fare a un essere umano, a uno sportivo, a un ciclista! Togliere le certezze e stravolgere quelle abitudini con le quali conviviamo. Sperare in un 2021 che faccia tornare anche queste piccole cose non è roba da poco.

I problemi non spariranno con uno schiocco delle dita

Con un briciolo di coerenza è da stupidi pensare che da domani tutto sarà come prima, come se nulla fosse accaduto. Via le mascherine, via i gel per disinfettarsi le mani e tornare a stringersi, ad abbracciarsi come ai vecchi tempi (non è passato neppure un anno). Cosa abbiamo imparato da questi 10 mesi? Riflettiamo e facciamo la conta.

Si vive una volta sola?

Ah si? E chi l’ha detto! E anche se fosse realmente vero, devo vivere per forza in modo maleducato e poco rispettoso? Devo fare di tutto per disintegrarmi incurante di chi mi aspetta a casa? E’ questa la normalità-o-é-solo una scusa da egoisti. Tutti in giro in bici fianco a fianco, in due , tre e quattro ad occupare un’intera carreggiata, per poi mandare a cagare la nonnina che ci strombazza il clacson. Tornare a frantumarsi le milze giù da un cavatappi per poi dare la colpa al travel della forcella. Vivere, raccontare e farsi delle grasse risate senza pensare a chi abbiamo fatto penare per noi. Ah, la normalità.

Si vede la luce

Mai adagio fu più attuale, perché immaginiamo il 2021 come “la luce in fondo al tunnel”. Noi pummarola pro (tutti, nessuno escluso e di tutte le categorie, stradisti, biker, enduristi, perché il pummarola pro è racchiuso in ognuno di noi, perché siamo disposti a togliere il tempo alla famiglia, al lavoro e alle amicizie pur di andare in bici), non possiamo pensare che a febbraio torneremo all’interno di una griglia, alla partenza di una gara o di una granfondo, come se nulla fosse accaduto. È difficile, se non impossibile, immaginare “un 2021 normale”: probabilmente dovremo convivere con alcune restrizioni e libertà limitate. Probabilmente non potremo più salire sull’impianto di risalita in tre, uno al fianco dell’altro e con gli addominali che fanno male a causa del divertimento. Dovremo imparare a rispettare il pensiero di tutti, il comportamento e il modo di agire, perché ognuno di noi ha vissuto e porterà con se le cicatrici di questo incredibile periodo storico.

Foto di Fabio Filippini

Cosa ci lascia il 2020

Abbiamo imparato cos’é un DPCM! Wow. Ci siamo resi conto che esistono regole, norme e normative e ci siamo resi conto per davvero che, i primi a non rispettarle sono quelli che le mettono nero su bianco. Il 2020 ha stravolto tutto; e rimaniamo nell’ambito della bici. Si fanno le gare su Zwift e le stesse organizzazioni degli eventi si sono attrezzate per essere presenti su questa piattaforma di ciclismo virtuale. Questo ci porta a pensare che cambierà anche il modo di organizzare, cercare e ricercare sponsor, il modo di promuovere l’evento stesso. Il 2020 ha cambiato completamente il modo di allenarsi e di andare in bicicletta. Tantissimi si sono avvicinati al mondo del virtual cycling, altri che già lo conoscevano hanno trovato delle conferme. Buona parte dei ciclisti, in assenza di gare, hanno scoperto l’ultracycling e la loro capacità di abbattere le “colonne d’Ercole”, ovvero i muri dei 200 e dei 300 km per uscita (anche oltre). Cambia tutto e il bagaglio che ci portiamo dietro è enorme!

Si mah! Quanto costa fare sport

Il 2020, per come l’abbiamo vissuto, cambierà in modo definitivo il modo di leggere ed interpretare la nostra passione, (probabilmente) nel bene e nel male. Ci sarà una dose di “invasamento” esponenziale, ma ci sarà anche chi ha abbandonato la bici. Per molti la mancanza di obiettivi, l’assenza di stimoli concreti e una sorta di appiattimento sono stati il motivo per smettere con la bici. Un mondo della bici sempre più costoso! “Smetto con la bici perché costa troppo”, una frase che iniziamo a sentire con frequenza. Anche queste scelte andranno capite, assecondate e rispettate.

 

2021, nella speranza di un anno buono, miglioreCi vediamo nel 2021

Un augurio, la speranza e la fiducia che non possono mancare ai ciclisti, di qualsiasi genere, specie e modello. La voglia di migliorare e la volontà di potere essere d’aiuto in qualche modo e questo vale soprattutto per noi che cerchiamo di offrire delle informazioni, degli spunti e degli approfondimenti. Ci vediamo nel 2021, quindi, ci incontreremo nei prossimi giorni, con o senza mascherina, con le scarpe da ginnastica o con i piedi agganciati ai pedali, su una gravel, oppure su una MTB o su una bici da strada! Su una eBike? Può essere.

Ma, lasciateci scrivere, con molta umiltà e con “quell’essere normali”, perché siamo individui che vivono nell’assoluta normalità:” speriamo che un anno così di merda non si verifichi più”. Scusate per alcune parole poco ortodosse, ma il 2020 merita anche questo!

a cura dello staff 4bicycle, immagini Matteo Malaspina, redazione tecnica e Cristiano Guarco.

4actionsport.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.