Per raccontare la gara di Pietro Riva sui 10000 dei Mondiali Juniores di Bydgoszcz in Polonia partiamo dalle polemiche che si stanno scaricando sulla Fidal in relazione alle qualificazioni per i Giochi di Rio: chi dice che chi ha fatto il minimo, anche in mesi lontani, ha comunque diritto di andare e chi invece afferma che dovrebbero competere solo coloro che hanno effettive possibilità di vincere una medaglia (senza lo sfortunatissimo Tamberi e il contestatissimo Schwazer, le chance sono un po’ pochine…) o eventualmente la finale. La verità, come sempre dimenticata dai social, sta nel mezzo: ha diritto ad andare chi è in condizione e ha i requisiti, ma nel grande evento deve dimostrare di poter dare quel qualcosa in più, che poi solo i risultati diranno a che cosa equivale.

La storia di Pietro Riva rispecchia fedelmente questi canoni: nei 10000 della prima giornata della rassegna iridata il campione azzurro si presentava da titolare della corona europea,ma senza molte chance di ottenere una medaglia al cospetto di giovanissimi africani che vanno già molto più forte anche dei migliori assoluti italiani (e non solo…). Eppure Riva è stato autore di una prova maiuscola, di carattere, mettendoci per l’appunto quel qualcosa in più: ha avuto l’accortezza di capire che gli africani andavano molto forte (primo km in 2’52”), ha lasciato andare i tre fuggitivi (i kenyani Rodgers Chumo Kwemoi e Jacob Kiplimo e l’eritreo Aron Kifle, gente che abbiamo imparato a conoscere anche nei cross dello Iaaf Permit d’inverno) e anche il gruppetto degli inseguitori, non si è spaventato del fatto di ritrovarsi solo ma ha proceduto sul suo ritmo sostenuto pensando man mano di recuperare posizioni. E questo è avvenuto nella seconda metà gara, vedendo gli africani lontani a lottare per le medaglie ma inseguendo il suo obiettivo, colto in pieno con la decima piazza finale e il personale di 29’25”09 che abbassa il suo precedente record di 35 secondi e gli vale la sesta prestazione italiana all time di categoria e la riconferma di essere il migliore europeo sulla distanza. La vittoria va a Kwemoi che con un giro finale da 57” conquista l’oro a suon di record della manifestazione in un notevolissimo 27’25”23 davanti a Kifle al record nazionale in 27’26”20 e a Kiplimo al PB in 27’26”68. Certo, due minuti di differenza fra il vincitore e l’azzurro sono un dato che deve far riflettere, ma senza imputare nulla a Riva che ha fatto il suo e molto di più, è la dimostrazione che il solco scavato nel mezzofondo è profondissimo e difficilmente colmabile.
