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A tu per tu con Giovanna Epis

di - 27/03/2023

giovanna epis

Il nostro direttore Daniele Milano Pession ha incontrato Giovanna Epis, fortissima maratoneta in forze al Centro Sportivo Carabinieri, in procinto di partire per la trasferta invernale in Kenya, dove perfezionerà la propria forma fisica, sfruttando gli altipiani africani. Scopriamo insieme le sue parole!

La storia di Giovanna Epis è una storia semplice, fatta di caparbietà, sorrisi e tanto cuore. Grazie alla passione di suo padre Roberto, maratoneta che vanta un personale di 2h5, Giovanna si avvicina giovanissima al mondo dell’atletica. Corse campestri, gare in pista oppure su strada, l’importante è correre. Una passione che non ha mai abbondano l’atleta veneta. Oggi Giovanna è tra le principali protagoniste a livello internazionale delle distanze regine di maratona e mezza maratona. 

 

L’era Rondelli di Giovanna Epis

Dopo essersi trasferita a Legnano nel 2013, Giovanna prosegue a pieno ritmo la carriera agonistica, fino all’inizio del 2017, anno fondamentale per la sua crescita di atleta, in cui conosce Giorgio Rondelli, con cui intraprende una nuova strada, fatta di continui progressi. La coppia Epis-Rondelli funziona a meraviglia, Giovanna sa che per ottenere risultati deve lavorare sodo, ma ancora una volta dimostra grande caparbietà e voglia di fare bene. Con il grande Rondelli inizia a ottenere grossi miglioramenti e il 2h39’ siglato a Firenze, al suo esordio in maratona nel 2015, rimane un lontano ricordo. Lo scorso 22 dicembre, proprio sul percorso di Valencia che l’aveva vista protagonista già nel 2021, Giovanna chiude in 2h23.54, a soli 10 secondi dal primato italiano assoluto di Valeria Straneo di 2h23.44.

 

giovanna epis
Monaco di Baviera (Germania) 13-21 /08/2022 Campionati Europei Multisport, European Championships Munich 2022 – Foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

 

Ciao Giovanna e benvenuta su 4running

Grazie a voi per l’intervista. È sempre un piacere parlare di corsa.

 

Ti abbiamo “beccato” in procinto di partire per il Kenya dove andrai a rifinire la tua preparazione.

Sì, andrò in Kenya, precisamente a Iten, a circa 50 minuti da Eldoret. Starò in un camp gestito da un italiano, Andrea Tomei, e mi allenerò principalmente con il gruppo di keniani del team del mio manager Gianni De Madonna. È un’esperienza che avevo già fatto l’anno scorso e che quest’anno ho voluto ripetere perché ti dà tanto, non solo a livello di allenamento in sé, ma di cambio di mentalità. Sinceramente quando si ritorna dal Kenya si è proprio più forti a livello mentale. Si affronta l’allenamento con uno spirito molto diverso, nonostante lì la vita sia molto dura e ci si svegli alle 4:30 del mattino per le sessioni di training. In Kenya non c’è nulla e c’è tutto, questo è un po’ il riassunto del motivo per cui torno lì ad allenarmi.

 

Partiamo da Valencia. L’anno scorso hai chiuso con l’incredibile tempo di 2h23’54, a pochi secondi dal record di Valeria Straneo. Rimpianti o gioia indescrivibile quel giorno? 10 secondi sono davvero pochi.

La maratona di Valencia 2022 è stata per me solo pura gioia, perché non mi aspettavo assolutamente di correre sotto le 2 ore e 24 minuti. Quando ho visto che ero così vicina al record italiano ho cercato di sprintare, ma era troppo tardi. Comunque non ce l’avrei fatta perché in gara ho dato veramente il 100… e uno per cento! Ho avuto problemi intestinali a partire dal 20esimo chilometro, quindi sinceramente non ho proprio guardato il cronometro. Continuavo a correre e non pensavo alla proiezione finale. L’arrivo è stato una liberazione perché stavo male, e l’unico rimpianto è stato quello di non essermela goduta al 100%. Però, certo, adesso ovviamente, essendo arrivata così vicina al record di Valeria, come si dice… “l’appetito vien mangiando”, perciò ci si allena per fare meglio di quello che ha fatto lei. Comunque a Valencia 2022 gioia assoluta!

 

giovanna epis

 

Già nel 2021, proprio a Valencia, avevi ottenuto un gran tempo, un percorso che ti piace molto quindi?

Sì, ho deciso di correre di nuovo a Valencia nel 2022, dopo aver già partecipato nel 2021, perché il percorso è stupendo. Non è un caso che le persone dicano: “Corro a Valencia perché corro forte”. Ci sono poche curve e questi grandi rettilinei che a me piacciono molto. Il clima è sempre favorevole, a meno che non ci sia il vento, anche se in dicembre non è mai così forte come in marzo. È comunque una maratona molto bella che consiglio a tutti quelli che vogliono correre forte.

 

Come cita la tua bio, la passione di tuo padre per la corsa ti ha fatto calzare giovanissima le scarpette chiodate. Un amore a prima vista con la pista e la corsa in genere?

Sì, è mio padre che mi ha portato a fare atletica, quasi per gioco. Mi vedeva che al mare giocavo con i ragazzini e correvo sempre più forte di loro, e un giorno mi ha detto: “Dai, ti porto al campo e vediamo un po’ come va”. Così mi sono buttata a capofitto in questo sport che non conoscevo, in una realtà comunque difficile come Venezia, in cui non è così facile correre, sebbene non mi sia mai mancato niente. Con l’atletica non è stato proprio amore a prima vista, soprattutto nei primi mesi in cui non gareggiavo. Poi, dopo le prime competizioni, volevo solo gareggiare e non allenarmi più! Lo step successivo è stato capire che dovevo pure allenarmi per gareggiare e andare bene… Però non ho mai pensato nemmeno da piccola di abbandonare, perché nelle gare arrivavo nelle prime posizioni, è stato anche questo a farmi continuare. Da ragazzina si sa cosa succede, se arrivi nelle prime posizioni, seppur solo nelle prime cinque, è sempre bello.

 

 

Oggi, se si parla di maratona al femminile in Italia, non può non venire in mente la coppia Giovanna Epis-Rondelli, come fu tanti anni fa con quella di Alberto Cova e Giorgio Rondelli. O mi sbaglio?

Giorgio per me è fondamentale. In questi 5 anni il nostro rapporto è stato un continuo crescendo. Il punto forte di questo affiatamento è il dialogo. Parliamo e discutiamo il programma a vicenda. Lo cambiamo. Non stiamo a focalizzarci o incaponirci su delle cose che sono da fare. Se un giorno sono stanca, il programma si cambia e comunque sempre guardando avanti, e questo è per me fondamentale per andare forte.

 

Pregi e difetti di Giorgio Rondelli in poche righe…

Io trovo molti più pregi. Sembra una persona molto severa. All’inizio della nostra collaborazione nel 2017, quando sono arrivata al campo di atletica la prima volta, avevo quasi timore a parlargli. Poi ho capito che è una delle persone più buone di questo mondo. E secondo me è sia un suo pregio sia un difetto, perché non sa mai dire di no a qualcuno. Lui c’è sempre e per me è sempre al campo, non ha mai saltato un allenamento ed è sempre disponibile a qualsiasi ora. Capisco anche però che alle volte dovrebbe dire di no, è fin troppo buono! Io non l’ho mai visto stanco, dice sempre sì a tutti, ma credo che anche lui alle volte sia stanco. Negli anni non c’è mai stata una domenica in cui io non abbia ricevuto il programma settimanale. È di una precisione pazzesca, non ho mai visto una persona così precisa e appassionata all’atletica. Davvero, non so proprio come dirlo. Se devo trovare un difetto posso dire che condividiamo lo stesso aspetto del carattere, anche lui è molto testardo. E quando s’impunta su qualcosa bisogna spiegargli con pazienza che magari quella cosa non va fatta. Andiamo d’accordo perché siamo tutti e due dei testoni!

 

 

Al di là dei tuoi risultati in questi anni, che cosa ha insegnato la corsa a Giovanna Epis?

La corsa ha insegnato a Giovanna Epis semplicemente a vivere. La vita è fatta di alti e bassi. Ci sono momenti in cui tutto va bene e i risultati arrivano, e ci sono anche tanti altri momenti in cui non va. Sembra che ti stai allenando bene e che tutto fili, poi invece le gare non vanno. E la vita è così, non è sempre tutto rose e fiori, quindi posso dirti con tranquillità che in questi 22 anni di atletica ho veramente imparato a vivere. Grazie all’atletica!

 

Di sacrifici ne hai fatti sempre tanti e ne continui a fare, qual è il consiglio che puoi dare a una giovane ragazza emergente?

Mah, quello che consiglio a una ragazza che sta iniziando a correre è di non perdere l’entusiasmo e la curiosità di affrontare questo sport. Ci sono da fare dei sacrifici, e li ho fatti anch’io quando ero giovane. Quasi sempre al sabato sera non uscivo perché la domenica o c’era la gara o l’allenamento più lungo, ma non li ho mai visti come dei sacrifici. Ho sempre fatto tutto consapevole che fosse la scelta giusta e che comunque, se per me non c’era la discoteca sabato sera, c’era la gara di corsa campestre la domenica mattina. Ero contenta di dire: “Io ho fatto la campestre!”. Il segreto è proprio quello di avere la passione e non perderla nel corso degli anni. Senza il desiderio e la curiosità di proseguire non vai mai troppo distante.

 

I continui progressi ti proiettano in questo 2023 con grandi aspettative. Quali sono gli obiettivi principali di Giovanna Epis?

Come ti ho detto prima, l’appetito vien mangiando e tenterò di arrivare a battere il record italiano che a Valencia mi è sfuggito per pochi secondi. È comunque uno degli obiettivi, quello principale è di continuare a correre ed essere competitiva sulla maratona. Il focus è ovviamente sui Campionati del Mondo di agosto. Lì punterò a fare una gara da protagonista, pur sapendo che il continente africano è un passo avanti a noi… se non due. Cercherò di difendermi insomma, anche perché devo un po’ riscattarmi dal Mondiale di Doha che per me era finito male a causa del grande caldo. È un anno di transizione che si apre in prospettiva di quello olimpico con Parigi 2024, che per me è molto importante perché voglio correre bene. Sarà la mia seconda Olimpiade, voglio fare una bella gara, voglio correre forte!

 

 

Cosa prova Giovanna Epis a far parte del Gruppo Sportivo dei Carabinieri?

Far parte del Gruppo Sportivo dei Carabinieri è per me motivo di grande orgoglio. Nel 2008 sono entrata nel Corpo Forestale, poi con la Riforma Madia del 2017 sono passata nei Carabinieri, e diciamo che questo cambiamento mi ha fatto sentire ancora di più l’appartenenza a un gruppo sportivo. Siamo un po’ come una grande famiglia in cui ci sono tanti atleti che fanno specialità diverse. Io credo di essere a oggi la donna più “vecchietta”, che però sa dare consigli a quelle più giovani, e questo è per me veramente bello. Quando una ragazzina giovane, appena entra nel gruppo sportivo, mi chiede suggerimenti, mi vengono quasi gli occhi lucidi, perché voglio proprio aiutarla. Quando avevo anch’io diciott’anni, non sapevo come muovermi bene all’interno dell’Arma e del gruppo nuovo. Io ringrazio quindi il mio Gruppo Sportivo perché mi ha permesso di fare professionismo e mi consente tutt’ora di continuare a fare atletica.

 

Grazie Giovanna, grazie infinite per la tua disponibilità.

Grazie Daniele, grazie a tutti voi, spero davvero di avere risposto a tutto. Per me poter parlare di atletica è sempre una grande soddisfazione e motivo di orgoglio.

Di Daniele Milano Pession 

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.