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Anno sabbatico per il Superenduro

di - 12/01/2015

La notizia era nell’aria da tempo, il circuito Superenduro, il principale in Italia per la giovane disciplina enduro, si prende una pausa in questo 2015 per riflettere e capire che strada prendere l’anno prossimo.

Il primo comunicato dell’anno, che solitamente annuncia il calendario delle gare, è stato sostituito da quello che invece comunica la dura decisione presa dallo staff Superenduro. Come chiaramente esposto, è stata una decisione difficile e sofferta, ma al tempo stessa indispensabile, per la vita stessa del circuito che ha dato un’identità nazionale al movimento enduro, oltre a contribuire alla nascita e allo sviluppo delle Enduro World Series, di fatto, il Mondiale per questa giovane interpretazione della mountain bike.
Così, dopo otto anni ininterrotti di competizioni nazionali e internazionali, il Superenduro si ferma per valutare e capire quale sia la migliore strada per il futuro, proprio e della disciplina stessa. Queste le dichiarazioni dei due pilastri portanti del Superenduro, Franco Monchiero ed Enrico Guala.

Franco Monchiero: “È stata una decisione difficile ma necessaria. Non voglio pensare di fare le cose a “metà” perché non possiamo più garantire lo standard qualitativo cui abbiamo abituato i nostri partecipanti. Non ne siamo capaci e non è mai stato nelle intenzioni di Superenduro. Già durante il 2014 abbiamo dovuto fare delle rinunce su alcuni aspetti a qualche gara. Non voglio pensare di dovere scendere a compromessi nel 2015, meglio fermarsi per capire se ci sono le condizioni per andare avanti sulla strada che abbiamo intrapreso nel 2008 ed eventualmente pensare al Superenduro 2.0. Ma solo se ce ne saranno le condizioni. L’organizzazione di una gara di enduro è una delle cose più complesse nell’ambito degli eventi bici, c’è ancora molta strada da fare e molti dettagli da mettere a punto per organizzare una gara al 100% ma, da pignolo quale sono, quello è il mio obiettivo. Nel Regno Unito la Federazione Nazionale ha smesso di supportare l’enduro, un rischio che non voglio correre in Italia. Siamo la prima nazione al mondo in cui la Federazione Ciclistica ha riconosciuto la disciplina e sancito il primo titolo di Campione Italiano nel 2011 a Limone Piemonte. Una gara che ricorderò sempre come uno dei momenti più importanti per l’enduro mondiale insieme alla gara di Finale Ligure nel 2012 quando ci siamo trovati intorno ad un tavolo con Chris, Fred ed Enrico ed abbiamo iniziato a lavorare all’Enduro World Series. Con questi pensieri ben vivi nella mia testa e la consapevolezza che il mondo ci riconosce una leadership in quanto ad innovazione e visione, voglio valutare con la calma ed il tempo che serve prima di scendere nuovamente in campo.”

Enrico Guala: “Non riesco a contare le notti insonni passate a pensare al futuro del Superenduro, nelle ultime settimane le voci su un possibile stop sono cominciate ad uscire anche sui social e sui media e l’affetto di moltissimi appassionati e sostenitori del Superenduro è stato uno scoglio ancora più difficile da superare per arrivare a questa decisione. Con Franco abbiamo lungamente discusso su che cosa sarebbe stato meglio fare e, parallelamente a questa decisione che per molti può essere traumatica, abbiamo anche iniziato a sviluppare idee e pensieri per il futuro. Proprio come abbiamo sempre fatto in questi primi 7 anni di lavoro insieme. Sono stati 7 anni davvero intensi, in cui abbiamo dedicato una enorme quantità di tempo ed energie al Superenduro, inutile negare che oggi accusiamo una certa stanchezza, fisica e mentale, ed abbiamo bisogno di recuperare energie e stimoli. Quello che non vogliamo è dovere fare dei compromessi tra esigenze dei rider, della località e del budget a disposizione. Vogliamo tornare a divertirci e fare divertire, a collaborare con i migliori staff locali in Italia, a solcare i più bei sentieri, scoprirne di nuovi, e dare allo sport il migliore contesto possibile per svilupparsi ancora, nella giusta direzione. La pausa del 2015 ci darà la possibilità di visitare altri eventi e magari di parteciparvi anche in veste di concorrenti, conoscere realtà organizzative emergenti, incontrare i partecipanti e sviluppare idee che potremmo poi mettere a frutto ed a sistema in futuro.”

Nel 2015 il Superenduro non starà fermo, infatti, organizzerà la tappa italiana delle EWS di Finale Ligure, oltre a rimanere il referente nazionale per le Enduro World Series. Lo staff collaborerà con alcune gare nazionali portando il proprio enorme bagaglio d’esperienza. Il sito e i profili social continueranno a dare informazioni sulle iniziative del Superenduro, per mantenere il vivo il dialogo con atleti, operatori del settore e appassionati. Dulcis in fundo, saranno organizzate delle tavole rotonde nei primi mesi del 2015, dove si discuterà dello sviluppo della disciplina con top rider, team, media, industria e organizzatori.

Un vero peccato, ma le ragioni del Superenduro sono condivisibili e ci auguriamo che quello del 2016 sia un nuovo e potente inizio, per la disciplina dell’enduro e per l’intero movimento mountain bike.