Pubblicità

BROOKS Catamount 2, il TEST

di - 01/03/2023

Brooks Catamount 2, un test davvero particolare che ha avuto come principale protagonista e regina la nuova scarpa da trail running di BROOKS, in occasione della presentazione della nuova linea “head to toe” del brand.

Catamount 2 protagonista alla Transgrancanaria

Brooks Running, azienda leader nella progettazione e produzione di prodotti di alta qualità per il running, ha presentato ufficialmente alla stampa europea la sua prima collezione da trail completa.

In occasione della Transgrancanaria, tra le più importanti kermesse spagnole dedicate al trail running. Tutti i riflettori sono stati puntati su Catamount 2, la scarpa da trail tecnica ideata per i trail runner che vogliono raggiungere nuove velocità. Principale caratteristica della nuova Brooks Catamount 2 è la piastra di propulsione SkyVault integrata che semplifica gli sforzi in salita. Affrontare i sentieri più impervi sarà facile come mettere un piede davanti all’altro.

Brooks Catamount 2, la parola al brand

“Brooks Catamount 2 è la scarpa da corsa perfetta per i trail runner che aspirano ad aumentare il proprio ritmo di corsa e a raggiungere nuove vette sui trail.”

Shape

La forma unica della scarpa garantisce non solo flessibilità sui terreni tecnici, ma anche stabilità e comfort in discesa.

Piastra SkyVault

La nuova piastra di propulsione SkyVault in PEBAX è stata inserita per aiutare i trail runner ad aumentare la spinta in salita, offrendo contemporaneamente protezione dalle rocce sui percorsi più accidentati. Nel momento di stacco del piede dal terreno, la piastra si piega prima di tornare in posizione, fornendo così la giusta propulsione per migliorare l’efficienza in salita.

Intersuola

L’intersuola in DNA FLASH, realizzata con processo di nitro-infusione, offre reattività e ammortizzazione per una corsa veloce su qualsiasi terreno.

Suola

La suola in gomma TrailTack, brevettata da Brooks, assicura un alto livello di grip sia su superfici bagnate che asciutte. Le scanalature consentono di drenare l’acqua rapidamente in modo che la scarpa si asciughi più velocemente. Per far sì che i runner possano affrontare qualsiasi trail con sicurezza.

Tomaia

La tomaia in air mesh TPEE è dotata di uno strato esterno idrorepellente e resistente all’abrasione. E di un morbido strato interno realizzato in  fibre di poliestere riciclato al 100%, così come la linguetta e l’inserto che sono costituiti interamente di poliestere riciclato.

Brooks ama l’Ambiente!

Realizzando il nuovo modello di Catamount con il 16% di materiali riciclati, l’equivalente di 8 bottiglie di plastica, Brooks prosegue il suo impegno verso prodotti sempre più sostenibili.

TEST di Daniele Milano Pession

Premessa

Solitamente, prima di partire con l’analisi vera e propria del prodotto testato, mi piace presentare in breve le condizioni e la location in cui ho lavorato. Questa volta però la premessa è d’obbligo. Perchè non mi capita tutti i giorni di prendere un aereo da Milano, volare alle Canarie, mettermi ai piedi una nuova calzatura e iniziare a correre. Per il test della nuova Brooks Catamount 2 è andata proprio così, complice la presentazione ufficiale di tutta la linea trail da parte di Brooks alla stampa europea. Alle Canarie ho potuto testare questa nuova eccellenza di Brooks sullo stesso tipo di terreno che ha visto protagonisti gli atleti del Brooks trail running Team che vedete in foto in occasione della Transgrancanaria 2023.

La Brooks Catamount 2 in numeri

Drop:  6 millimetri 
Peso: Uomo US 10 – 278 grammi

DESIGN e FINITURE

Con la Catamount 1 l’unboxing era stato vero amore a prima vista. Tutta bianca, con l’intersuola bianco-azzurro pallido, una scarpa da trail che sembrava una scarpa da mettere di sera con l’abito, una figata! E poi, tutta bianca per fare trail! Non vedevo l’ora di sporcarla per bene e farla funzionare al meglio tra il terriccio marrone dei sentieri fuori Milano e le “salite bastarde drittoxdritto” della Montagnetta di San Siro. Un test che alla fine si era rivelato un vero successo, sia per me che per la versione d’esordio della Catamount, quella bianca appunto! La Catamount 2 è invece molto diversa, molto meno minimale della versione precedente, con particolari di rinforzo laterali ben in evidenza che disegnano geometrie un po’ futuristiche sulla parte bassa del fianco della scarpa. Giochi di blu e azzurro ton sur ton della tomaia che ne evidenziano lo stile da racer, accentuato dai particolari di rinforzo del puntale in gomma e del fregio Brooks ben in evidenza sul fianco. Si capisce che la Catamount 1 era solo stato un timido asssaggio, rispetto a questa nuova versione, molto più strutturata, con una spiccata indole trail. Onestamente la combinazione colori della versione di lancio Peacoat/Atomic Blue/Rooibos non è quella che preferisco, ma l’utente finale può sbizzarrirsi nel scegliere quella più congeniale tra 3 proposte differenti per l’uomo e 2 per la donna.

CHIUSURA & ALLOGGIAMENTO

La posizione delle asole rispetto alla tomaia è perfetta e la chiusura con i lacci leggermente elasticizzati è molto agevole e precisa. Per un fitting personalizzato è possibile usare l’asola supplementare nella parte alta del colletto. Mentre è possibile riporre la parte eccedente dei lacci a metà linguetta, grazie ad un elastico supplementare che impedisce ai lacci di impigliarsi tra rami e/o arbusti in passaggi particolari.

Linguetta e tomaia

La linguetta, traspirante e leggermente imbottita, è fissata alla base della tomaia da due fascioni elasticizzati che ne impediscono il movimento e ottimizzano il comfort della chiusura, senza compromettere la traspirabilità. Il contrafforte tallonare semirigido fascia molto bene il piede, mentre il comfort è notevole grazie ad una leggera imbottitura interna.

Il tessuto della tomaia è leggermente elasticizzato e assicura un ottimo alloggiamento dell’avampiede anche dopo lunghe percorrrenze, anche quando i piedi iniziano a gonfiarsi. Ho indossato le Catamount 2 per più giorni, per almeno 15 ore consecutive, senza considerare la parte dedicata direttamente al test. Proprio per verificare le caratteristiche della scarpa e i piedi non hanno patito assolutamente, proprio grazie alle caratteristiche elastiche del mesh della tomaia.

COMFORT

Se devo fare un confronto diretto con la Catamount 1, sicuramente questa versione è più confortevole della prima. Mi ha dato la netta impressione di essere più adatta per percorsi medi e non solo per sparate da 15-20 chilometri. La buona scampanatura della suola è sinonimo di buon appoggio e miglior comfort complessivo rispetto alla 1. Pur non perdendo in precisione, anche se personalmente nei sentieri traversi ho preferito il feeling con la 1.

TRASPIRABILITA’

Alle Canarie di giorno faceva già piuttosto caldo. Il mesh della Catamount 2, pur avendo un trattamento esterno impermeabilizzante, ha dimostrato buone doti di traspirabilità che mi fanno tranquillamente pensare ad un comportamento altrettanto buono anche nei mesi più caldi ed estivi. Quindi promossa a pieni voti!

GRIP

Malgrado il terreno delle Canarie sia spesso pieno d’insidie, con un brecciolino che su sentiero è sinonimo di scarsa aderenza del piede in fase di appoggio, la nuova suola della Catamount 2 si è dimostrata sempre a proprio agio.

Grazie anche ad una generosa tassellatura con tasselli direzionali e canali di scolo estremanete efficaci su terreno molle.

STABILITA’

La piastra Skyvault non assicura solo un’ottima protezione del piede da sassi e/o radici, ma irrigidisce l’avampiede enfatizzando la stabilità anteriore. Posteriormente l’incavo del tallone è avvolto dalla tomaia che risale oltre il bordo del piede.

Conferendo maggior stabilità negli appoggi di tallone anche in discesa, quindi anche se non si è dei provetti atleti, se ne potranno saggiare le caratteristiche di stabilità complessive.

PROTEZIONE

Un’ottima combinazione di flessibilità della suola, protezione del piede, abitabilità della tomaia e rinforzi esterni e tecnologia con piastra Skyvault integrata danno come risultato finale un’ottima protezione complessiva del piede.

CAPACITA’ DI AMMORTIZZARE

Buone doti di rimbalzo, assicurate anche dalla piastra Skyvault che flette bene e restituisce eneriga di ritorno, combinate alle carattersitiche elastiche del foam dell’intersuola.

CONSIGLIATA PER…

Premetto che ho testato la Catamount 2 in uscite non superiori alle 2 ore. Sono molto soddisfatto del comportamento di questa new entry. Per quanto si discosti abbastanza dalla 1, traccia una nuova strada per Brooks. Laddove le caratteristiche di grande ammortizzazione, non precludono una buona reattività complessiva della scarpa. Io la trovo la scarpa ideale per gare fino a 50, anche 60 chilometri, se si rientra in un peso intorno ai 70 chilogrammi e si dispone comunque di una buona azione di corsa.

Brooks Catamount 2 è divertente

Scarpa divertente, che può tranquillamente essere utilizzata su ogni tipo di terreno, grazie ad un grip sempre efficace, anche su terreni umidi e/o molto mossi. Una scarpa che, pur mantenendo come principale caratteristica quella del comfort, non è mai troppo molle e permette un’azione dinamica sempre reattiva e agile. Brava Brooks. Anche se dirò sempre “Buona la prima”, riferendomi alla Catamount 1, la 2 mi vede assolutamente soddisfatto. So che insieme faremo ancora un sacco di chilometri!

 

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”