Campionato Mondiale di Plogging, tra corsa e tutela ambientale, sabato 30 settembre si è tenuta a Genova la terza edizione del campionato mondiale di plogging.
Testo di Carlo Brena
CORRI E RACCOGLI, PER TE E PER L’AMBIENTE
La spagna sul gradino più alto del podio maschile con Manuel Jesús Ortega García e tra le donne riconquista il titolo Elena Canuto, già vincitrice nell’edizione di esordio del 2021.
La cronaca di Carlo Brena
I primi concorrenti arrivano dopo quasi cinque ore di gara e per gli spettatori inizia lo show. C’è chi trasporta quattro sacchi pieni di rifiuti, chi trascina un vecchio pneumatico di autocarro con un estintore in mano, due runner spingono un carrello orfano di chissà quale supermercato ligure, e dal fondo del viale d’arrivo spunta un concorrente con un raccolto da cui emerge una vecchia Samsonite.
Ma l’apoteosi del finale del Campionato Mondiale di Plogging 2023 si raggiunge quando un orgoglioso Manuel Jesus Ortega Garcia taglia il traguardo con un frigorifero. Un’ovazione che si scioglie tra applausi e pacche sulle spalle tra tutti i partecipanti.
UN’IDEA NATA IN SVEZIA
Siamo a Genova, ai piedi del Parco delle Mura, l’area che ospita la terza edizione della competizione che unisce il trail running e il plogging, quella disciplina (se così la si può definire) nata nel 2016 per opera dello svedese Erik Ahlström che, mosso da un forte spirito ambientalista, inizia nel 2016 a raccogliere i rifiuti che incontra nelle corse intorno a casa.
Nella foto da sx Marco De Gasperi alla sua prima esperienza di plogging
Anzi, alle case: cambia spesso abitazione per ragioni di lavoro, e in questo peregrinare diffonde un nuovo verbo, il plogging, gerundio anglosassone che unisce il verbo svedese plocka upp (raccogliere) con il più noto jogging.
Correre…raccogliendo rifiuti
Da quella meritevole e solitaria iniziativa, correre raccogliendo rifiuti e piccola immondizia è diventato un trend di tendenza planetario per il suo spirito eco-fiendly, che di questi tempi è quanto mai attuale.
Ma si sa che molto spesso, vestire di agonismo una disciplina può aumentare la sua visibilità, e così eccoci qui, nella città della Lanterna, a vedere e ammirare un plotone di selezionati 80 runner (in rappresentanza di 16 nazioni) che si son sfidati in una prova iridata.
A laurearsi campione del mondo di plogging è stato lo spagnolo Manuel Jesús Ortega García (sì, proprio quello del frigor…) che ha conquistato 368.328 punti, battendo il conterraneo andaluso José Luis Lamela (256.707 punti), mentre il terzo posto è del varesotto Giovanni Porro con 250.931 punti complessivi.
Il detentore del titolo, Renato Zanelli anni 71, ha chiuso “solamente” ventesimo, mentre Issa Ba, atleta senegalese che vive e lavora in Italia come tornitore e studia giurisprudenza, non è riuscito a rientrare entro le 6 ore di tempo limite.
Tra le donne, riconquista il titolo la toscana Elena Canuto, con 115.409 punti complessivi, vincitrice della prima edizione nel 2021 che qui ha corso al terzo mese di gravidanza. Al secondo posto, la messinese Maria Grazia Celi, con 110.657 punti, al terzo la spagnola Vanesa Perea Mediavilla, con 98.521 punti. E non si dica che nel Plogging si cimentano solo “ambientalisti” perchè a Genova c’era anche Mara Vizzo (56esima con 31.586 punti) che ha gareggiato nel mese di settembre concludendo l’Ultra Trail del Mont Blanc e i Tor 330 des Geants.
L’ALGORITMO CHE TI PREMIA
Ma c’è una domanda che sorge spontanea leggendo la classifica: punti, in che senso? Sì perché la graduatoria finale è ottenuta attraverso un algoritmo che analizza tre diversi parametri: la distanza percorsa, il dislivello positivo e la quantità (e soprattutto la qualità) dei rifiuti raccolti, che una apposita giuria valuta minuziosamente e trasforma in ‘CO2 equivalente’ non emessa in atmosfera.
E non è sufficiente essere degli ottimi runner per conquistare il podio. Lo sanno bene il bergamasco Paolo Austoni e la cuneese Lara Maiolo che nonostante abbiano corso 37,56 km (3.944 metri di dislivello) lui, e 25,25 km (1.893 m.) lei, hanno chiuso a metà della classifica generale, accontentandosi, si fa per dire, di conquistare la speciale classifica Athletic Award.
AL VIA IL RE DELLA CORSA IN MONTAGNA
A scorrere la classifica finale non ci può scappare il nome di Marco De Gasperi, il 6 volte campione del mondo di corsa in montagna.
Le parole di Marco De Gasperi
«E’ stata la mia prima volta a una manifestazione di plogging e devo dire che l’entusiasmo dei partecipanti mi ha contagiato – ha commentato il brand manager di Scarpa, partner dell’evento – e trovo che la manifestazione abbia un valore educativo: il messaggio non è solo quello scontato di non gettare rifiuti lungo i sentieri, ma anche di raccogliere quelli che incontriamo nelle nostre escursioni».
Roberto Cavallo, direttore di gara
A sottolineare l’originalità della formula di gara le parole di chi l’ha ideata e messa a terra: «Ringraziamo per la collaborazione Genova e tutti i partner che ci hanno consentito di realizzare la manifestazione in un contesto per noi nuovo, dove abbiamo potuto sperimentare con successo e diffondere la pratica del plogging anche tra le vie del centro storico della città , anche quest’anno i runner hanno saputo stupirci, impegnandosi dal punto di vista atletico e ambientale in modo straordinario: è stata triplicata la quantità di rifiuti raccolti rispetto alla scorsa edizione».
NUMERI DA BRIVIDI
“Dunque, vediamoli questi rifiuti raccolti, che hanno superato la soglia delle 3 tonnellate (ma forse dire 3.000 Kg fa più effetto) di cui oltre 2.000 kg (il 71% del totale) sono stati differenziati e avviati al riciclo.”
Da questo si calcola che sono quasi 6 milioni i grammi di CO2 non emessa in atmosfera grazie alla corretta separazione e avvio al riciclo dei rifiuti raccolti durante il mondiale di plogging di Genova. In pratica le emissioni equivalenti di circa 60.000 km percorsi da un’auto o di 50 voli aerei Milano-Roma. Numeri ancora più notevoli, se si pensa che in media sono stati raccolti 2,2 kg di rifiuti ogni chilometro percorso: nel loro insieme i partecipanti hanno percorso 1.318 km di sentieri e- strade nelle 6 ore di gara.
E tutto questo alle porte di una città importante come Genova, ma che avrebbe potuto essere una delle tante in tutto il Bel Paese, e da oggi, questa antica espressione di Goethe, dovremmo usarla con maggiore parsimonia e attenzione.