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Prova Limar Air Stratos MIPS

di - 18/06/2022

casco bici Limar Air Stratos MIPS, nero opaco, foto still life

Air come aria. L’aria che, attraverso le 15 aperture sulla calotta, mantiene freschi e ventilati, l’aria che ispira il profilo aerodinamico dei caschi di questa famiglia e, infine, Air come il sistema di sicurezza by MIPS, che è stato scelto per essere abbinato all’Air Stratos di Limar. Ecco la nostra prova

Sicurezza by MIPS

Partiamo dall’ultimo aspetto, ossia la sicurezza, ciò che dovrebbe stare più a cuore a tutti i ciclisti. MIPS Air è una delle varianti del sistema di gestione rotazionale sviluppato dall’azienda svedese (qui approfondiamo l’argomento). Nello specifico, è la versione progettata per essere il sistema più leggero possibile: la tecnologia MIPS Air è infatti integrata nell’imbottitura del casco e consente movimenti multidirezionali di 10-15 mm tra lo strato di assorbimento dell’energia e l’imbottitura. Il movimento multidirezionale è reso possibile da un supporto in policarbonato con uno speciale trattamento a basso attrito e trattenuto da fissaggi ad-hoc, che consentono il movimento in tutte le direzioni. Essendo integrato nell’imbottitura, il sistema è il più leggero fra quelli sviluppati da MIPS ed è progettato per adattarsi a ogni specifico casco e taglia.

Grande comfort

In effetti, indossando il casco, la sensazione di comfort non è minimamente intaccata dalla presenza del sistema di sicurezza. Anzi, le imbottiture (naturalmente amovibili, lavabili, anallergiche e antibatteriche) sono particolarmente comode, e il casco diventa una presenza mai scomoda anche quando le uscite si prolungano nel tempo.
Al comfort generale contribuiscono altresì la leggerezza (abbiamo rilevato 242 grammi, un ottimo valore) e l’efficacia del sistema di aerazione, che sfrutta ben 15 feritoie. Il loro disegno e le dimensioni generose consentono nel contempo un afflusso d’aria abbondante e una buona ventilazione fra le prese frontali e gli estrattori posteriori. Questa caratteristica è particolarmente apprezzata in un utilizzo Gravel, quando le velocità sono inferiori e quindi l’effetto di raffrescamento, specialmente nelle uscite estive, è ridotto.

In testa

casco bici Limar Air Stratos MIPS, nero opaco, foto still life, particolare sistema di ritenzione posteriore

La calzata di Air Stratos è eccellente e modulabile per mezzo del sistema di ritenzione posteriore, che può essere bloccato a tre differenti altezze per meglio adattarsi alle diverse conformazioni di teste. Unico neo, la rotellina della regolazione, piccola e senza grip, quindi poco pratica da azionare. Al contrario, sono intuitive e comode le fibbiette laterali per il settaggio dei cinturini, che permettono di trovare velocemente la corretta posizione del casco.
Osservandolo, se ne apprezzano le dimensioni contenute, un plus anche dal punto di vista estetico, soprattutto per chi ha la testa piccola. Si nota inoltre il profilo leggermente allungato dietro le orecchie per una maggiore protezione, che richiama lo stile dei modelli off-road, a sottolinearne anche la vocazione Gravel.
Da ultimo, un plauso alla qualità percepita, che contribuisce ad alzare assai il rapporto qualità/prezzo di questo casco. La costruzione in-Mold rende, infatti, gli accoppiamenti con la calotta (in realtà sono due: una superiore e una laterale) precisi e puliti.
Belle infine le colorazioni, in tinta unita e opache, con il vezzo di un logo iridescente.

SCHEDA TECNICA
Struttura: Doppia calotta in EPS
Rivestimento: Policarbonato con accoppiamento in-mold
Aerazione: 15 prese d’aria
Protezione: Sistema MIPS Air
Colori: Verde opaco, Nero opaco iridescente, Bianco iridescente
Taglie: M/53-57 cm, L/57-61 cm
Peso rilevato: 242 g (taglia M)
Prezzo: 139,95 euro

CI PIACE
• Dimensioni
• Leggerezza
• Aerazione
• Rapporto qualità/prezzo

NON CI PIACE
• Regolazione posteriore

Per info: Ciclo Promo Components

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.