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Con Evadict e Oliviero Alotto alla Monterosa Skymarathon

di - 03/07/2023

Con Evadict e Oliviero Alotto alla Monterosa Skymarathon: in questi mesi ho avuto la possibilità di testare molti prodotti di Evadict, la linea di abbigliamento e calzature interamente dedicata al trail running del Gruppo Decathlon. Onestamente sono rimasto estremamente colpito dalla qualità complessiva dei materiali e dalle differenti tecnologie applicate.

Evadict Race Ultra

Recentemente ho svolto un test approfondito con uno dei modelli di punta di calzature da trail running del brand francese, le Evadict Race Ultra.
La scarpa mi è piaciuta sin da subito e così ho deciso di provarla anche in gara.

Test in gara alla Monterosa Skymarathon

Detto…fatto, mi sono presentato sulla linea di partenza dell’AMA (Alagna Monterosa Alagna) la Sky Marathon più alta d’Europa, con le Evadict Race Ultra ai piedi e il kit completo di abbigliamento specifico per affrontare la gara nel migliore dei modi.

36K e 3500D+

Una gara che in 36 km di sviluppo ha più di 3500 metri di dislivello. In questa gara ho utilizzato oltre alle scarpe anche lo zaino da 10 litri di Evadict, modello sviluppato in modo specifico per il trail running e che ho già utilizzato abbondantemente durante la mia recente esperienza in Sicilia durante la Cursa di Ciclopi.

“Indubbiamente avere l’opportunità di provare del materiale durante una gara così è sicuramente il modo migliore per poter mettere alla prova il materiale e potere sviluppare un autentico stress test.”

Alagna Valsesia

La Monterosa Skymarathon si svolge sul massiccio del Monte Rosa, su di un percorso estremamente vario e impegnativo, con partenza dal centro di Alagna Valsesia, a 1200 metri di quota. Alagna Valsesia, piccolo comune montano che conta meno di 800 abitantiu della provincia di Vercelli in Piemonte, sul versante meridionale del massiccio del Monte Rosa, al confine con il comune di Zermatt nel canton Vallese in Svizzera. Alagna fa inoltre parte del Sesia Val Grande geopark, dal 2013 patrimonio Rete di geoparchi globale dell’UNESCO.
L’arrivo della prima parte di gara è fissato all’altezza della Capanna Margherita a 4554 metri sul livello del mare, ma si è solo a metà gara, perché poi il percorso prevede la seconda parte di rientro quasi interamebnte in discesa, di cui buona parte su ghiacciaio prima e nevaio poi.

Dall’asfalto, alle alte vette

La partenza è a dir poco tradizionale, ovvero su asfalto, come una qualsiasi gara su strada, ma poi il percorso mostra tutta la sua bellezza e varietà, chilometro dopo chilometro. Dall’asfalto iniziale, ci si trova in un batter d’occhio immersi nel bosco. Poi si risalgono alcune piste di sci, i prati superiori con erba a ciuffi e sassi, sino a calpestare i primi nevai. Infine la parte più bella, il lungo tratto di ghiacciaio che dal Colle del Lys porta alla Capanna Margherita, da cui si può ammirare un panorama unico al mondo!

Il materiale obbligatorio, tutto nello zaino Evadict Trail da 10 litri

Per poter correre in totale sicurezza la Monterosa Skymarathon occorre molto materiale obbligatorio. Dai ramponcini da utilizzare nei tratti su ghiacciaio, a una giacca termica adeguata, a cui vanno aggiunti ben 10 metri di corda, imbrago da alpinismo e/o sci alpinismo. Infatti, da metà gara in poi, essendo una gara a coppie, c’è l’obbligo di procedere legati con il proprio compagno di squadra.

Si corre in alta montagna

Si tratta di una competizione che si svolge quasi interamente su terreno alpino in alta montagna e da parte degli organizzatori viene data priorità assoluta alla sicurezza. Per questa occasione mi sono affidato alle caratteristiche di capienza e robustezza del modello Evadict trail 10 litri. Già ampiamente utilizzato nella mia trasferta in Sicilia durante la Cursa di Ciclopi, il 10 litri mi ha dato sin dalle prime fasi di gara la sicurezza di cui avevo bisogno. Particolarmente compatto e confortevole, mi ha permesso di riporre al suo interno con facilità tutto l’occorrente che vi elenco qui di seguito.

Materiale obbligatorio

Corda da 10 metri
Ramponcini gravel
Ramponcini più leggeri (ho deciso di portarne due paia per essere sicuro e per cambiarli eventualmente in discesa, in base ad una mia scelta, non proposta dall’organizzazione.
Guscio THE NORTH FACE, a 4000 metri fa molto freddo alla partenza davano -10° a cui si è aggoiunto il vento per una temperatura percepita di -20°.
Maglia calda di Decatlon, che ho indossato non appena raggiunta la sommità della prima salita a quota 3000, dopo essermi tolto la maglia a maniche corte BV Sport.
Numerosi gel 6D Sport Nutrition.
Sovra Pantalone impermeabile Decathlon
Bicchiere
1 litro di Acqua
Lampada frontale Ledlenser
Bastoncini SKIMO CARBON MASTERS, un tipo di bastone straordinario, leggermente flessibile, leggero, con manopola in sughero che permette in tratti di grande salita di utilizzare il bastone in tutta la sua lunghezza e di spostare la mano in tratti più ripidi. Bastone che credo utilizzerò in qualche gara vertical anche senza neve.

Uno zaino leggero e confortevole

L’Evadict 10 litri è leggerissimo, ha una vestibilità molto simile a uno zaino con capienza inferiore, i cosidetti vest, ma con il volume di uno zaino da 10 litri. Le finiture sono studiate in ogni dettaglio, e molto precise, le borracce stanno sempre ben aderenti al corpo e anche correndo non si ha quella fastidiosa sensazione di peso che va su e giù… Ottime le tasche presenti in diversi punti, il che permette di disporre al meglio di ciò di cui sia ha più bisogno penso ad esempio ai gel, oppure ai ramponi che andavano tolti velocemente e con facilità. Lo zaino ha una cerniera supplementare che ne permette l’apertura totale della tasca grande principale, in modo da raggiungere facilmente il contenuto.

Evadict Race Ultra, gran scarpa!

Evadict Race Ultra è stata la mia scelta in gara. Un scarpa che mi ha entusiasmato fin dalla prima prova pochi giorni prima a Torino. Due uscite su terreno vario mi hanno convinto senza alcun dubbio ulteriore. La prima su sentiero bagnato e sotto la pioggia è la seconda su sentiero veloce e asciutto.

“Mi ha impressionato la comodità della calzata, la stabilità e la tenuta della suola. Ad un primo test ho pensato che la suola fosse particolarmente adatta a terreni tecnici e che sulla neve mi avrebbe dato delle ottime sensazioni.”

Si perché a vedere la scarpa impressiona subito la qualità dei tacchetti presenti, che garantiscono una incredibile tenuta in qualsiasi condizione. Sia di grande pioggia sia di neve.

Un grande grip

In gara i primi due km sono di asfalto molto corribili e veloci per poi iniziare una lunga salita su sentiero. La scarpa reagisce perfettamente fin dal primo passo, una scarpa che ti porta a correre di avampiede ma, specie su distanze non lunghissime, una scarpa che non ti stanca per niente il piede pur essendo molto “secca”.

Tomaia traspirante e leggera

Tra le caratteristiche tecniche c’è l’utilizzo del tessuto utilizzato che ne garantisce traspirabilità e leggerezza. Molta la tecnologia applicata su questa scarpa, i materiali sono sviluppati dall’equipe Decathlon per dare il massimo al corridore, pensiamo ad esempio alla mescola dell’intersuola Kalensole che garantisce un ammortizzamento notevole su ogni terreno pur non dando mai la sensazione di essere una scarpa troppo morbida.

“Questa è una caratteristica che troviamo in poche scarpe sul mercato, che aiuta a correre in modo molto tecnico e corretto anche chi non è muscolarmente pronto per una scarpa troppo “race” ma che vuole godere dei vantaggi di una scarpa così veloce.”

Terreno ripido, scarpa perfetta

Poco dopo l’inizio, il sentiero diventa molto ripido, e anche in questi km il terreno cambia molto spesso. Si parte con un classico sentiero di montagna, per poi giungere ad un prato che normalmente è una pista da sci in inverno, per proseguire su pietraia e neve.

“Non mi stanco di dire che la scarpa tiene ovunque e ti porta sempre a correre, ma quando come sempre accade nei trail hai dei tratti da camminare la scarpa è molto comoda e stabile.”

L’arrivo a Punta Indren

“E’ il primo passaggio veramente emozionante. Siamo già con i ramponi da un po’, corriamo e camminiamo ormai da un po’ sempre sulla neve, i ramponi sono indispensabili per poter avere una buona tenuta e non rischiare.”

Ci leghiamo

A Indren ci accoglie come sempre con il sorriso Silvano Gadin, voce della gara. Il tempo di bere un the caldo, riempire le borracce e si riparte legati in cordata. Legati significa che entrambi abbiamo l’imbrago già indossato facciamo un nodo a “8” e e da quel momento siamo legati uno all’altro con circa 7 metri di corda che ci separano.

Imbrago e longe da ferrata

All’imbrago abbiamo anche una longe da Ferrata con due moschettoni che ci permetteranno di assicurarci in un canalone che ci aspetta tra poco. Un lungo traverso di neve e ghiaccio, molto facile e a tratti anche corribile, ci porta a iniziare la traversata del primo tratto di ghiacciaio, al fondo del quale ci aspetta il canalone con tre vie aperte, una dedicata alla discesa le altre alla salita. Noi iniziamo a salire su quella di mezzo, si procede su una salita molto ripida ma legati ad una corda quindi senza alcun tipo di pericolo.

Il Colle del Lys

Arrivati in cima ci attende ancora un tratto di salita su ghiacciaio per poi giungere al colle del Lys con il suo ghiacciaio, anche qui ristoro, the caldo, e si riparte.

“Siamo quasi a 4000 metri, la fatica della quota inizia a sentirsi, rallentiamo moltissimo ma non demordiamo, sappiamo di essere ancora ampliamento nei cancelli orari.”

 

Capanna Margherita

Inizia la parte più impegnativa verso la Capanna Margherita, Rifugio a 4554 metri sul livello del mare. Rallentiamo ma continuiamo a procedere, dopo il falso piano si vede una salita, tutto solo tra neve e ghiaccio, poi sulla destra dopo una salita molto impegnativa si vede il rifugio. Attacchiamo la salita si sente il vento forte, il freddo la neve e il ghiaccio.

“Le scarpe stanno tenendo la temperatura, non ho freddo ai piedi e non mi sembrano neanche particolarmente bagnati, teniamo fino in cima.”

C’è un ragazzo che sta per andare in ipotermia, sentiamo l’elicottero salire, iniziamo a perdere tempo, siamo arrivati in cima l’emozione è sempre unica quando si arriva in vetta. Ma siamo concentrati sui soccorsi e sulla voglia di entrare al caldo. Perdiamo tempo, pur essendo arrivati in tempo in cima non ci accorgiamo che il tempo scorre, aspettiamo che arrivi l’elicottero velocissimo come sempre, prende il ragazzo, non ha avuto poi nessun problema grazie alla solerzia dei soccorsi. Nella confusione perdiamo di vista il cronometro e pensiamo a goderci il momento, stiamo al caldo

La discesa

Qualche minuto, beviamo e ripartiamo. La discesa si fa di nuovo legati alla corsa ma questo svolta a terra. In pochi secondi siamo giù, sembra di stare uno scivolo, ma con la neve. Non so come mi fido di Alberto e scivolo giù. Davvero in fretta e senza alcun rischio.

Colle del Lys, fuori cancello orario…

Corriamo fino al punto di ristoro al colle del Lys dove ci viene detto che non siamo in tempo per il cancello successivo. Continuano a correre ma ancora più rilassati raggiungiamo la seggiovia che ci porterà all’arrivo.

“Non posso dirvi che ci siamo sentiti frustrati, per tanti motivi, primo tra tutti siamo arrivati in cima, forse questo era il più grande obbiettivo, siamo arrivati a 4554 metri senza ammazzarci di fatica con una giornata di sole incredibile e condizioni perfette per godere di una giornata così.”

 

La Montagna è anche questo

Insomma siamo felici, la montagna è anche questo, la gara è anche questo fallire un obbiettivo ma riuscire ad essere felici e comprendere i propri limiti. Sicuramente avremmo potuto andare più veloci e prepararci di più, ma l’obbiettivo di arrivare in cima e non essere stanchi è già stato molto.

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”