Gli Europei di Mtb a Darfo Boario Terme finiscono con una grande giornata azzurra. E’ vero dalla gara Senior non sono arrivate medaglie ma è rimasta negli occhi una grande compattezza di squadra che fa da contorno a quanto avvenuto fra gli Under 23 con la doppietta siglata da Bertolini e Colledani che rappresenta un po’ il manifesto della Mtb italiana del 2017, un cantiere che sta producendo moltissimo e che deve solo fruttare al massimo livello, magari a Tokyo 2020.
Bertolini e Colledani hanno dato vita a una gara esaltante, che nelle interviste del dopo gara si è tradotta anche in toni non polemici, ma di sana rivalità fra due autentici talenti. Bertolini si è ripreso quanto tante volte gli era sfuggito nelle prove titolate, nel ciclocross ancor più che nella Mtb. Una gara interpretata in maniera meravigliosa al cospetto di un grande numero di avversari con Colledani partito fortissimo per tenere a bada i due principali rivali accreditati alla vigilia, il lettone Blums leader in Coppa del Mondo e il danese Andreassen considerato il più forte nelle gare titolate. Bertolini è partito più circospetto, ma ha recuperato già nel primo giro affiancandosi a Blums per inseguire i due battistrada.
Dopo tre giri la situazione era un sogno azzurro con i due italiani davanti, ma Andreassen era più che una minaccia. La coppia azzurra ha quindi imposto un ritmo devastante con il danese che perdeva terreno a ogni rilevamento. Quando tutti si attendevano la volata, in discesa Bertolini rischiava il tutto per tutto guadagnando una manciata di metri che si traducevano in 6” di vantaggio all’arrivo con Colledani che si mangiava le mani per una guida finale forse troppo in sicurezza. Andreassen finiva a 1’15”, un distacco che la dice lunga sulla superiorità dei due azzurri.
La carica delle emozioni si riversava anche nelle due prove successive. Nella gara elite femminile Serena Calvetti rimaneva a lungo vicina alle posizioni di vertice, poi nel finale il calo non le impediva di chiudere nella Top 10, insperata alla vigilia, nella gara dominata dall’ucraina Yana Belomoina, mentre dietro di lei la francese Pauline Ferrand Prevot, finalmente ritornata ai livelli che le competono, vedeva sfumare l’argento per colpa di una foratura. Seconda piazza per la svizzera Linda Indergand a 3’26”, terza l’intramontabile norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa a 4’09”. Bellissima anche la prova finale, dove i francesi che ritrovavano finalmente il capitano Absalon facevano subito gara dura con Tempier solitario in fuga dopo un giro coperto dai connazionali Sarrou e Carod, che insieme ad Absalon cercavano di fare da tappo, tanto che dopo 45 minuti il vantaggio del transalpino della Bianchi era ancora consistente. Una situazione che favoriva anche gli azzurri perché Fontana e Daniele Braidot si riavvicinavano al gruppetto inseguitore.
La fuga di Tempier alla lunga faceva “scoppiare” il gruppetto inseguitore. Lo spagnolo David Valero Serrano si lanciava all’inseguimento, dietro provavano ad accodarsi Vogel (SUI) e Fumic (GER), ma quinto era Daniele Braidot che faceva esplodere il folto pubblico italiano. La gara però era lunga e caldo e umidità erano due avversari terribili. La fuga di Tempier si spegneva al suono della campana quando su di lui rinveniva Vogel mentre Valero rompeva il forcellino a due passi dal traguardo. Anche Tempier aveva problemi alla forcella che lasciavano strada spianata a Florian Vogel, a cui evidentemente l’Italia porta davvero bene visti i suoi trascorsi agli Internazionali. Ad appena 10” il campione uscente Julien Absalon coronava il suo inseguimento con un argento prestigioso, terzo a 40” un altro vecchietto, Manuel Fumic che manteneva la posizione scapito di uno scatenato Daniele Braidot, quarto a 54”. Nella Top 10 finivano anche Marco Aurelio Fontana, autore di una prova finalmente convincente, sesto a 1’34” e Luca Braidot, ottavo a 1’44”. Un Europeo che chiude con tre medaglie azzurre, ora bisogna continuare così, con presenze sempre ai vertici internazionali.