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Eva Lechner, da Hoogerheide un messaggio mondiale

di - 26/01/2015

Fantastica vittoria di Eva Lechner nella sesta e ultima prova di Coppa del Mondo a Hoogerheide, in Olanda. La bolzanina, a due settimane dal mondiale di Tabor, si è presentata in forma strepitosa. Aveva iniziato la stagione in ritardo, come d’abitudine, poco a poco è cresciuta e ha fatto vedere meraviglie sull’insidiosissimo fango del percorso olandese. L’avversaria più temibile per il Mondiale resta Marianne Vos, anche se la pluricampionessa ha avuto una giornata disastrosa. Non è mai stata nella gara e alla fine ha terminato oltre la top ten, al 12° posto. Sottovalutarla, però, sarebbe  incauto, Marianne in due settimane è capace di ritrovare l’abito di Super Woman. Ma se Eva mantiene e magari migliora ancora un poco la condizione sfoggiata, anche la Vos troverà pane per i suoi denti.

Molto brillanti sono apparse, invece, la ceka Katerina Nash e l’iridata su strada Pauline Ferrand Prevot. È stata proprio la francesina ad accendere la miccia involandosi al primo giro. Eva è rimasta nelle prime posizioni del gruppo, poi dal secondo giro ha rotto gli indugi. Ha trascinato Nash, Cant e le altre nell’inseguimento. Ripresa la francese, al terzo giro l’azzurra ha cambiato marcia conquistando metri su metri su Prevot, Nash e Cant, le prime inseguitrici.

Gli ultimi due giri sono stati un inno per l’azzurra, che controlla la situazione alla sue spalle con grande sicurezza. Al traguardo è prima con 18” su Katerine Nash. che si è liberata della francese, terza a 27”. Quarta a 54″ Sanne Cant, tradita più volte dal fango. Brava poi a reagire per andarsi a prendere la Coppa con 246 punti, seguita da Ellen Van Loy (Bel), settima a 1’32”, con 204 punti, e da Katerine Compton (Usa), in grande difficoltà, con 187 punti.

Meritano elogio anche le giovani Alice Maria Arzuffi, 17esima a 3’33”, con tante “big” non lontane da lei, e Chiara Teocchi, 37esima a 6’47”.

Due ventenni sui primi due gradini del podio nella finale elite maschile, un ventiduenne sul terzo, danno l’idea del ricambio generazionale in atto nelle gerarchie del ciclocross. Ha vinto, sarebbe più esatto dire ha dominato, il beniamino di casa Mathieu Dan der Poel. Ha lasciato a 1’04” il coetaneo belga Wout Van Aert, campione europeo e mondiale under 23 e vincitore di una decina di gare ad alto e altissimo livello in questa stagione. Terzo, a 1’21”, il più anziano, si fa per dire, del tre: l’altro talento belga Gianni Vermeersch, che compirà 23 anni a novembre. Giù dal podio il re di Coppa Kevin Pauwels, 31 anni ad aprile, a un secondo dal suo compagno di squadra, Non basta: quinto a 1’37” l’olandese Lars Van Der Haar, 24 anni ad aprile, seguito a 1’56” da quello che fino a ieri era considerato il “Cannibale” della specialità, Sven Nys, 39 anni. Guai però a definirlo obsoleto: troppo fango devono ancora digerire i giovanotti della nuova leva per avvicinare il suo palmares.

Belgio e Olanda sono le due scuole di riferimento nel panorama internazionale. Il loro serbatoio straripa di talenti. Tanto più va apprezzata la generosità del nostro Marco Aurelio Fontana nel mettersi in gioco con una preparazione neppure lontanamente paragonabile a quella degli avversari. In questa luce va letto e valutato il suo 15° posto a 3’42”. Il test è stato positivo. Fontana sta seguendo un suo programma di preparazione finalizzato a Tabor, Ha tanta classe che potrebbe sorprenderci ancora. Questi i piazzamenti degli altri italiani in gara: 29° Luca Braidot a 5’58”, 47° Bryan Falaschi, 51° Nicolas Parisi e 53: Marco Ponta.

Al belga Laurens Sweeck l’ultima prova Under 23, a Michael Vanthourenhout, secondo a 28”, il primato in classifica per soli cinque punti sul connazionale. Terzo sul podio olandese il francese Fabien Doubey a 52” dal vincitore. Buona prova di Gioele Bertolini, settimo al traguardo a 1’50”. Sottotono la prova di Nadir Colledani, 27° a 5’12”. Come è noto in questa gara erano assenti i due big della categoria,  Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel, che hanno ottenuto dall’Uci il pass per competere nella categoria élite. Bisognerà vedere se faranno la stessa scelta ai Mondiali di Tabor. In caso positivo, la corsa per il podio iridato sarebbe molto più aperta e lo stesso Bertolini in giornata di grazia potrebbe farci un pensierino. La classe non gli manca e può fare certamente meglio, anche se la sua prestazione è comunque pregevole e lo conserva nella top ten della classifica Uci.

Eli Iserbyt, chi se non lui?, domina anche la finale di Coppa junior. Il belga ha vinto tutte le gare internazionali disputate in questa stagione, tranne la prova di Coppa del Mondo a Namur, eccezione che conferma la regola. Campione nazionale ed europeo, Iserbyt  si aggiudica la classifica finale del circuito UCI con largo margine ed è il grande favorito del prossimo mondiale a Tabor. Offre un altro saggio di classe tagliando il traguardo con 48” di vantaggio sull’olandese Roel Van Der Stegen, sostenuto dal pubblico di casa, e 53” sullo statunitense Gage Hect. Quarto l’altro belga Jappe Jasper, a un minuto. Al quinto e sesto posto – e questa è la bella notizia in chiave azzurra – troviamo gli azzurrini Jacob Dorigoni, neo campione italiano, a 1’07″, e Stefano Sala, a 1’11”. I distacchi, se si prescinde dal fuoriclasse Iserbyt, non sono tali da impedire di sognare il podio nella sfida iridata di fine mese. Tanto più che in partenza Dorigoni e Sala hanno fatto qualche pasticcio e si sono trovati a dover recuperare posizioni con affanno. Il 17° posto Giorgio Rossi a 2’, al 24° di Daniel Smarzaro a 2’39”, il 45° di Antonio Folcarelli a 4’06” confermano la qualità del gruppo a disposizione del Ct Fausto Scotti e legittimano la posizione di vertice dell’Italia nella classifica di Coppa per nazioni.

Ufficio stampa Fci