Pubblicità

Kona Honzo ESD radicale hardtail in acciaio

di - 17/02/2021

Honzo ESD, la più recente iterazione della famiglia di hardtail Kona, rivendica finalmente il suo legittimo posto tra le front in acciaio all’avanguardia per geometria.
Kona Honzo ESD test - 01

La serie Honzo nasce nel 2012, come banco di prova per le soluzioni poi adottate sulle apprezzate full suspended Process del marchio canadese. Negli ultimi anni, questa hardtail è rimasta indietro rispetto a quelle tendenze che ha contribuito a far nascere e diffondere: carro corto, sterzo aperto, movimento centrale ribassato, cockpit con stem corto e piega larga. Ma finalmente l’attesa è finita, come dimostra la nuova Honzo ESD, oggetto di questo test.

Kona Honzo ESD: come è nata

Come spiegato da Ian Schmitt, il product manager di Kona responsabile del progetto Honzo ESD, questa bici ha iniziato la sua vita come muletto per la nuova biammortizzata a lunga escursione Process X. Si possono notare un sacco di somiglianze nella geometria, ma mi sono chiesto come una hardtail in acciaio possa aiutare a capire come andrà una full suspended.

Kona Honzo ESD ITW - Ian Schmitt ritratto
Ian Schmitt – Kona Bikes

Rileggetevi la sua intervista sul nostro sito e sul numero di Novembre 2020, qui vi riporto solo un estratto che sintetizza bene l’idea:

“La versione ESD (Extra Slack Dude) della Honzo è stato un argomento di discussione per molto tempo. Abbiamo usato il primo telaio campione come test per la geometria del telaio Process X. Ci è piaciuto come si guidava e siamo stati in grado di portarla in produzione con un kit di montaggio super cool. Chi è il suo biker ideale? Suppongo che sia qualcuno a cui piace guidare in modo aggressivo. La bici è estremamente bassa, lunga e aperta, il che richiede uno stile di guida molto energico per massimizzare il suo potenziale. È costruita appositamente per spingere decisi in salita e in discesa, e se il terreno disponibile corrisponde a tale obiettivo, allora questo è il rider perfetto.”

In fondo, sia progettare sia guidare mountain bike così simili ma al tempo stesso così diverse, può sempre insegnare qualcosa, dall’appassionato al designer passando per l’agonista. Anche se il confronto tra una front e una full suspended non è proprio il vangelo, più che altro un diverso punto di partenza per fare delle deduzioni su come il biker si interfaccia con la bici, aiutando a dipanare la matassa.

Posso essere solo contento che quello nato come telaio campione per un test di un’altra MTB sia stato legittimato e si sia concretizzato nella Honzo ESD. Un modo nuovo per gustare sapori e provare sensazioni che non ci ricordavo così saporiti e persistenti.

Kona Honzo ESD test - 02

Prime sensazioni

Quando sono salito per la prima volta sulla Honzo ESD mi è sembrata un po’ grande, ma non adottato modifiche al setup di serie. Ero solo un po’ teso pensando alla prima salita da affrontare, pensando di dover spostare la sella in avanti, ma già dai primi colpi di pedale in piano mi sono sentito benissimo, perfettamente centrato e nella migliore posizione per trasmettere potenza dalle mie gambe al terreno.

Solo all’inizio l’ho trovata un po’ lunga da guidare nelle curve strette, ma è migliorata uscita dopo uscita, e solo verso la fine del test ho accorciato il carro sfruttando i forcellini scorrevoli, con minime ripercussioni sui sentieri che affronto abitualmente a dirla tutta. Un’opzione in più, che non fa mai male, e che piacerà agli amanti della personalizzazione totale del mezzo, per enfatizzare ancor più la sua innata vivacità.

Kona Honzo ESD test - 03

Geometria da capogiro

La taglia L in test vanta misure e angoli da capogiro per chi non è abituato al più recente approccio “basso, lungo e aperto”. Il reach misura 490 mm in taglia L, un valore impressionante anche e soprattutto su una hardtail. Anche l’interasse non scherza, con 1.245 mm, quota più da full suspended, merito soprattutto dell’avantreno lungo 835 mm, con un carro contenuto in soli 417 mm (fino a 433 mm grazie ai forcellini scorrevoli).

Sterzo e sella sono invece rispettivamente inclinati a 63° e 77,5°, anche qui valori fuori scala solo all’apparenza. Sì, perché bisogna valutare l’approccio globale, in cui rientrano anche un movimento centrale alto 312,5 mm e uno stack di 663 mm (sempre per taglia L), che fa di questa Honzo ESD una bici in apparenza radicale, in realtà molto equilibrata.

Kona Honzo ESD test - 04

L’appetito vien mangiando

La velocità, quella sensazione di leggerezza, il terreno che si può affrontare. Nulla può eguagliare quella sensazione quando la bici diventa impalpabile sotto di te, quasi a scomparire. Difficile oggigiorno dire di no a una biammortizzata.

Ma c’è stato un tempo in cui ero un sostenitore duro e puro della coda rigida e, nonostante non abbia mai rimpianto o dimenticato i gloriosi anni passati in sella a una hardtail in acciaio, ho abbracciato in pieno la gloriosa marcia del progresso nel mondo della mountain bike. Tanto da aver in parte represso il mio sogno di tornare di nuovo in sella a una sexy hardtail in acciaio con geometria e allestimento al passo con i tempi.

Quando c’è stata l’occasione di provare la nuova Kona Honzo ESD non mi sono tirato indietro. In realtà ci è voluto un po’ di tempo prima di averla tra le mie mani, causa tutti gli annessi e connessi da emergenza sanitaria. Tutto è iniziato con una bella intervista a Ian Schmitt, il product manager canadese di Kona, prima di riceverla finalmente dalla sede europea dell’iconico marchio canadese.

Kona Honzo ESD test - action 05

Era di nuovo tempo di una coda rigida in acciaio. Nel frattempo mi ero abituato – forse troppo – alla morbidezza e alla capacità di una attualissima enduro in carbonio, la domanda quindi sorgeva spontanea: ero pronto per la guida diretta, affilata e – per muscoli e articolazioni – punitiva di un frontino come questo?

Sono risalito in sella con umili aspettative, ma dopo qualche curva e rilancio, è ricominciata la dipendenza da hardtail. Ovviamente non è stato così facile e fluido come sulle full suspended che ho utilizzato ultimamente, ma altri elementi hanno colmato le mie lacune e ripulito le mie skill dalle ragnatele. Mi sono sentito molto più connesso con il sentiero, pur sforzandomi di essere più dinamico alla guida.

La mia attenzione si è focalizzata con più immediatezza sulla superficie del trail per evitare che gli ostacoli più grossi frenassero il mio slancio ripercuotendosi in dannose vibrazioni sulla schiena. La sensazione travolgente è stata amplificata dall’impegno profuso. La mia sorpresa per essere di nuovo così “preso” da una bici essenziale come questa Kona ha moltiplicato l’esperienza, rimanendone conquistato dopo solo qualche minuto di discesa.

Kona Honzo ESD test - action 03

Il rovescio della medaglia è che, in diversi punti del sentiero, mi sono dovuto fermare a riprendere fiato. Le mie gambe erano stanche e doloranti, ma si sono riprese rapidamente così come è calato il battito e si è regolarizzato il respiro, cosicché la festa potesse continuare.

Ho preso alcune linee che non mi aspettavo di riuscire a seguire e mi sono ritrovato a solcare il terreno a una velocità sorprendente. Non era solo una questione di velocità percepita, il canonico “sense of speed”, perché il ritmo era davvero buono. La percezione di volare giù dalla collina era reale, allargando ulteriormente il mio sorriso.

Sì, questa Honzo ESD incoraggia la ricerca della velocità e premia una guida aggressiva caricata sull’avantreno. Funziona relativamente bene quando si forza la mano su terreni accidentati, ma non c’è modo di aggirare l’assenza della sospensione posteriore. Se la cava alla grande sulle curve spondate, tiene con precisione la linea scelta, e cambia direzione in modo repentino e preciso.

Kona Honzo ESD test - action 02

Manovra bene in spazi ristretti, anche se l’interasse non proprio contenuto la rende un po’ impegnativa nell’aggirare alcuni ostacoli importanti, come sulla maggior parte delle bici progressivamente lunghe di questi tempi. Questo è davvero l’unico inconveniente causato dalla geometria radicale della Honzo ESD. È però facile prendere confidenza, passo dopo passo, grazie anche alla guida sincera e diretta.

Ma la Honzo ESD non sorprende solo in discesa. Sì, perché la sua geometria radicale, compreso il piantone sella da 77,5°, porta questa bestiolina a coda rigida a una pedalabilità sbalorditiva per un mezzo da 63° di sterzo! Merito dell’approccio globale alle quote geometriche magistralmente eseguito da Kona.

È incredibilmente gratificante scoprire quanto la bici può fare anche in salita, con un avantreno ben piantato e una posizione d’attacco, anche alle pendenze più elevate. Ma come ogni front, pecca in trazione, in particolare sui fondi smossi.

Kona Honzo ESD test - action 06

Il montaggio

Questo riuscire a equilibrare le due componenti principali del riding – salita e discesa – mi ha ricordato quanto le code rigide siano divertenti di per sé, con una geometria progressiva e un’eccellente selezione di componenti che porta il pacchetto completo a un livello superiore. Questa è una bici incredibile per 2.999 € e, sinceramente, è difficile trovare un singolo elemento da cambiare.

La trasmissione Shimano SLX – con manettino XT – è grandiosa nel suo equilibrio tra performance e solidità. Il funzionamento sotto carico è esemplare, con il plus rappresentato dalla cambiata doppia a scendere offerta dalla leva corta del controllo di classe superiore. I freni Deore a quattro pistoni non sono affascinanti, ma svolgono il loro lavoro, con una potenza adeguata e una buona sensibilità della risposta.

Kona Honzo ESD test - 07

Che dire del telescopico Tranz-X da ben 200 mm di abbassamento sulla nostra taglia L? Funziona, senza intoppi, grazie anche a un comando Shimano dall’eccellente ergonomia.
Sensazioni positive dalla forcella Marzocchi Bomber Z1 Grip da 150 mm, in pratica una Fox – il marchio italiano è di proprietà del colosso californiano – sotto mentite spoglie: semplice ed efficace per questo genere di bici.

L’abbinamento tra pneumatici Maxxis Assegai/Minion DHR II WT Exo 3C è uno dei migliori, anche se avrei preferito la versione Exo+ al posteriore per una sicurezza maggiore.

Kona Honzo ESD test - 10

Campo di utilizzo

Questa Kona Honzo ESD non è solo una potenziale seconda bici per chi vuole allenare la guida, anche e soprattutto durante la off-season per gli agonisti enduro o downhill. È una bici che permette di entrare in intimità con essa. Che diverte e dà il massimo sui terreni più veloci con la sua agilità e vivacità.

Guidare una hardtail – meglio se in acciaio come questa – ti consegna come dei super poteri quando torni sulla tua abituale full suspended. Questo da solo vale il prezzo del biglietto… anche se, a dir la verità, chi ha più voglia di usare la biammortizzata?

Kona Honzo ESD test - bici 3/4

Pregi

  • Guida vivace e dinamica
  • Porta il divertimento a un livello superiore
  • Performance eccellenti a 360°; ottima selezione di componenti
  • Carro con forcellini scorrevoli

Cosa migliorare

  • Macchinosa da guidare sulle curve strette

Abbigliamento Dainese
Casco/maschera Bluegrass Rogue Core MIPS/Koo Edge
Scarpe Northwave Enduro Mid

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.