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Leatt MTB Gravity 4.0 leggero e aerato per Enduro

di - 05/01/2022

Leatt MTB Gravity 4.0 review - cover

Il casco integrale Leatt MTB Gravity 4.0 è un eccellente tuttofare per chi cerca un valido compagno d’avventura per le giornate in bike park e per le gare di Enduro

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Sono molti i biker che valutano l’acquisto e l’utilizzo di un casco integrale solo quando strettamente necessario. In parole povere, quando si passano giornate a sola pendenza negativa, in bike park o spot a forte vocazione enduro/gravity.

Ma pure in situazioni dove il full face sarebbe d’obbligo, si vedono spesso appassionati con il normale casco aperto, anche se dedicato a impieghi trail/enduro e quindi più protettivo. Perché? Probabilmente perché molti biker trovano pesanti e poco aerati i caschi integrali.

Negli ultimi anni, molti marchi leader nel settore, tra cui il sudafricano Leatt, hanno provato a scardinare questa indole che privilegia soluzioni in realtà poco sicure, proponendo sia modelli convertibili sia full face leggeri, comodi e ben ventilati.

L’integrale MTB Gravity 4.0 in prova è proprio rivolto agli appassionati che sono idealmente contrari a questo tipo di casco… a torto come capirete continuando a leggere.

Come è fatto

Ecco come è fatto MTB Gravity 4.0 in pillole: costruzione EPS+EPO (schiuma a doppia densità); tecnologia protettiva 360° Turbine; imbottiture Dri-Lex traspiranti, anti odore e lavabili; 22 prese d’aria; griglia rimovibile sulla mentoniera; visiera fissa con funzione di sgancio rapido per la riduzione di rotazione in caso di incidente; chiusura sottogola Fidlock; peso di 850 g in taglia M (cinque misure da S 55-56 cm a XL 63-64 cm); certificazioni EN1078, CPSC 1203, ASTM F1952–10; prezzo di 239,99 €.

Questo casco, chiamato in precedenza DBX 4.0, appartiene a un trend sempre più diffuso, quelli dei full face leggeri e ventilati. Il brand sudafricano afferma che questo modello è progettato per la discesa e per l’enduro, vantando 22 feritoie di ventilazione, un peso rilevato di 860 g per la taglia media (57-58 cm) in test, e una griglia rimovibile sulla mentoniera (per migliorare ulteriormente l’aerazione).

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Come va

Le premesse sono incoraggianti, e sembrano trovare riscontro nella realtà. Una volta indossato, la percezione è quella di un casco comodo e traspirante come un classico modello aperto. Non raggiunge il record di leggerezza di alcuni dei concorrenti più accreditati nello stesso segmento di mercato, per un semplice motivo. La costruzione appare più solida e sicura, con la lancetta della bilancia che pende su questo versante. Non possiamo che sostenere la scelta di Leatt, considerato che non è così palese il potenziale peso supplementare portato in testa.

MTB Gravity 4.0 utilizza la tecnologia proprietaria 360° Turbine, che consiste in piccoli dischi di gomma inseriti all’interno della calotta.

Questi si induriscono nell’impatto, deviando e proteggendo dall’accelerazione lineare. Questa tecnologia appare simile alla più nota e diffusa MIPS, almeno in termini di risultati desiderati, in altre parole la protezione del cervello dalle dannose forze rotazionali che si propagano sul cervello in caso di caduta.

Il casco Leatt presenta altre caratteristiche utili, come i guanciali anteriori rimovibili velocemente e facilmente in caso di emergenza, o semplicemente per una pedalata in salita quando si desiderano migliorare il comfort e l’aerazione. Sempre in tema di sicurezza, la visiera fissa è progettata per staccarsi in caso di incidente, così da ridurre al minimo il rischio di ulteriori forze rotazionali.

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La ventilazione è senza dubbio uno degli aspetti più sorprendenti di questo full face MTB Gravity 4.0 di Leatt. È eccezionalmente traspirante, oltre che molto comodo, potendo personalizzare la calzata sostituendo le imbottiture interne con il set di ricambio in dotazione (spessore di 35 o 45 mm). Il casco non si muove sulla testa, arrivando a quell’equilibrio pressoché perfetto tra stabilità e comodità, percependolo molto aderente senza dare minimamente fastidio. Consigliamo caldamente di provarlo prima di acquistarlo, considerata l’abbondanza di taglie – ben cinque – che quindi sono molto ravvicinate fra loro per vestibilità. Abbiamo provato il casco MTB Gravity 4.0 da fine estate a inizio inverno, senza mai trovarlo troppo caldo o poco ventilato, oltre ad assorbire in modo efficace la naturale sudorazione.

Abbiamo anche avuto modo di verificare la protezione offerta, con un paio di cadute concluse rispettivamente con un bell’impatto di muso e uno laterale. Nel primo caso la visiera è saltata via, ci siamo rialzati senza problemi, apprezzando sempre tutta la sicurezza trasmessa da una costruzione al tempo stesso solida e leggera.

Una caratteristica minore ma distintiva è il sistema di chiusura magnetica Fidlock che riduce all’essenziale tempo e fatica quando si mette o si toglie il casco, soprattutto con i guanti indossati. È una cosa semplice, ma fa una grande differenza rispetto ai tradizionali sistemi di chiusura D-lock (a doppio anello). La griglia rimovibile in corrispondenza della bocca è un altro vantaggio non trascurabile, poiché non solo aumenta il flusso d’aria ma permette di bere – tramite il sistema idrico dello zaino o la borraccia – senza doverlo rimuovere dalla testa.

L’unica caratteristica che manca davvero è una visiera personalizzabile in altezza. Non è possibile riporre la maschera da MTB sulla parte superiore, obbligando il biker a toglierla quando non utilizzata. Una visiera regolabile torna utile anche per ottenere la giusta inclinazione in giornate eccezionalmente soleggiate, impostandola sulla giusta angolazione per bloccare la luce molesta.

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Conclusioni

Nel complesso, il casco integrale Leatt MTB Gravity 4.0 è un eccellente tuttofare per chi cerca un valido compagno d’avventura per le giornate in bike park e per le gare di enduro.

Se desiderate un full-face leggero, comodo e ben ventilato, e in ogni caso sicuro, dovrebbe essere in cima alla lista dei vostri preferiti.

Info: leatt.comathena.eu

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.