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Patagonia: “Salviamo l’ambiente!”

di - 13/08/2023

Il messaggio dell’iconico brand americano Patagonia a favore dell’ambiente è sempre più forte: “Non c’è più tempo, bisogna agire, noi abbiamo fatto così!”

A cura della redazione | foto apertura: Aurora Photos, USA
“Il nostro unico azionista ora è il Pianeta. Useremo la prosperità generata da Patagonia per proteggere la vera fonte di ogni ricchezza. Stiamo facendo della Terra il nostro unico azionista. Sono seriamente intenzionato a salvare il pianeta. Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in profitti, useremo la prosperità generata da Patagonia per proteggere la vera fonte di ogni ricchezza.” – Yvon Chouinard

Quasi un anno fa…

Dalla sede californiana di Ventura, lo scorso 15 settembre 2022 Patagonia ha annunciato ufficialmente una nuova struttura proprietaria. Dal giorno della sua fondazione quasi 50 anni fa, l’intraprendenza e la visione di Yvon Chouinard, all’epoca fabbro autodidatta, sono tutt’ora simbolo di quell’esperimento di business responsabile che meno di un anno fa ha spinto la famiglia Chouinard a trasferire tutta la proprietà a due nuove entità: il Patagonia Purpose Trust e l’Holdfast Collective.

“Ogni dollaro non reinvestito nell’azienda sarà distribuito sotto forma di dividendi per proteggere il pianeta.”

 

Il Patagonia Purpose Trust

Il Patagonia Purpose Trust possiede ora tutte le azioni con diritto di voto della società (il 2% delle azioni totali) ed è stato istituito per creare una struttura legale permanente che protegga lo scopo e i valori di Patagonia. Questo aiuterà a garantire che non ci sia mai una deviazione dagli intenti del fondatore e a facilitare ciò che Patagonia continuerà a fare al meglio: dimostrare, come azienda a scopo di lucro, che il capitalismo può essere messo al servizio del pianeta.

L’Holdfast Collective

L’Holdfast Collective detiene tutte le azioni senza diritto di voto (il 98% del totale), e utilizzerà ogni dollaro ricevuto da Patagonia per proteggere la natura e la biodiversità, supportare le comunità e combattere la crisi ambientale.

The Ventura shop employees in 1966. Tom, Doreen, Tony, Dennis, Terry, Yvon, Merl, and Davey.

100 milioni di dollari per l’Ambiente

Ogni anno, i profitti in eccesso, ovvero quelli non reinvestiti nel business aziendale, saranno distribuiti da Patagonia sotto forma di dividendi all’Holdfast Collective, per aiutare a contrastare la crisi ambientale. Secondo le proiezioni, potrà mettere a disposizione un dividendo annuale di circa 100 milioni di dollari, a seconda dell’andamento del business.

Le parole di Yvon Chouinard

Ex proprietario e attuale membro del board

“È passato mezzo secolo da quando abbiamo iniziato il nostro esperimento di business responsabile. Se vogliamo sperare di avere un pianeta vivo e prospero tra altri 50 anni, è necessario che tutti noi facciamo il possibile con le risorse che abbiamo. Come uomo d’affari, nonostante non abbia mai voluto esserlo, sto facendo la mia parte. Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in profitti, useremo la prosperità generata da Patagonia per proteggere la vera fonte di ogni ricchezza. Stiamo facendo della Terra il nostro unico azionista. Sono seriamente intenzionato a salvare il pianeta.”

B Corp

Patagonia rimarrà una B Corp e proseguirà a donare ogni anno l’1% delle vendite ad associazioni ambientaliste non profit. La leadership dell’azienda non cambierà. Ryan Gellert continuerà a ricoprire il ruolo di CEO e la famiglia Chouinard a far parte del consiglio di amministrazione di Patagonia insieme a Kris Tompkins, Dan Emmett, la Dottoressa Ayana Elizabeth Johnson, Charles Conn (Presidente del consiglio di amministrazione) e Ryan Gellert.

Gli Chouinard tutti attivamente coinvolti

La famiglia Chouinard guiderà anche l’azionista di controllo dell’azienda, il Patagonia Purpose Trust, eleggendo e supervisionando il consiglio di amministrazione, e seguirà il lavoro filantropico svolto dall’Holdfast Collective.

Insieme, il consiglio di amministrazione di Patagonia e il Patagonia Purpose Trust si adopereranno per il continuo successo dell’azienda nel lungo periodo, assicurando al contempo la fedeltà al suo obiettivo e ai suoi valori.

La parola a Patagonia

Ryan Gellert, CEO e membro del consiglio di amministrazione di Patagonia

“Due anni fa, la famiglia Chouinard ha sfidato alcuni di noi a sviluppare un nuovo assetto con due obiettivi centrali. Volevano che proteggessimo lo scopo aziendale e che, al contempo, generassimo immediatamente e continuamente più fondi per combattere la crisi ambientale. Crediamo che questa nuova struttura sia in grado di raggiungere entrambi gli obiettivi e speriamo che ispiri un nuovo modo di fare impresa che metta al primo posto le persone e il pianeta.”

Kristine McDivitt Tompkins

Membro consiglio di amministrazione di Patagonia

“Ho incontrato Yvon per la prima volta quando aveva circa 24 anni, oggi ne ha quasi 84. In tutti questi anni la sua visione non ha mai vacillato. Voleva fare le cose a modo suo e alle sue condizioni. E ora che gode di buona salute, voleva stabilire un piano per il futuro dell’azienda e per il futuro del pianeta. Credo che il piano che lui e la sua famiglia hanno contribuito a creare sia strabiliante. Renderà l’azienda più competitiva e i suoi lavoratori e le sue lavoratrici, in tutto il mondo, saranno per sempre rafforzati da questo obiettivo.”

50 candeline di Business non convenzionale

“Patagonia festeggia quest’anno il suo 50° anniversario ed è pronta a concentrarsi sul futuro. Per avere un pianeta prospero, ancora prima di un business prospero, è necessario che tutti e tutte noi facciamo la nostra parte con le risorse che abbiamo. Per noi di Patagonia questo significa lavorare per salvare il nostro pianeta, godendoci il viaggio che ci avvicina a questo obiettivo.”

La storia del brand in 10 punti

Sin dalla sua nascita, Patagonia si è impegnata a realizzare prodotti di qualità arrecando meno danni possibili al pianeta. I momenti cruciali in cui ha dato priorità al pianeta e non ai profitti economici possono essere riassunti in 10 punti:
1 “Quando abbiamo cambiato il nostro modello di business per proteggere i luoghi che amiamo, passando dai chiodi per l’arrampicata alle protezioni mobili, come i friends e nuts (1972).”
2 “La prima sovvenzione a favore di un’organizzazione no-profit per contribuire a salvare una spiaggia per il surf locale (1972), che ci ha portato a iniziare a donare l’1% dei profitti annuali (1985) e a co-fondare 1% for the Planet (2002).”
3 “Il passaggio dal cotone convenzionale a quello biologico dopo che la formaldeide aveva fatto ammalare i nostri dipendenti (1996).”
4 “L’inserzione pubblicitaria ‘Don’t Buy This Jacket’ durante il Black Friday (2011).”
5 “Quando siamo diventati la prima azienda certificata B Corporation in California (2012).”
6 “Quando abbiamo istituito Patagonia Provisions (2012).”
7 “Quando abbiamo trovato nuovi modi per risarcire il pianeta, donando il 100% delle vendite del Black Friday ad associazioni ambientaliste (2016).”
8 “La causa all’amministrazione Trump per proteggere il Bears Ears National Monument (2017).”
9 “Quando ‘Siamo in business per salvare il nostro pianeta’ è diventato il nuovo scopo aziendale (2018).”
10 “Il nuovo assetto societario: il nostro unico azionista ora è il pianeta (2022).”

Il futuro di Patagonia è il futuro del Pianeta

Nei suoi prossimi 50 anni, Patagonia si concentrerà senza sosta sulla qualità: prodotti di qualità, legami di qualità con la natura, capitalismo di qualità.

“Ci allontaneremo da ciò che ci frena, aspettandoci più collaborazione anziché competizione, soprattutto di fronte a crisi cruciali come il cambiamento climatico.”

 

L’evoluzione del Capitalismo

Insieme risponderemo alle domande più difficili: il capitalismo può evolversi? Che aspetto ha il capitalismo di qualità? Come possiamo mobilitare al meglio la nostra community per affrontare le cause profonde della crisi climatica ed ecologica? Chi sono i partner inaspettati che si uniranno lungo il percorso?”.

eu.patagonia.com

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”