Poc Tectal Race SPIN NFC e Crave Clarity sono un’accoppiata casco e occhiali per MTB di altissima qualità e ricchi di contenuti tecnologici, dedicati a tutti gli amanti del trail biking.
Considerato a ragione come uno dei produttori di accessori e protezioni più attenti alla sicurezza, la reputazione di Poc è tutta meritata. Mettere la sicurezza in primo piano ha portato il marchio svedese a sviluppare soluzioni ricche di funzionalità per i biker, il casco Tectal Race Spin NFC non fa eccezione. Dotato di tecnologia NFC, per Poc questo casco aperto da trail riding è in grado di parlare per voi quando non ne siete in grado. Scopriamo ora come e perché.
Poc Tecal Race SPIN NFC: le tecnologie
Il top di gamma della serie Tectal è realizzato con una calotta in schiuma EPS rivestita da un guscio in policarbonato unibody che, secondo Poc, è stato strategicamente esteso per proteggere più del relativamente fragile rivestimento EPS dagli impatti e fornire una resistenza maggiore. Utilizza inoltre una tecnologia con un ponte in aramide, una trama che si lega alla calotta EPS, per migliorare ulteriormente l’integrità strutturale.
Veniamo alla prima caratteristica unica, il chip NFC (Near Field Communication) integrato sotto la calotta nella parte superiore, che può essere programmato – tramite app twICEme (www.twiceme.com) disponibile su Apple App Store e Google Play Store per smartphone compatibili – per memorizzare le informazioni mediche.
Troviamo anche rivestimenti riflettenti Recco Reflector (recco.com/technology/), in grado di aiutare i servizi di soccorso che cercano di localizzare qualcuno che indossa il dispositivo con uno scanner compatibile (il raggio d’azione è di circa 80 m). Il sistema è utilizzato in genere dalle squadre di soccorso alpine che localizzano chi è vittima di valanghe, ma ha una possibilità più ampia, come vuole dimostrare Poc.
L’imbottitura interna SPIN (Shearing Pad Inside), sviluppata dal marchio svedese, agisce anche come protezione dai possibili danni causati dagli urti rotazionali, con un funzionamento assimilabile al più noto MIPS.
Tornando a caratteristiche più tradizionali, la visiera è regolabile in altezza, ma senza posizioni preimpostate, con una sola vite metallica di bloccaggio collocata sulla parte centrale. Il sistema di ritenzione invece sfrutta una classica rotella indicizzata con tre punti di regolazione verticali supplementari.
Sulla parte posteriore troviamo un sistema di fissaggio dell’elastico della maschera, i cinghietti laterali sono regolabili in altezza con innesto a ‘Y’ ma senza blocco, mentre il cinturino sottogola usa una classica clip a scatto.
Il casco Poc Tectal Race SPIN NFC pesa 379 g nella nostra taglia M/L (55-58 cm, anche XS 51-54 cm e XL-XXL 59-62 cm) con un prezzo al pubblico di 250 euro. Il listino prevede anche la versione senza tecnologia NFC, Tectal Race SPIN, con il prezzo che scende a 230 euro.
Prestazioni
La tecnologia twICEme NFC ha attirato subito la nostra attenzione, iniziando la procedura di configurazione ancora prima di indossare il Tectal Race SPIN NFC. Dobbiamo fare una precisazione necessaria: la funzione si basa sul fatto che il soccorritore deve avere la stessa applicazione per leggere i dati memorizzati nel chip NFC del casco.
Fino a quando non sarà di uso comune, un foglietto inserito dentro la cover dello smartphone, un più classico documento d’identità che ricordiamo dovreste sempre portare con voi, o ancora un file nella schermata principale del telefono sempre che non l’abbiate bloccato con PIN/password, rimane il modo migliore per comunicare i vostri dati essenziali ai servizi d’emergenza.
Come puro casco, Tectal Race Spin NFC ha una vestibilità profonda e comoda, molto stabile, non muovendosi affatto anche sui trail più tecnici una volta personalizzata la calzata. Nonostante scenda basso sulla testa, non ha mostrato interferenze con gli occhiali MTB più diffusi, compresi quelli con montatura “importante”, un grosso punto a favore. Ovviamente il casco si accoppia alla perfezione con gli occhiali Crave Clarity di Poc.
Addirittura, possiamo osare una posizione bassa del sistema di ritenzione – delle tre disponibili – per non farlo scendere troppo sulla fronte e sfruttare al meglio l’eventuale maschera MTB o gli occhiali più ingombranti che vanno di moda adesso, essendo per l’appunto molto protettivo qui, sulle tempie e sulla nuca. Il classico consiglio di provare il casco prima di acquistarlo vale anche e soprattutto per questo modello Poc, dal design molto particolare.
La sensazione è di avere un casco leggero in testa, più di quanto dimostri il peso di 379 g, merito anche delle sottili ma morbide imbottiture interne, che riescono a gestire in modo decente la sudorazione anche nelle giornate estive più calde. Pur non raggiungendo i vertici di altri concorrenti, rimangono in ogni caso morbide e comode. Un plus è rappresentato dall’asciugatura rapida una volta che l’umidità in eccesso è stata espulsa.
La ventilazione è nella media, con canalizzazione interna dell’aria in ingresso dalle nove feritoie anteriori e in uscita dalle cinque posteriori, oltre ai tre “camini” nella parte superiore. Contribuisce anche la visiera con le cinque profonde scanalature in corrispondenza degli ingressi frontali.
Peccato solo che la visiera non si sposti abbastanza in altezza per riporre la maschera sulla parte anteriore del casco, rendendo così quasi superfluo il blocco dell’elastico posteriore, dovendo infatti ruotarla di 180 gradi quando non è utilizzata.
In conclusione
Poc Tecal Race SPIN NFC è un impressionante concentrato di tecnologia, che ne innalza la sicurezza a 360°, oltre a essere molto comodo da usare durante cavalcate in mountain bike di una giornata intera. Se avete un budget elevato e cercate un casco aperto da trail/enduro bello, comodo e protettivo, e amate la tecnologia all’ultimo grido, allora non guardate altrove.
Crave Clarity
Personalmente amo gli occhiali, li uso sempre, indipendentemente dalla stagione, dalle condizioni meteo, e dall’orario. Perché? Semplice, forniscono una protezione da sporco e acqua, oltre a migliorare la qualità della visione sui sentieri.
Questi Crave Clarity non fanno eccezione, con un design moderno, un peso contenuto (30 g), una lente singola estesa che protegge un’ampia porzione del viso oltre agli occhi, e un’ottima ventilazione che li rende molto comodi da indossare anche nelle giornate calde.
La chiarezza ottica della lente Carl Zeiss è di prim’ordine, con una tinta brown/silver specchiata che è specifica per migliorare il contrasto e la chiarezza mentre si va in mountain bike. Nonostante la protezione del modello in test sia “solo” di categoria 2 VLT (trasmissione dello spettro del 18%), è abbastanza scura da ridurre il riverbero in una giornata non eccessivamente luminosa, ma non così tanto da non poter essere utilizzata quando il cielo è coperto.
Avremmo sicuramente preferito la versione con lente Cat 3 VLT con trasmissione della luce ridotta all’11%. In base alla combinazione colore della montatura e tipologia della lente, passa da 36% (livello 2, anche 18%) a 11% (livello 3, anche 12% per Cat 3). Il prezzo è di 239 euro.
Conclusioni
Fermo restando la qualità e il comfort della visione, il prezzo appare elevato non trattandosi di una lente fotocromatica più efficiente in ambito off-road, dove si passa di frequente dall’aperto al bosco, dal pieno sole al cielo cupo. Peccato che Poc non fornisca questa opzione, e non consenta neppure di cambiare la lente, considerato che per l’appunto il mountain biking è uno sport che si pratica in condizioni di luce molto variabili.
Altrimenti questi Crave Clarity diventerebbero degli occhiali da consigliare a tutti i biker dal budget elevato che amano stile, protezione, e comfort della visione.