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A Premana Rampazzo iridata

di - 06/08/2017

Oggi a Premana (Lecco) si sono svolti i Campionati del Mondo di corsa in montagna long distance, ed è stato un tripudio italiano con un oro a squadre sia per i maschi che per le femmine azzurre. Ma è stata a dir poco fenomenale la prova della veneta Silvia Rampazzo (3:56:45), oro individuale capace di mettersi alle spalle la statunitense che deteneva il record sul percorso di 32 km e 2400 metri di dislivello del Giir di Mont, Kasie Enman (3:57:30), e la romena Denisa Dragomir (3:59:34).

Dopo il bronzo iridato nel trail, per la Rampazzo una nuova giornata trionfale (foto Newspower)

Orgoglio nazionale anche per il comasco Francesco Puppi (3:14:37), argento individuale subito dietro al fortissimo eritreo Petro Mamu (3:12:52), il quale è riuscito a recuperare nel finale un distacco che pareva abissale laureandosi campione del mondo. Terzo assoluto lo svizzero Pascal Egli (3:18:13).

23 nazioni hanno combattuto tenacemente lungo un percorso leggendario, reso impegnativo dalla pioggia, ma nessuno è riuscito ad inficiare una dietro l’altra le performance degli azzurri Francesco Puppi, Alessandro Rambaldini (5° in 3:24:51), Luca Cagnati (7° in 3:26:41), Gil Pintarelli (8° in 3:28:45) e Nicola Spada (15° in 3:35:50), capaci di conquistare l’oro assoluto così come le azzurre Silvia Rampazzo, Antonella Confortola (10.a in 4:11:43), Stephanie Jimenez (11.a in 4:12:18), Lisa Buzzoni (13.a in 4:19), lo stesso tempo ottenuto da Barbara Bani. La spedizione azzurra meglio di così non poteva onorare l’impegno organizzativo dell’AS Premana, elogiato anche dal neopresidente della WMRA Jonathan Wyatt.

La partenza della gara iridata maschile (foto Newspower)

Tripudio anche per l’arrivo degli amatori del Giir di Mont, con molti di essi a piazzarsi incredibilmente davanti anche a svariati campioni affermati della corsa in montagna, il che dà l’idea del valore assoluto di questa manifestazione. Primo al traguardo nella gara open, e con un tempo di tutto rispetto, è stato Davide Invernizzi davanti a Marco Moletto e Georg Piazza, mentre al femminile successo dell’eccellente Debora Benedetti, su Martina Brambilla e Lorenza Combi.

La battaglia premanese è scattata all’asciutto, quando gli oltre cento sfidanti mondiali e i 400 amatori del Giir di Mont sono partiti per rendere indimenticabile l’anniversario del 25° Giir di Mont ed il 70° dell’AS Premana. Pochi minuti ed una pioggia torrenziale è caduta sugli alpeggi lungo il percorso di gara, seppur ad intermittenza, rinfrescando l’aria dalla calura degli ultimi giorni, anche se il dibattito è ancora aperto fra chi preferiva il caldo e le discese meno scivolose e chi ha preso l’acqua come una benedizione scesa dal cielo.

All’Alpe Chiarino, dopo pochi chilometri, al maschile è già battaglia a due fra l’eritreo Petro Mamu e l’azzurro Francesco Puppi, più staccati gli altri corridori nostrani Gil Pintarelli, Luca Cagnati, “Rambo” Rambaldini e Nicola Spada. Fra le donne si scorgono invece le veloci americane Kasie Enman e Addie Bracy, ma Silvia Rampazzo e la vicecampionessa del mondo Antonella Confortola non demordono.

A Bocchetta Larec, GPM del Mondiale, Petro Mamu sfoggia sprazzi di pura classe in tenuta fosforescente, ma Puppi rimane a contatto, con il polacco Bart Przedwojewski a provare qualche colpo a sorpresa.

La Enman allunga sulla connazionale Bracy mentre la Rampazzo staziona in terza posizione, più attardate Confortola e Jimenez. All’Alpe Premaniga inizia la prima rivoluzione, con Puppi a sorpresa al comando e non di poco, Mamu segue ad una trentina di secondi con Egli in terza posizione, strepitoso Pintarelli subito dopo, mentre Rambaldini non pare poter infilare un altro colpo mondiale, questa pare non essere la gara di “Rambo”. Il passaggio al femminile è incredibile, Rampazzo balza al comando ed esplode un boato in zona arrivo nel cuore di Premana, con gli spettatori a seguire le fasi della contesa direttamente dal maxischermo. USA e GB non mollano, ma la veneziana sa come si trattano le avversarie.

Puppi mantiene invariato il proprio distacco, e tutti si aspettano un arrivo in prima posizione del comasco sul traguardo, con Mamu a doversi accontentare dell’argento e lo svizzero del bronzo. Ma… con una leggenda della corsa in montagna non è mai detta l’ultima parola e a 200 metri dalla finish line si presenta una figura minuta, facilmente riconoscibile e per niente affaticata, è Petro Mamu e non Francesco Puppi il campione del mondo di mountain running 2017: “Vincere in questa disciplina non è mai facile, ma qui la gente è fantastica e ti dà sempre una mano. Complimenti a Francesco (Puppi ndr) perché è fortissimo”. Umiltà anche dunque per la gazzella eritrea, quasi sempre una ricetta vincente. Puppi giunge secondo, stremato e felice: “Sull’ultima salita ho cercato di fare la differenza ed ho spinto più che potevo, poi purtroppo in discesa Petro Mamu ha fatto valere di più la sua tecnica. Io devo ancora migliorare in quell’ambito, ma sono soddisfatto così, alla fine meglio di così non potevo sperare. Io avrei preferito il caldo, ma è andata bene anche così”. Ottima anche la performance del terzo classificato Pascal Egli. La gioia azzurra non è finita perché Alessandro Rambaldini, Luca Cagnati, Gil Pintarelli e Nicola Spada completano l’opera con l’oro a squadre: “Alla vigilia di questa gara non pensavo nemmeno di partire – afferma Spada – martedì sono stato investito da una macchina però a questa maglia tenevo troppo, è sempre stato un sogno per me e volevo onorarla”.

Il podio maschile con da sx Puppi, Mamu e Egli (foto Newspower)

E, dopo la “delusione” per il secondo posto di Puppi quando la cronaca di gara lo dava in testa, nessuna disavventura al femminile, con Silvia Rampazzo a regalare e regalarsi l’oro individuale: “È stato un gioco di squadra spettacolare, devo ringraziare le mie compagne che mi hanno regalato l’oro, io nel mio piccolo ho cercato di dare tutto. Sono molto legata a questa gara quindi ho cercato di onorarla come potevo, ma senza una squadra come la nostra non ce l’avrei fatta. Ringrazio la mia squadra, i tecnici che ci hanno seguito e tutta la gente sul percorso, che tifandoci ha reso possibile questo successo. Questa medaglia me la appendo al cuore insieme ai miei compagni”. Seconda la statunitense Enman che questa volta nulla ha potuto contro l’indomabile azzurra. Terza la romena Dragomir, una che il Giir di Mont lo conosce ormai a menadito. Ed anche in questo caso, dopo le soddisfazioni individuali, sono arrivate quelle a squadre, con l’Italia a primeggiare grazie agli arrivi di Silvia Rampazzo, Antonella Confortola: “Sono soddisfatta della gara nonostante sia stata dura e un po’ difficile, in salita è andata bene, in discesa un po’ meno”, Stephanie Jimenez, Lisa Buzzoni e Barbara Bani, in lacrime protetta dal suo Ying Yang tatuato sulla spalla perché “Dopo le difficoltà esce sempre il sole”.

Ufficio stampa Newspower