Pubblicità

Pro Trail Runners Association: la svolta!

di - 15/03/2023

Pro Trail Runners Association

Alessandro Pegoraro ha intervistato Francesco Puppi a pochi giorni dalla nascita della Pro Trail Runners Association. Scopriamo insieme il racconto!

 

Il mondo del running, e in particolar modo quello del trail running, negli ultimi anni ha avuto un’enorme crescita di interesse. Gare, media, sponsor e atleti si sono trovati all’interno di un vortice di popolarità che pochi altri sport hanno avuto la fortuna di vivere. Si presume che a oggi in Italia il movimento del running coinvolga circa 7 milioni di appassionati. Un numero incredibile, che fa ben sperare nel futuro di questo fantastico sport.

 

Trail Runners: un numero che continua a crescere

Una crescita così rapida e vertiginosa che ha portato con sé enormi benefici e inevitabilmente anche molte problematiche. Ma, come ci piace pensare, le cosiddette “problematiche” sono sempre ottime opportunità di crescite potenziali. Per questo motivo abbiamo voluto scambiare qualche botta e risposta con Francesco Puppi, tra i più forti esponenti della disciplina, sia a livello nazionale sia internazionale, a pochi giorni dalla nascita della Pro Trail Runners Association, che già conta, mentre stiamo scrivendo, oltre 120 membri attivi, in rappresentanza di 35 Paesi e di tutti e cinque i continenti. 

 

Ciao Francesco, ci fa piacere averti qui. Ne siamo felici sia per il valore che rappresenti come atleta, sia per il tuo costante impegno nei confronti del running e del trail running nel senso più ampio del termine. Proprio in queste ultime settimane, tra le varie pagine social, c’è stato un bel tam tam sulla nuova associazione nata, la Pro Trail Runners Association, ci puoi raccontare com’è nata l’dea?

Credo che sia stato più un convergere di interessi, idee e progetti comuni a tante persone che un progetto scaturito da un’unica situazione. Arrivati a questo punto nella storia di questo sport è in un certo senso naturale che ci siano atleti interessati a prendersi cura del suo sviluppo e che vogliano proteggere i propri interessi e diritti. Tanti di noi hanno idee simili riguardo ad argomenti come gare, circuiti, diritti, climate action, antidoping. Se rimangono istanze singole perdono forza e capacità di produrre un cambiamento. Ciò che ha fatto la differenza è stata l’unione in un progetto comune che è la Pro Trail Runners Association.

 

Pro Trail Runners Association fra_patagonia copia

 

Ci sono valori ai quali vi siete ispirati o, meglio ancora, quali sono i valori che volete promuovere con la Pro Trail Runners Association?

I valori sono quelli propri dei membri che fanno parte dell’associazione: atleti professionisti o élite. Sono tutte idee venute da noi. Nello specifico, vorremmo lavorare su quattro fronti principali: antidoping e sport pulito, diritti degli atleti, calendario e competizioni, ambiente. Dal punto di vista costituzionale, ci siamo ispirati a organizzazioni come la PTO (Professional Triathlete Organization) o la CPA (Associazione dei ciclisti professionisti).

 

Quali sono gli scopi della Pro Trail Runners Association?

Lo scopo è principalmente quello di avere una voce allo stesso livello degli altri attori che hanno influenza sull’evoluzione di questo sport. Senza solamente subire le conseguenze delle loro scelte, ma creando un terreno comune sul quale portare avanti discussioni che in fondo riguardano tutti. In parallelo, vorremmo anche preservare alcuni valori che rendono il trail uno sport molto particolare e in un certo senso speciale, caratteristiche legate soprattutto alla sua community, all’ambiente e alle competizioni e circuiti esistenti. Infine, un altro obiettivo importante è quello di espandere e far crescere il trail running sia ad alto livello, garantendo il giusto riconoscimento e opportunità agli atleti élite, sia in termini di partecipazione e accesso allo sport.

 

Impatto ambientale, ecosistema, salvaguardia della Terra, tutti argomenti a cui molti atleti sono sempre più legati. Che posizione prende l’associazione?

La questione ambientale è uno dei focus dell’associazione. Allenandoci e gareggiando in un’enorme varietà di ambienti naturali ed ecosistemi, vediamo e subiamo gli effetti del cambiamento climatico ogni giorno. Vorremmo lavorare su due fronti principali. Uno è la protezione dell’ambiente e la mitigazione del nostro impatto ambientale. Dalle competizioni, all’attrezzatura, agli spostamenti necessari per prendere parte alle gare o per allenarsi. Per fare questo, lavoreremo con federazioni e organizzatori per stabilire degli standard ambientali e assicurare che vengano rispettati. L’altro è il fronte educativo, perché siamo convinti che il cambiamento debba partire dal basso e che sia necessario uno shift culturale per fare sì che la responsabilità sociale e quella ambientale diventino una priorità nelle nostre decisioni. In questo, gli atleti élite possono essere dei leader e fare una grande differenza.

 

Sapere che siete già più di 120 è sintomo che avete colto nel segno, ma quali sono le principali difficoltà che avete riscontrato nel costituirvi?

Al momento siamo quasi 180 atleti da tutto il mondo. Non abbiamo trovato difficoltà particolari nel costituire l’associazione, come ho detto credo che l’idea della Pro Trail Runners Association fosse un’esigenza avvertita da parecchi atleti. Noi founders (Kilian Jornet, Pascal Egli e io) abbiamo solo cercato di dare una forma a tutto questo. Non abbiamo dovuto convincere nessuno a prendere parte al nostro progetto, al contrario. In tanti ci hanno ringraziato o scritto perché finalmente qualcuno si era mosso nella direzione che tanti desideravano.

 

La stagione 2023 è oramai alle porte, quali sono i prossimi step programmatici dell’associazione?

Abbiamo eletto un Board composto da sette atleti: Francesco Puppi, Pascal Egli, Kaytlyn Gerbin, Corinne Malcolm, Pau Capell, Frédéric Tranchand e Eszter Csillag, e un general secretary (Albert Jorquera). In seguito alla prima assemblea dell’associazione, che si è tenuta a metà dicembre 2022, i vari membri hanno votato i progetti che l’associazione è interessata a portare avanti durante quest’anno. Infine ci siamo divisi in diversi gruppi di lavoro in base alle differenti aree e progetti, con la possibilità di avvalerci dell’aiuto di advisors e consulenti esterni. Ora siamo pronti per iniziare nel concreto.

 

C’è un messaggio che volete lasciare a chi vi legge?

Sì. Di supportarci e seguire il nostro lavoro. Siamo una non-profit, siamo e rimarremo sempre indipendenti da qualsiasi interesse privato, mettiamo a disposizione il nostro tempo e le nostre energie su base volontaria. Dipendiamo economicamente da donazioni e da eventi che organizzeremo per la nostra community, per questo ogni contributo è importante. Credo sia fondamentale capire che i risvolti pratici del nostro lavoro andranno a beneficio di tutti, non solo di una ristretta élite di atleti. Parlate della nostra associazione, seguite il nostro lavoro e la nostra attività, sia come associazione che come massimi interpreti di questo sport.

 

Di Alessandro Pegoraro  

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.