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Schurter, un dittatore a Vallnord

di - 03/07/2017

Siamo solo alla terza tappa, ma la Coppa del Mondo di cross country 2017 potrebbe considerarsi già chiusa in base a quanto visto a Vallnord (AND), dove Nino Schurter ha colto la sua terza vittoria consecutiva in una maniera che non lascia spazio a discussioni. La sua superiorità in gara è stata impressionante, una fuga iniziato sin dall’avvio con gli avversari che perdevano via via terreno, anche il quintetto postosi sulle sue tracce e che con regolari cambi cercava di riprendere l’iridato della Scott Sram, che invece allungava sempre più. L’aspetto impressionante è la sua facilità di corsa unita a una guida impeccabile che riduce al minimo i rischi di forature (e sì che proprio a Vallnord lo scorso anno aveva incassato una delle sue rarissime sconfitte degli ultimi anni, finendo 12° proprio per problemi meccanici). Dietro invece sono stati in tanti a pagare dazio, uno per tutti lo spagnolo Valero Serrano che era nel gruppetto inseguitore ma ha scontato pesantemente una foratura alla ruota posteriore nel luogo più lontano dall’assistenza meccanica. L’ultimo giro è stato una passerella, Schurter si è goduto la vittoria lasciandosi avvicinare per chiudere con 18” sull’altro elvetico Mathias Fluckinger (Radon Factory) che in volata batteva il francese Jordan Sarrou (BH-Sr Suntour). Quarta piazza per il sempre più convincente neozelandese Samuel Gaze (Specialized) a 33”. Gara da dimenticare per gli italiani: l’unico a salvarsi è stato Luca Braidot (Carabinieri), 16° anche in virtù di un ottimo giro finale nel quale ha colto il 9° parziale.

Nino Schurter, tutta la sua potenza in azione a Vallnord (foto organizzatori)

Il meglio per i colori italiani è venuto ancora una volta dalla categoria Under 23. Si può essere arrabbiati per un quarto posto in Coppa? Si direbbe di no, eppure per com’erano andate le cose Nadir Colledani (Torpado Gabogas) poteva ottenere di più, invece la volata finale per la terza piazza persa contro il lettone Martin Blums lo allontana dalla vetta della classifica che appartiene proprio al baltico. L’azzurro è finito vicino anche al vincitore, l’ex iridato junior Simon Andreassen, stella danese della Specialized che ha sudato le proverbiali sette camicie per avere ragione del sorprendente sudafricano Alan Hatherly a conferma che questa è la categoria dove le gerarchie sono estremamente mutevoli. Bellissima anche la prova di Martina Berta (Bh-Sr Suntour), quinta fra le Under 23 ma decisamente più giovane di tutte coloro che l’hanno preceduta. Qui vittoria per la svizzera della Jb Brunex Felt Sina Frei, il cui fisico minuto si sposava alla perfezione con le caratteristiche tecniche del tracciato che, lo ricordiamo, è a oltre 2.000 metri di altitudine. Battuta di oltre un minuto la statunitense Kate Courtney (Specialized) che resta comunque al comando della classifica generale.

Italiane vere e proprie comparse invece nella gara elite, ma questa purtroppo ormai non è più una notizia. Non lo è neanche la vittoria in sé dell’ucraina Yana Belomoina (Sandd American Eagle) quanto le modalità con cui essa è arrivata, non con un poderoso rush finale come ad Albstadt ma con un’azione di forza per tutta la gara che ha logorato le avversarie. Dietro di lei sono emerse le reduci del mondiale marathon, a cominciare dalla campionessa iridata Annika Langvad (Specialized) seconda a 1’37” davanti all’intramontabile norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa (Merida) a 1’56”, qui le gerarchie cominciano a prendere corpo. Nel prossimo fine settimana a Lenzerheide (SUI) ne sapremo di più.

Yana Belomoina, al suo secondo successo consecutivo in Coppa (foto organizzatori)