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SCOTT Kinabalu 3, il test

di - 06/05/2024

Scott Kinabalu 3

Kinabalu è un nome storico per gli appassionati di Scott e il brand svizzero non ha smesso di crederci e il continuo sviluppo ha dato alla luce la terza generazione della SCOTT Kinabalu; riprogettare completamente un modello è sempre un azzardo, andiamo a vedere com’è andata!

CATEGORIA: trail running
PESO: 324 g (US 8,5 uomo)
DROP: 7 mm
STACK HEIGHT: 29,5/22,5 mm

A cura di Paolo Dellavesa

LA PAROLA ALL’AZIENDA

Le nostre scarpe da trail running Kinabalu hanno una lunga storia. Ora alla loro terza generazione, abbiamo dato loro una riprogettazione completa per offrire comfort, protezione ed efficienza di corsa migliori sui trail. Corri attraverso il bosco vicino, percorrendo sentieri di corsa in montagna e goditi ogni passo. Niente più scuse, niente scorciatoie!

CARATTERISTICHE

  • La piattaforma Evolved Rocker2 (ER2) si basa su 10 anni di continua ricerca e sviluppo, applica la nostra conoscenza avanzata dei principi biomeccanici per promuovere una posizione di corsa più dinamica, riducendo gli impatti del tallone e aumentando l’efficienza della corsa. In poche parole, puoi correre più veloce e più a lungo, con meno energia.
  • Versatile Traction: il nuovo disegno dei tasselli della suola in Etilene vinil acetato (EVA)/gomma offre perfetto grip su rocce, radici e asperità del sentiero, per ottimizzare il contatto con il terreno e migliorare la trazione. È ideale per i percorsi su terreni compatti.
  • Gomma Kinetic a doppia densità, leggera e altamente reattiva, restituisce il 14% di energia in più rispetto all’EVA standard (etilene-vinilacetato), per una risposta più morbida ma stabile e più dinamica.
  • ER2 – Tecnologia Rocker Evoluta.
  • Tomaia in rete ripstop.
  • Plantare Ortholite Ultra.
  • Gabbia di supporto in poliuretano termoplastico.
  • Puntale

DESIGN & FINITURE


Il modello in test è in colore nero con dettagli sui toni del grigio. Una scelta molto distintiva e in controtendenza alle tinte sgargianti e sempre più chiare presenti sul mercato. L’impatto visivo è caratterizzato dalla possente intersuola con profilo rocker marcato. Snella la tomaia, realizzata in tessuto ripstop con trama fitta a nido d’ape, apparentemente molto resistente. Esternamente, le protezioni in TPU sono sottili e ben integrate nella struttura.

Scott Kinabalu 3

CHIUSURA & ALLOGGIAMENTO


Il sistema di allacciatura è tradizionale ma evidenzia una particolarità, i lacci sono piatti e scorrono in cinque occhielli, quattro attraverso la tomaia e quello mediano dentro un’asola cucita al suo interno. Questa soluzione, unita alla costruzione fasciante, contribuisce a una sensazione di avvolgimento piacevole e personalizzabile in base al tuo piede senza essere limitante. L’ingresso del piede è semplice anche grazie alla linguetta che si divincola bene, non serve molto tempo per trovare la giusta tensione dei lacci, che non tendono ad allentarsi durante la corsa. Se hai il piede magro esiste la possibilità di sfruttare l’occhiello extra, posto molto vicino al quinto.

COMFORT


Parametro davvero cruciale per una calzatura concepita per accompagnare il corridore durante corse di molte ore. La tomaia risulta morbida e le protezioni termoplastiche non irrigidiscono la struttura, queste sono ben sagomate e poste solo dove necessario, così da evitare la formazione di punti di sfregamento scomodi. La linguetta è imbottita, e anche serrando molto stretta la chiusura evita la compressione sul collo del piede. Nota di merito è da attribuire alla soletta Ortholite che la Kinabalu equipaggia in versione Ultra, realizzata con una particolare schiuma a bassa densità che risulta per questo molto soffice e più leggera delle precedenti.

TRASPIRABILITÀ


La tomaia, nonostante l’aspetto molto solido, ha buone proprietà traspiranti. Sulla Kinabalu questo parametro è più che altro influenzato dal colore della scarpa: quella in test proposta in nero soffre un piccolo riscaldamento extra se usata nelle giornate più torride. Per questo Scott la propone anche in un look quasi total white che è decisamente più azzeccato in estate. Se invece pensate di usarla nelle stagioni più fredde non abbiate timore; anche il drenaggio è efficace e l’asciugatura rapida vi consentirà di correre senza temere fastidiose vesciche.

GRIP


Il battistrada è realizzato con la mescola più versatile di Scott, chiamata “Traction”. Ho iniziato a testare la Kinabalu durante i piovosissimi primi giorni di marzo, senza percepire difficoltà legate alla tenuta. I tacchetti sono numerosi e ideati anch’essi per essere polivalenti, ottimi su terreno duro e semplice, non ostacolano la corretta dinamica di corsa anche se ti trovi a correre su terra battuta e asfalto.

Scott Kinabalu 3

STABILITÀ


Il piede risulta fermo all’interno dell’alloggiamento, la tomaia rivestita internamente da un telaio termoplastico contribuisce a un’ottima sensazione di stabilità. Lo stacco da terra di 29,5 mm con drop 7 mm e l’impronta a terra funzionano molto bene su terreni facili. Incontrano più difficoltà sui traversi e in particolare su pietraie e sentieri sconnessi. In queste situazioni mantenere velocità ed equilibrio non è impossibile ma occorrono ottima prontezza muscolare e propriocezione. È una scarpa che in luoghi ostici tende a stancare un po’ la caviglia. Sul corribile invece è molto piacevole da usare persino dopo alcune ore, complice la geometria a rocker accentuato che facilita la falcata.

PROTEZIONE


Il materiale ripstop che compone la tomaia è cucito con una trama a nido d’ape che garantisce ottime proprietà antistrappo. Le protezioni termoplastiche sono saldate nella zona perimetrale, lateralmente hanno più che altro una funzione di stabilizzazione del piede, mentre puntale e contrafforte tallonare garantiscono un efficace isolamento contro gli impatti accidentali. La pianta del piede è isolata da qualsiasi urto grazie allo spessore dell’intersuola. Il collarino è alto e rigido, in discesa può capitare che strisci leggermente sui malleoli, per fortuna senza creare eccessiva frizione.

CAPACITÀ DI AMMORTIZZARE


L’intersuola è realizzata in EVA a due diverse densità. La porzione posteriore, colorata in nero, è più morbida e assorbe efficacemente gli impatti più bruschi tra tallone e terreno. La porzione mediale-anteriore è più densa, risultando di conseguenza più rigida e reattiva. Seppur così spessa, tuttavia, non aspettatevi un’intersuola gommosa ma piuttosto abbastanza secca.

CONSIGLIATA PER…


È una scarpa tuttofare che consiglierei al trail runner anche non peso piuma che cerca una solida compagna di allenamenti a ritmi lenti e corse lunghe. Può essere un’ottima scelta pure per il neofita che intende iniziare a correre in natura. Predilige terreni duri e scorrevoli, non necessariamente asciutti. Consiglio di valutare il colore del modello in base alla stagione, può davvero fare la differenza.

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Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”