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Speciale Bike Test: Merida One-Sixty 6000

di - 02/03/2023

Merida One-Sixty 6000 - Speciale Bike Test - cover

Merida One-Sixty 6000 rappresenta un’eccellente soluzione per il rider di medio livello che vuole alzare l’asticella delle prestazioni nelle gare Enduro

Difficile non sentirsi a proprio agio quando si ha tra le mani questa moderna arma da Enduro. Avendo geometrie progressive, si deve guidare con un approccio attivo, aggressivo, per avere la padronanza del mezzo e non l’opposto. Per come è fatta si riescono a raggiungere velocità alte in poco tempo ed è giusto averne il controllo corretto.

Merida One-Sixty 6000 - Speciale Bike Test - salto cacciatoreEssendo comunque bassa davanti, nonostante una forcella da 170 mm di corsa, la bici in sé invita il rider ad avere una guida molto avanzata e centrale. Che poi non è vero che dia solo confidenza nei tratti veloci o più tecnici. Anche nelle curve da quelle più chiuse, come i tornanti, a quelle più veloci, come le paraboliche, possiamo notare come si riesca a giocarci.

Un aiuto arriva dal saper muover a ritmo e spostare con la giusta tempistica in discesa sia le caviglie sia i fianchi. Infatti, stare fermi e rigidi non aiuta la guida su questa aggressiva Enduro.

Il sistema Mullet (29er davanti e 27,5” dietro) accoppiato a un carro abbastanza corto (434 mm) permette di ottenere un mezzo molto agile per la categoria. In pratica ci si trova ad avere in mano una bici che ti permette di andare a tutta su pezzi veloci e anche tecnici ma senza sacrificare l’agilità nello stretto.

Speciale Bike Test - Enduro - Merida One-Sixty 6000 - bici
Merida One-Sixty 6000: 29er/27,5″ – 170/171 mm – 64° sterzo, 79° sella, 470 mm reach (Tg. M) – 15,2 kg – 6.170 €

Design

Questa One-Sixty 2023 ha un design inedito per Merida, che vuole competere ai livelli più alti nell’Enduro. Il nuovo sistema della sospensione posteriore – che sfrutta la flessione controllata del carbonio al posto del tradizionale snodo in prossimità dell’asse ruota posteriore – e le geometrie riviste e aggiornate, la rendono un mezzo performante, adatto a qualsiasi tipo di terreno e ai vari ambienti, dai trail naturali a quelli “pettinati” in stile bike park. In sostanza, una Enduro che non si tira indietro per nulla al mondo.

Ma tante sono le particolarità più o meno visibili o nascoste nel frameset full carbon e sui componenti: il vano per gli attrezzi, accessibile non proprio in modo comodo al di sotto della scatola del movimento centrale; multi-tool inserito al di sotto della sella; passanti per gli strap in velcro sotto al top tube per trasportare la camera d’aria; parafango integrato sul carro posteriore con possibilità di montarne uno più lungo e protettivo after-market. Il cablaggio interno invece passa direttamente dallo sterzo, per una linea eccezionalmente pulita e filante, impreziosita dalla colorazione nera opaca con grafiche argento a contrasto.

Sospensioni

La forcella Zeb Select da 170mm di corsa è accoppiata a un ammortizzatore Super Deluxe Select+ sempre di casa Rock Shox. La bici, nella versione Mullet in prova, ha 171 mm di travel al posteriore.

Marco Rizzo, che si è goduto la One-Sixty 6000 per un lungo periodo di tempo, ammette che all’inizio ha avuto un po’ di difficoltà nel settarla, ma anche con sospensioni più dure si riesce a scendere sui trail senza difficoltà evidenti.

Per come è fatto il mezzo, è possibile sfruttare di più il travel osando settaggi anche più morbidi. Lavorando in questo modo, non ha rilevato problemi di fondo corsa, ottenendo quindi una MTB che copia al meglio il terreno, con la stabilità che può solo aumentare, a tutto vantaggio di qualità della guida, prestazioni, e quindi lotta contro il tempo in prova speciale.

Merida One-Sixty 6000 - Speciale Bike Test - roccione Cacciatore

Merida ha fatto centro con la sua nuova bici da Enduro, portando sul mercato un mezzo elegante, raffinato e, soprattutto, molto competitivo

Geometria e dimensionamento delle taglie

Nonostante l’offerta di due formati ruota, Merida è riuscita a mantenere geometrie relativamente uniformi tra la Mullet e la 29er, tranne che per reach e stack.

La prima quota è generosa – va da 415 mm di XS a 525 mm di XL – mentre la seconda non cresce allo stesso ritmo sulle varie taglie. Cosi i biker più alti potrebbero avere un problema di altezza all’avantreno, per questo motivo Merida suggerisce di usare più distanziali al di sotto dell’attacco manubrio, inoltre le misure più grandi – L e XL – sfruttano una piega con rise da 30 mm invece che con i 18 mm delle taglie più piccole.

Nel complesso, la geometria riflette le ultime tendenze in fatto di stile “lungo, basso e aperto”. Notevole l’inclinazione del piantone sella, ben 79°, che accoppiata a un carro compatto (434 mm da XS a M, 438 su L e XL) assicura un posizionamento perfetto per i trasferimenti pedalati.

Estetica

“Esteticamente penso che sia una delle cose più belle che il mio occhio abbia mai visto. Una linea così delicata ma aggressiva nello stesso tempo, tutta nera opaca, è come se volesse dare l’impressione di essere una bici tranquilla e invece nasconde una delle anime più feroci di sempre.” Il commento di Marco Rizzo è chiarissimo, e prosegue: “Mi capita spesso di stare lì a guardarla solo per ammirarne la sua bellezza.”

Merida One-Sixty 6000 - Speciale Bike Test - carro lato

“Esteticamente penso che sia una delle cose più belle che il mio occhio abbia mai visto. Una linea così delicata ma aggressiva nello stesso tempo, tutta nera opaca, è come se volesse dare l’impressione di essere una bici tranquilla e invece nasconde una delle anime più feroci di sempre”

Assortimento delle specifiche

La trasmissione di classe Shimano SLX M7100 unisce sulla carta prestazioni e affidabilità, peccato che abbiamo rilevato problemi continui, in particolare in zona guarnitura. È infatti capitato, alla fine di percorsi particolarmente veloci e scassati, di trovare la catena saltata, con qualche difficoltà a rimetterla in sede. Questo, insieme al guida catena davvero minimale, potrebbe essere la causa di un problema non nessun rider enduro spera di rilevare, né quando prova né quando gareggia.

La forcella Zeb Select è buona, ma per alzare l’asticella e pareggiare il feeling offerto dal retrotreno, forse serve un modello di classe superiore.

I freni SLX M7120 a quattro pistoni non hanno mai dato problemi anche nelle lunghe discese intense. Un’altra specifica al top sono gli pneumatici di serie, che equivalgono alla stessa gommatura che si può trovare su una Formula 1 in qualifica. Sono sorprendenti, per solidità della carcassa DD, e mescola differenziata super morbida 3C MaxxGrip all’avantreno e più duratura ma sempre grippante 3C MaxxTerra al retrotreno (rispettivamente Assegai 29×2,50” e DHR II 27,5×2,40” di Maxxis).

Gomme del genere ti permettono di girare a pressioni veramente basse anche con la camera d’aria, superando come se niente fosse una radice viscida di sbieco. Noi abbiamo gommato la Merida One-Sixty 6000 con il set fornito dal nostro partner Vittoria: Mota 29×2,40” e Martello 27,5×2,35” rispettivamente all’anteriore e al posteriore.

La chicca è il reggisella telescopico integrato Merida Team TR che, grazie a un sistema non proprio rapido e intuitivo (serve guardare il video sul sito per capirne il funzionamento), permette non solo di personalizzare l’altezza sella ma anche e soprattutto l’abbassamento in un incredibile range compreso tra 30 e 230 mm!

Rapporto qualità / prezzo

Molto buono il prezzo in rapporto al livello del telaio e delle specifiche. Ci sono elementi che fanno la differenza nella qualità della guida e nelle prestazioni, come il telescopico integrato e gli pneumatici di serie. Altri che regalano confidenza e affidabilità, come l’impianto frenante e la sospensione posteriore servita da un ammo di alto livello. La trasmissione in teoria rientra in questo discorso, in pratica no per i problemi dovuti al salto catena all’anteriore. Anche la forcella è migliorabile per raggiungere una vera pace dei sensi nel comparto sospensioni.

Merida One-Sixty 6000 - Speciale Bike Test - carro alto

Come si colloca nella sua categoria

Questa One-Sixty 6000, al netto di qualche pecca nel montaggio, rappresenta un’eccellente soluzione per il rider di medio livello che vuole alzare l’asticella delle prestazioni nelle gare Enduro. Sintetizzando, Merida ha fatto centro con la sua nuova MTB Enduro, portando sul mercato un mezzo elegante, raffinato e, soprattutto, molto competitivo. Inoltre, l’ultima iterazione della One-Sixty è ricca di caratteristiche pratiche per chi vuole gareggiare, tra cui soluzioni intelligenti per il trasporto degli attrezzi e dei ricambi sulla e dentro la bici.

Cosa ci piace

  • Trazione eccellente in curva
  • Specifiche ben congegnate
  • Sospensioni efficaci
  • Telescopico dall’abbassamento infinito…

Cosa migliorare

  • …ma non così semplice e rapido da regolare
  • Accessibilità scomoda del vano per gli attrezzi
  • Poco reattiva nelle accelerazioni

Merida One-Sixty 6000 - Speciale Bike Test - curva Ruote di PietraGeometria

  • Reach 470 mm
  • Stack 615 mm
  • Angolo sterzo 64°
  • Angolo sella 79°
  • BB Drop 7 mm
  • Carro 434 mm
  • Interasse 1.242 mm

Scheda Tecnica

  • Telaio One-Sixty CF4 III Mullet, 171 mm
  • Forcella Rock Shox Zeb Select, 170 mm
  • Ammortizzatore Rock Shox Super Deluxe Select+
  • Trasmissione Shimano SLX M7100/SL-MT500-IL, 1x12v
  • Guarnitura Race Face Turbine 170 mm, 32d
  • Cassetta Shimano SLX M7100, 10-51d
  • Freni Shimano SLX M7120, 203/203 mm
  • Ruote Merida Expert TR AL 29 mm tubeless ready/Shimano SLX
  • Pneumatici Vittoria Mazza 29×2,40”/Martello 27,5×2,35” (di serie Maxxis Assegai DD 3C MaxxGrip TR 29x,250”/DHR II DD 3C MaxxTerra TR 27,5”x2,40”)
  • Cockpit Merida Expert eTRII o° 40 mm/Merida Team TR 780 mm 30 mm rise
  • Reggisella Merida Team TR, 30-230 mm
  • Sella Merida Expert SL
  • Taglie XS, S, M (test), L, XL
  • Peso 15,200 kg
  • Prezzo 6.170,00 €

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[foto: Giuseppe Giuliano]

 

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.