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SCOTT SPEED CARBON RC, TEST con Fabio Scipioni

di - 08/03/2022

SCOTT SPEED CARBON RC sono state protagoniste del nostro SPECIALE “TEST FIRST IMPRESSION”, grazie alla disponibilità e le competenze tecniche del nostro tester Fabio Scipioni.

Test completo e foto di Fabio Scipioni

SCOTT SPEED CARBON RC, un successo sin dai primi chilometri

I primi chilometri corsi da Fabio Scipioni con le calzature da corsa SCOTT SPEED Carbon RC sono stati un successo. 

Premessa

Ritengo sia necessario e doveroso comprendere le ragioni del progetto Speed Carbon RC e ripercorrere un po’ la storia della casa svizzera.

Scott, in tempi non sospetti, aveva già investito in nuove tecnologie: il carbonio nel 2008 (Makani RC) e nel 2010 con la geometria a centina negativa ERide (rocker) con il modello T2C. Effettivamente il mercato si è evoluto in questa direzione e molti marchi hanno sviluppato prodotti con tali tecnologie. Nel tempo sono migliorati qualitativamente i materiali, le mescole delle suole, ma la base di lavoro ha seguito il percorso segnato da Scott.

Indubbio il successo nei prodotti off-road, mancava all’azienda una scarpa race stradale in grado di competere con quelle dei noti top brand. Gli ultimi 3 anni sono stati un’esplosione di prodotti con piastre in carbonio e geometrie molto particolari. Il grande “goal” di Scott è stato creare un modello race con una piastra in carbonio dinamica (e non rigida), cioè che le permette di flettere e torcere, ma soprattutto di irrigidirsi quando il runner aumenta la velocità e la frequenza.

Una calzatura x molti runner

Un’operazione a livello di marketing molto importante, perché con un solo prodotto si può soddisfare una fascia di runner molto ampia.

Dall’èlite di 50 kg fino al buon amatore fino a 70 kg e percorrenze più lente. Una scarpa intelligente, pensata per aiutare il runner con un appoggio a medio piede verso una tecnica più efficiente sull’avampiede, senza subire gli effetti negativi del carbonio sulle articolazioni.

 

Caratteristiche principali

Nella misura da me testata, ho riscontrato un peso di appena 240 grammi nella taglia US 9.5. Le nuove SCOTT SPEED CARBON RC hanno un drop di 5 millimetri e un differenziale tacco punta (stack Height) di 30 su 25 millimetri.

Scheda tecnica

SUOLA

Alta, materiale morbido al tatto ottenuto mischiando una schiuma leggera ed elastica a doppia densità (Kinetic Foam) con l’EVA. Il risultato ha permesso una mescola resistente nel tempo con elevate caratteristiche di leggerezza e reattività.

INTERSUOLA

Con piastra in carbonio che l’azienda Scott chiama dinamica. Un risultato ottenuto dopo lunghi studi e la collaborazione con il brand americano Carbitex. La tecnologia (DFX) si basa su un supporto in materiale composito che permette molta flessione e torsione, ma garantisce le caratteristiche di risposta elastica.

Il primo modello di scarpa Scott in carbonio risale al 2008, la “Makani RC”. La novità della tecnologia proposta nella Speed Carbon RC è che il carbonio dinamico (non rigido) reagisce alla velocità e alle frequenze impresse. Aumentando la nostra velocità, la piastra infatti si irrigidisce restituendo più energia; diminuendo il ritmo si ammorbidisce, privilegiando la parte di ammortizzazione.

TECNOLOGIA

ER2 (Evolution Rocker 2). Scott è stata la prima azienda a credere nella geometria della suola rockerata: nel 2010 ha introdotto il primo modello nel mercato, la T2C con sistema ERide; questa tecnologia si basa sui principi biomeccanici riflettendosi su una postura migliore e una corsa più efficiente. Nella Carbon RC si è esasperata la curvatura per migliorare la corsa sull’avampiede.

TOMAIA

A rete leggera e traspirante, unita al TPU (poliuretano termoplastico) per migliorarne la resistenza in alcuni punti (linguetta, asole, lacci e interno collarino). L’allacciatura è a lacci piatti attraverso 5 asole (a taglio piatto di misura del laccio), di cui l’ultima spostata molto vicino al malleolo per permettere un’aderenza migliore; lalinguettaèstatairrobustitanellapartesopra il collo del piede in modo che i lacci, tirandosi, non diano fastidio. La parte di tomaia attorno al tallone è molto più rigida (come detto grazie al TPU) e imbottita internamente per ottimizzare l’aderenza nella zona sotto i malleoli.

SUPERFICIE: asfalto.

DISTANZE: dai 10k alla maratona.

ESAME VISIVO

Se è vero che la prima impressione o “First Impression” è quella che più conta… beh, ne sono rimasto folgorato.

Il risultato ottenuto è quello di un’armonia assoluta dei 4 elementi che la compongono. Le linee sono molto pulite, la suola si integra perfettamente con la tomaia. I dettagli inseriti con maniacale attenzione e di grande design (mi riferisco al taglio della tomaia attorno alla caviglia).

Una minimal…o quasi.

Pur essendo una scarpa dalle altezze importanti, sembra di avere in mano una minimal. Il colore ovviamente colpisce e ci mette “in guardia” sul fatto che ci troviamo di fronte a una RC con impostazione gara. In mano è leggera, molto leggera. La tomaia è assolutamente morbida, piegando la scarpa non si formano pieghe.

Carbonio dall’anima umana

Il carbonio non è effettivamente duro come su altri modelli competitor. Infatti flettendola manualmente si deforma linearmente dall’avampiede al tallone.

La mia First Impression

La prima impressione è quella di comfort totale.

La tomaia di tipo tradizionale, e non a calzino, permette di indossarla facilmente. Non si sente ai piedi! Avevo qualche perplessità sui lacci poiché le asole sono solo 4 più quella laterale. La scelta del laccio e asola a taglio piatto permette invece di stringere a piacimento la tomaia. Unica nota, più estetica che funzionale, la parte finale del collarino (quella sopra l’imbottitura attorno al tallone) non aderisce perfettamente alla caviglia. Forse potrebbe essere migliorata inserendo un elastico lungo il bordo (come fanno altre aziende).

Rocker accentuato

Il rocker si avverte molto forte sotto l’arco plantare, ma l’appoggio non è rigido.

La mescola della suola, in effetti, dà quella piacevole sensazione di cuscino. Ovviamente siamo su un prodotto race, quindi l’ammortizzazione è contenuta in ragionevoli limiti. Basta comunque provare a camminare per percepire marcatamente come l’altezza e la geometria esasperata ti proiettino in avanti. Muovendo i primi passi di corsa, mi sono accorto che non è un prodotto secco. Ho lavorato inizialmente più sulle frequenze che sulla velocità: stando effettivamente sull’avampiede.

Un secondo test dopo 300 chilometri

Ritornerò con un secondo test della SCOTT SPEED CARBON RCdopo circa 300k per capire se vi saranno cedimenti strutturali e se il carbonio reagirà alla stessa maniera.

Nella first impression, oltre a non sentire l’atterraggio della scarpa sul terreno, la nuova SCOTT SPEED CARBON RC ritorna con notevole velocità favorendo il richiamo. Ovviamente ho provato a variare ritmo e velocità con appoggi meno puliti per “sfidare” la scarpa. Non mi piace usare frasi di circostanza, non sarebbe corretto verso il lettore. Ho un ginocchio, diciamo, “molto sensibile” per varie operazioni, ma vi assicuro che a livello articolare non ho avuto alcun problema, alternando le andature con estrema facilità.

Carbonio promosso a pieni voti

Anzi, dirò di più, inizialmente avevo timore del carbonio della SCOTT SPEED CARBON RC per pregresse esperienze, e nei primi km mi sono reso conto che nella fase di atterraggio del piede quasi mi contraevo per proteggermi. Nulla di più sbagliato, vi garantisco che la scarpa asseconda perfettamente l’impatto sul terreno.

Commento finale della SCOTT SPEED CARBON RC

Finisco dicendo che comunque abbiamo ai piedi un modello race, destinato a un pubblico tecnicamente esperto.

Sicuramente la platea di potenziali utilizzatori è molto più ampia: dal vero atleta ad appassionati e preparati amatori, ognuno può trovare in Scott Speed Carbon RC il prodotto ideale a un prezzo assolutamente molto competitivo.

 

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”