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Torino-Barolo tutta di corsa!

di - 10/02/2023

barolo

L’affascinante viaggio di Oliviero Alotto, immerso tra i profumi, i vitigni e le colline che danno vita a uno dei più prestigiosi vini al mondo, il Barolo.

Nel tentativo di creare sempre nuovi contenuti da proporvi, il nostro direttore Daniele Milano Pession, si confronta con i suoi collaboratori più stretti. Oliviero è uno di loro e, grazie all’irrefrenabile passione che nutre verso tutto ciò che profuma di outdoor, riesce con maestria a far convivere ciò che più ama con la sua professione. Raggiungere la regione del Barolo per motivi di lavoro, partendo dalla porta di casa sua a Torino, è stato lo spunto perfetto per percorrere la strada che lo separa dalle rinomate vigne, ovviamente a piedi, anzi… di corsa!

Lasciamo la parola su questo viaggio verso Barolo a Oliviero

Da sempre ho due grandi passioni, la corsa, per eccellenza lo sport all’aria aperta, e il cibo. Lo so, due cose così possono sembrare particolarmente distanti tra loro, eppure rappresentano esattamente ciò che io sono veramente, e ancora più chi voglio essere. Una persona saldamente piantata a terra, con uno sguardo verso l’ambiente che lo ospita e innamorato di ciò che lo circonda. 

 

Il cibo, grande passione e scelta politica

“Oggi il cibo rappresenta una delle più grandi scelte politiche che possiamo fare. Sì, perché attraverso ciò che decidiamo di mangiare possiamo profondamente prendere coscienza del nostro presente e del nostro futuro.”

Decidere cosa mangiare oggi vuol dire agire sulla parte più profonda e nascosta della nostra esistenza. Significa valorizzare un territorio, saperlo raccontare e preservare, avendone grande cura e rispetto. Per questo corro attraverso il nostro territorio, cerco di raccontarlo, e per questo ho deciso anche di occuparmi di cibo, provando a costruire una realtà che sapesse coniugare gusto e sostenibilità ambientale ed economica. 

 

 

Il mio caffè Specialty di Barolo

Il caffè è diventato oramai una parte decisamente importante della mia vita… perché lo bevo, perché ho scoperto che è ancora un alimento di cui sono ancora scarsamente noti i benefici, e perché fa parte della nostra tradizione. Eppure, mi rendo sempre più conto che lo conosciamo troppo poco! Insieme ad altri soci, ho così deciso di aprire una piccola torrefazione di caffè specialty a Barolo. Oggi ho voluto uscire di casa per andare a bere un caffè proprio a Barolo, ovviamente tutto di corsa.

 

70Km per bere “solo” un caffè!

70 km, è questa la distanza che mi separa da Barolo. Non sono pochi, vero? Percorrerli interamente di corsa ha avuto per me un fascino unico! Come sempre, quando devo raggiungere una meta, cerco di tracciare il percorso. Questo per poter evitare le strade trafficate, valorizzare i sentieri sconosciuti, cercare di andare nei luoghi meno antropizzati. E tutto ciò diventa ancora più indispensabile quando, come in questo caso, il luogo che voglio raggiungere è situato in territori con alta densità di abitanti. Tracciare su cartine e mappali la strada giusta non è mai una ricerca fine a se stessa, ma un modo molto particolare e intimo di scavare dentro noi stessi, di capire ciò che vogliamo veramente, per raggiungere, in una maniera o nell’altra, la meta prefissata. 

 

 

Mi chiudo la porta di casa alle spalle

Ogni volta che esco di casa per una delle mie avventure so bene che per me sta iniziando un nuovo viaggio. Non importa la durata o la distanza, ma la disposizione mentale nella quale mi pongo verso una nuova esperienza. E anche questa volta la curiosità di provare qualcosa di nuovo e il bisogno di scoperta e accrescimento interiore mi hanno fatto chiudere la porta di casa con entusiasmo. “Sono pronto, partiamo!”. E così in pochi chilometri di percorrenza mi lascio Torino alle spalle, correndo lungo il fiume Po. Le sue rive mi sono particolarmente famigliari, perché è qui che amo allenarmi ogni mattina. In poco tempo raggiungo Moncalieri, tutto lungo la strada pedonale, fino alla fine delle Vallere, parco naturale ai confini di Torino. Un tratto piuttosto lungo, interamente su asfalto. Poi, finalmente, arriva un po’ di sterrato e percorro alcuni chilometri di sentiero sempre costeggiando il Po. Da qui oltrepasso la periferia della città e inizio a correre tra i campi, su un sentiero dell’argine del grande fiume. Sono tutti chilometri in assoluta solitudine, solo sentieri sterrati e io che corro, corro, corro… 

 

 

Tappa 1 verso Barolo > L’Ethiopia di Villastellone

La prima tappa che mi sono prefissato è a Villastellone, paese dell’hinterland dove c’è una pasticceria che amo. Ed è proprio qui che si tosta un fantastico caffè. Così, dopo aver attraversato molti campi e qualche strada secondaria, entro nel paese e subito mi butto verso la pasticceria. Un allungo che faccio volentieri, il ritmo dei passi aumenta, così come la velocità, ma ne vale la pena! È sabato, mi faccio strada tra la moltitudine di clienti che si gode la colazione del giorno di festa e mi dirigo verso il bancone. Beppe, anima del bar, mi propone subito il suo caffè, un “Ethiopia”, varietà molto pregiata, leggermente acido, ma con una tostatura che ne valorizza la dolcezza. Ci abbino pane e marmellata, tutto fatto in casa, tutto perfetto. Qui è tutto così semplice, e non potrebbe essere diversamente. Ma la strada è ancora lunga, e io ho una gran voglia di correre, di ritornare al silenzio, alla libertà. Saluto tutti e riparto subito. 

 

 

Tappa 2 verso Barolo > Casa Nova e il Parco del Roero

Continuo a correre nella pianura, solo sentieri e campi. Raggiungo un convento e visito con piacere una vecchia chiesa. È splendida, e il chiostro è magnifico. La borgata che la ospita si chiama Casa Nova, e merita una pausa. Quando corro per così tanti chilometri, non posso esimermi dall’ammirare ciò che incontro. Forse in questo sono rimasto un po’ bambino, e con stupore mi ammutolisco e ascolto il vuoto che mi separa da tutto e da tutti. Prossima destinazione il Parco del Roero. Non ci torno da parecchio tempo, è un parco molto ampio, con al suo interno tantissimi sentieri, frequentati da qualche ciclista. Per raggiungere gli ultimi paesi del Roero, prima di entrare nelle Langhe, devo attraversarlo tutto. 

 

I primi saliscendi

Poi il territorio cambia. Iniziano i primi saliscendi. La terra diventa rossa e, salendo di quota, incontro i primi noccioli e le piante da frutto, tipiche di questa zona del Piemonte. Dopo circa 10 km di sentieri vedo le prime vere colline. Per raggiungerle devo attraversare la pianura che divide Bra da Alba, una zona industriale non bellissima ma per fortuna circondata da prati e campi, che mi fanno correre ancora al riparo dalle macchine. Da qui vedo la cima della collina con il suo paese, Verduno. È proprio lui a darmi il “Benvenuto” nelle Langhe!

 

Tappa 3 verso Barolo > Le Langhe

Langhe e Roero sono divise dal fiume Tanaro, che attraverso su un ponte prevalentemente dedicato alle macchine. Una volta superato, si arriva nelle Langhe, con l’unica vera salita della giornata che mi porta a Verduno, per poi iniziare a correre nei sentieri tracciati tra le vigne, che mi conducono a La Morra. Si tratta di una magnifica balconata tra vigneti e nocciole, alcune delle colline più belle che esistano, terra di vini… di grandi vini! 

 

Tappa 4 > Il Barolo e la Cappella

Qui si produce il Barolo, dalle uve Nebbiolo, grande esempio di biodiversità. Pensate che dalla stessa uva possiamo produrre almeno quattro vini, Roero, Nebbiolo, Barbaresco e Nebbiolo. L’uva è la stessa ma, in base a dove cresce e a dove viene vinificata, ha un nome differente e un sapore completamente diverso. Continuo a correre. Dopo aver attraversato La Morra, visitato il paese e il suo belvedere, è d’obbligo fare una tappa percorrendo il sentiero che mi porta a Barolo. Lungo strada Fontanazza faccio un’altra sosta alla “Cappella del Barolo”, opera dell’artista David Tremlet che con maestria ne ha esaltato i colori e le forme. Sorge tra i vigneti del Brunate, cru di Barolo. Da qui, mentre la distanza inizia a farsi sentire nelle gambe, affronto gli ultimi chilometri che mi conducono verso la meta del mio viaggio, il centro di Barolo. Qui ha sede la nostra caffetteria e la torrefazione Ialty, nome che nasce dalla troncatura della parola Specialty, che indica ovviamente i caffè d’eccellenza del nostro territorio. 

 

 

A proposito di Ialty

Ialty è un’azienda di torrefazione di qualità nata a Barolo nel 2019 dopo un’esperienza ventennale nelle estrazioni dei caffè. Ialty è una torrefazione 100% italiana, nuovo punto di riferimento del mondo degli specialty coffee. Per torrefazione di qualità, o specialty, si intende un lavoro di ricerca fatto nel mondo di varietà dei caffè monorigine arabica, coltivati in micro lotti da singoli produttori. Piccole realtà agricole in grado di produrre un caffè di grande eccellenza. 

Oltre a proporre una linea di caffè dal profilo organolettico ricco ed esente da difetti primari nella filiera produttiva, Ialty vuole essere un centro di contaminazione culturale che unisce il mondo dell’arte, dello sport e del buon cibo. Nella scala SCA (Specialty Coffee Association) un caffè viene considerato specialty dagli 80 punti in su. A seconda di alcuni parametri, come cultivar, terroir o altitudine, il caffè specialty varia nelle aromaticità e complessità.

Scopri di più qui 

Testo e foto: Oliviero Alotto

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.