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Tre proposte per le ciaspole in Valle d’Aosta

di - 20/03/2021

Siamo ben conscenti che in questo periodo non è possibile muoversi, ma per chi è della valle d’Aosta, o per chi vuole sognare o programmare, ecco delle proposte per fare ciaspole.

In questo precedente articolo abbiamo parlato di come iniziare ad andare con le ciaspole.

Testo e Foto di Federica Campi

Proprio quando credevamo di aver superato la crisi del primo lockdown, ci siamo ritrovati improvvisamente a fare i conti con la seconda ondata che, dobbiamo essere realisti, è stata psicologicamente molto più devastante della prima. Quando non ci sono certezze sul futuro e ogni giorno c’è un continuo bombardamento di notizie, spesso fake ed in contraddizione tra loro, non si riescono a fare piani e l’unica cosa possibile è provare a fermarsi, riprendere fiato e ripensare a quello che è stato fatto di bello in passato per poi porre le basi di nuovi progetti per quando saremo di nuovo liberi di spostarci dove vorremo.

Anche per questo motivo, le massicce nevicate di questo inverno, mi stanno facendo ripensare intensamente agli inverni passati e mi è tornata un’enorme voglia di ciaspolare!

Sì, avete capito bene: non ho detto sciare ma ciaspolare!

 

Le ciaspole o racchette da neve

Le ciaspole sono una attività sportiva ancora troppo sottovalutata da tanti alpinisti e amanti degli sport invernali perché “non fa provare il brivido della velocità come invece lo sci” ma io credo fermamente che questa sia una versione distorta e solo parziale della realtà.

Proviamo a guardare la questione da un altro punto di vista: ciaspolare è la versione invernale dell’escursionismo e permette di avanzare lentamente lungo i pendii, senza la velocità tipica dello sci alpino: proprio questo ritmo più lento consente di ammirare con più attenzione il paesaggio, di scattare foto e di gustarsi la magia della natura nella sua versione invernale.

Ciò non significa che usare le ciaspole non sia impegnativo: anzi, per esperienza posso dire che si fatichi parecchio! Ovviamente la difficoltà dipende dalla scelta del percorso, tuttavia non è per nulla da sottovalutare in termini di fatica.

Con ancora i limiti regionali imposti dagli ultimi decreti ministeriali e con l’avvicinarsi delle giornate più lunghe, vorrei proporre le tre ciaspolate più belle che ho fatto la scorsa stagione ed offrire così uno spunto per tutti coloro che stanno già pianificando le prossime gite.

Vi voglio portare con me a rivivere tre itinerari molto panoramici in Val d’Aosta tra la Val Ferret e la Valtournenche, con l’intento di creare un po’ di magia in questo periodo così incerto, proprio come fa la neve che scende dolcemente attorno a noi e si posa creando capolavori meravigliosi.

 

 

Traversata della Val Ferret – Rifugio Bonatti

Questa escursione è sicuramente un grande classico per tutti coloro che frequentano la Valle d’Aosta ed in particolare la Val Ferret. L’inizio è una semplice passeggiata che parte da Planpincieux a 1.580 m ed è anche percorribile senza l’utilizzo delle ciaspole: la neve battuta della strada fa sì che non si sprofondi.

Dopo poco più di 4 km e dopo aver superato diverse malghe, si arriva in prossimità della località di Lavachey a 1.642 m, dove si trova l’omonimo rifugio in cui ci si può fermare a fare scorta di energie: da questo punto parte la salita vera e propria quindi per chi non ha ancora indossato le ciaspole, è giunto il momento che cominci a farlo!

Comincia il divertimento!

ciaspole vda

La traccia si inerpica per due tornanti e poi spiana di nuovo: si intravede dunque una nuova indicazione escursionistica, verso il rifugio Bonatti: il sentiero diventa ora scosceso e davvero impegnativo anche se, vista la sua brevità, è sicuramente alla portata di tutti!

Voltando lo sguardo verso ovest e verso sud il panorama si apre grandioso sulla val Ferret, sul Monte Bianco e sulle Grandes Jorasses e toglie davvero il fiato!

E’ tutto un susseguirsi di ripide balze che fanno aumentare l’adrenalina, in breve, si raggiunge quota 2.025 m: qui il bosco si dirada completamente ed il panorama si apre del tutto!

Ancora pochi minuti e dall’ampio vallone si raggiunge il rifugio Bonatti, cioè il nostro obiettivo finale!

Qui ci si può deliziare di una pausa pranzo con una vista meravigliosa sulle Grande Jorasses, che davvero fa sognare e ricordare la storia dell’alpinismo quando, alla fine di gennaio del 1963, la parete Nord delle Grand Jorasses è stata l’ultima del grande trittico (Cervino, Eiger ed appunto Grand Jorasses) ad opporsi strenuamente a tutti i tentativi di scalata invernale, facendosi vincere.

Il ritorno avviene sempre lungo la stessa via percorsa in salita anche se, prima di scendere, i più allenati possono conquistare altezze ancora più elevate proseguendo lungo l’ampio vallone di Malatrà: io personalmente l’ho percorso in estate e posso dire che ne vale davvero la pena!
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Escursione all’oratorio di Gilliarey dalla località di Torgnon

Un’altra meravigliosa escursione sempre in Valle d’Aosta, ma questa volta ci spostiamo in Valtournenche!

Il punto di partenza è il villaggio di Buisson di Antey a 1.100 m, dove si può lasciare la macchina per imboccare la strada che sale tra i prati: in pochi minuti si arriva alla base del vallo parafrane posto a protezione del villaggio fino ad incontrare l’inizio del sentiero che sale verso Levaz.

La vista spazia a 360° su una vallata davvero incredibile e si arriva finalmente al villaggio di Levaz, che ospitava in estate numerose famiglie di Antey ma che ora risulta abbandonato da decenni: tuttavia il tempo non ha intaccato per niente il fascino di queste case, addossate le une alle altre, con le singolari murature che alternano in alcuni punti la pietra alle travi in legno.

Per raggiungere la cappella di Gilliarey si attraversa il villaggio seguendo le frecce gialle del segnavia n. 7 e si imbocca il sentiero che prende quota sopra le case.

Da qui si apre un panorama davvero stupendo anche se ancora non è nulla in confronto a quello che si ammira in cima dall’oratorio!

Arrivati finalmente in vista della cappella a 2.174 m, dopo un dislivello positivo di circa 1.000 m, si sale verso sinistra ai margini dei prati e si arriva in breve all’oratorio circondato da 12 pietre infisse nel terreno.

Dalla cappella fondata nel 1866 dal Canonico Luigi Gorret si gode un panorama unico sulla Valtournenche: lo sguardo può spaziare dal Cervino al Grand Tournalin, dal Tantané al Monte Zerbion, a Sud dall’altra parte della valle la massa tozza del Barbeston e alla sulla destra la cima Nera, e in lontananza la piramide del Mont Emilius che emerge dietro la Becca d’Aver.

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L’escursione si chiude ripercorrendo la strada dell’andata!

Personalmente nNon avrei potuto chiedere di meglio: anche se la giornata è stata molto velata e piuttosto fredda, la vista del Cervino (e non solo!), ha ripagato di tutti gli sforzi e delle basse temperature classiche di fine gennaio.

 

 

Escursione a Chamois

Last but not least in termini di bellezza, l’ultima ciaspolata che vi propongo si compie sempre in Valtournenche ma questa volta più in alto, lungo la strada per Cervinia: più precisamente ci troviamo a Chamois, il comune più alto della Valle d’Aosta, che si trova a 1.815 m di altitudine.

È una località davvero incredibile ed è l’unico paese in cui non si trovano macchine: è conosciuta come “la perla delle Alpi” proprio perché si raggiunge solo in funivia.

Per me significa davvero un angolo di quiete al cospetto del Cervino, in un’atmosfera da favola ed è davvero impossibile poter credere il contrario o non innamorarsene fin da subito anche solo ammirando le graziose casette bianche e il campanile della chiesa risalente al 1838.

Già durante la salita in funivia avevo intravisto piccoli gruppi di stambecchi e questo aveva provocato un forte turbinio di emozioni in me, ma quando sono scesa, ed ho notato l’intero arco alpino alle spalle della chiesa, sono rimasta davvero impietrita davanti a così tanta bellezza.

Tuttavia, non c’è da perdere tempo a guardarsi attorno: un pezzo di cioccolata per fare scorte di energie (ne serviranno!), si indossano le ciaspole ed è tempo di partire!

Si esce dal paese, ripercorrendo la strada in direzione di La Magdeleine fino subito dopo la località Fioc dove termina il tratto di strada: siamo a quota 1.830 m circa.

Per salire verso il Col Pilaz occorre seguire la stradina a destra: l’ambiente è da fiaba, un bel bosco di abeti e larici carichi di neve dopo le nevicate.

Si sale con pendenza modesta, compiendo ampi tornanti, che rendono il tragitto più lungo ma agevole e dopo oltre un’ora di cammino, superiamo il cartello indicante il Col Pilaz.

A questo punto si prosegue ancora per l’ampio vallone per gli ultimi 200 m di dislivello positivo: solo un ultimo sforzo perché quello che troviamo in cima ripaga davvero di tutto: è una vista a 360 gradi sul comprensorio dell’intera Valtournenche, con il Cervino che spicca su tutto.

Il cielo azzurro risplende e la neve bianca fa da netto contrasto: quanto stupore, quanto sono abbagliata da tanta bellezza!

La pausa pranzo ha una vista mozzafiato e forse è una delle più belle delle Alpi: mi sento molto fortunata a poter ammirare tutto ciò.

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A questo punto, con ancora tanta meraviglia negli occhi, si prosegue chiudendo il percorso in direzione di Chamois, dove un sensazionale tramonto ci attende con l’intero arco alpino sullo sfondo.

Cosa chiedere di meglio per concludere una giornata così speciale? Io davvero non trovo parole.

Voglio chiudere lasciarvi con la speranza di aver offerto qualche consiglio utile per le vostre future ciaspolate e con l’augurio che questo terribile periodo possa davvero finire il prima possibile.

Se ora, in attesa di tempi migliori, ci possiamo muovere solo con i ricordi e la fantasia, non dimentichiamoci mai quanto i momenti speciali, che hanno caratterizzato il nostro passato, possano essere un motore trainante per il domani che magari scopriremo essere anche migliore.

Io ci voglio credere, e voi?

 

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.