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Un altro mondiale per la Ferrand-Prevot

di - 01/02/2015

Pronti-via. 500 metri sparati per prendere le prime posizioni, Si arriva in curva ed Eva Lechner è coinvolta nella caduta di alcune atlete. Cambio rotto. Eva risale in sella, ma cede anche la ruota posteriore. Addio sogni di gloria. Questo in sintesi il Mondiale di Eva Lechner a Tabor. L’azzurra cammina malinconicamente sul ghiaccio sferzato dalla neve verso il box. Ma non abbandona. Riprende a pedalare per concludere comunque la corsa che aveva preparato con tanta cura e per dimostrare che sarebbe stata in grado di battersi per la medaglia. Dirà al traguardo: “Sono caduta alla prima curva, ma non per causa mia, perché qualcuna mi ha spinto. Sono arrivata al box a piedi ed ho cambiato la bici. Il primo pensiero è stato quello di smettere subito. Però poi sono risalita in sella ed ho corso il secondo giro più veloce di tutte. Rammarico? Certo e molto. La forma c’è, e lo dimostra il giro più veloce, la determinazione anche così come l’amaro in bocca”.

Davanti si accende la lotta per il titolo. Attaccano le francesi. Prende il comando Chainel Lefevre, seguita a vista da Ferrand Prevot, inseguono con affanno Cant, Vos, Nash, Harris. Al secondo giro le due transalpine procedono insieme con un vantaggio che non tranquillizza. Le scivolate sono sempre in agguato e la neve aumenta d’intensità. La più brillante è Ferrand Prevot. Guadagna terreno in compagnia di Sanne Cant, tornata sotto mentre l’altra francese cede. Dietro Vos soffre, ma non molla. All’ultimo giro l’olandese capisce che il titolo è ormai perso, vuole almeno il podio e ingaggia un duello serrato con Katerina Nash per il bronzo. L’aiuta il ghiaccio, che tradisce la ceca.

Il testa a testa tra Ferrand Prevot e Sanne Cant è entusiasmante. La francese pattina con grande perizia, nonostante alcune scivolate, si presenta in testa al rettilineo d’arrivo e piazza il suo spunto. È con pieno merito la nuova campionessa del mondo. Aggiunge il titolo del ciclocross a quello su strada. La belga si consola con l’argento e sua Maestà Vos cede il trono, ma sale ancora sul podio.

Splendida la gara della giovane Alice Maria Arzuffi. Nel finale risale posizioni e taglia il traguardo al 14° posto a 2’40”. Eva Lechner è 31^ a 5’07”. Chiara Teocchi è 41^ a 7’03”. Anche lei merita l’elogio per aver terminato il mondiale nonostante la rottura del cambio che l’ha penalizzata pesantemente.

Il danese Simon Andreassen conquista il titolo iridato juniores staccando di forza il super favorito della vigilia, il belga Eli Iserbyt, che ad oggi aveva perso soltanto una gara nei confronti internazionali. Questa seconda sconfitta viene nel giorno peggiore per il giovane talento, che ha dovuto lottare anche per la conquista dell’argento a 40” dal vincitore, regolando di un soffio l’olandese Max Gulickx.

Ottima e generosa la performance degli azzurrini schierati dal Ct Fausto Scotti: Stefano Sala sesto a 1’27” davanti al tricolore Jakob Dorigoni, settimo a 1’30”. La compattezza e la qualità del gruppo è confermata dal 13° posto di Daniel Smarzaro a 2’16” e dal 21° di Antonio Folcarelli a 2’40”.

Ufficio stampa Fci

 

Simon Andreassen aggiunge il titolo mondiale di ciclocross a quello di Mtb; sopra, il podio della gara femminile Simon Andreassen aggiunge il titolo mondiale di ciclocross a quello di Mtb; sopra, il podio della gara femminile