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Viaggiare in bici: quando l’avventura diventa routine

di - 28/11/2025

avventura viaggio in bici - storie in sella - cover
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Il viaggio dovrebbe portare con sé scoperta e rischio, non ripetizione. In questa Storia in Sella riflettiamo su come la familiarità riduca l’avventura e su come ritrovare il gusto dell’ignoto, anche in bici

Si dice che viaggiare allarghi le vedute. Se esponi la tua mente a nuove esperienze, nuovi luoghi e persone, scoprirai che la tua comprensione del mondo in generale diventerà più chiara.

Tuttavia, non è sempre così: dipende da come viaggi, dove viaggi e quanto sono vari i tuoi viaggi. Se frequenti sempre gli stessi luoghi, cosa impari sul mondo?

Sono conosciuto come un appassionato di Finale Ligure, patria di fantastici percorsi in mountain bike e ambienti incredibili, tra costa ed entroterra. Ci vado dalla fine del secolo scorso, e ci ritorno periodicamente, per piacere e lavoro.

Il problema è che ormai mi è così familiare che non lo considero più un vero e proprio viaggio, essendo persone e luoghi diventati (molto) familiari. Ma quando ci sono andato per la prima volta, arrivando con nient’altro che gli appunti di un amico e una delle prime guide di itinerari nello zaino… Quella sì che è stata un’avventura.

Parte della perdita di intensità dell’esperienza di viaggio avventuroso è dovuta alla disponibilità di informazioni. Non sei più solo all’aeroporto di Salt Lake City con soltanto una serie di depliant informativi in mano e l’indirizzo di un motel economico. Ora hai uno smartphone pieno di recensioni e consigli, un elenco di percorsi “imperdibili” da percorrere tra le montagne, una selezione di suggerimenti dai forum per noleggiare la bici migliore e probabilmente un paio di offerte da parte dei local per farti da guida.

Con l’avanzare dell’età, in genere diventiamo sempre meno avventurosi. Mentre il mio io ventenne dormiva di traverso sulle sedie di un aeroporto, in Spagna, con i vestiti addosso e lo zaino come cuscino perché doveva prendere il volo successivo all’alba e non poteva permettersi un hotel, lo stesso Cristiano ora tirerebbe fuori la carta di credito e pagherebbe tutto subito.

– Leggi anche: Barriere naturali e bellezza estrema, il senso profondo della mountain bike

viaggio avventura in bici - action
Foto: Sterling Lorence

Più viaggiamo, più il nostro orizzonte si restringe

Il problema più grande, però, credo sia la familiarità. Raggiungiamo un posto per la prima volta e ci divertiamo molto. Poi siamo stimolati a tornarci perché ci siamo divertiti molto l’ultima volta. Anche se vai in un luogo nuovo, c’è la tentazione di ritornare perché sai dove sono i sentieri, dove si trova il mini market e non ti senti così fuori dal tuo ambiente. Alla fine ci si ritrova con poche mete ricorrenti che diventano il repertorio abituale per le vacanze o i viaggi ancora per molto tempo.

La vera avventura, però, dovrebbe comportare un assaggio di ignoto e almeno un po’ di rischio. Se si intraprende ogni viaggio sapendo esattamente come andrà a finire, con ciò che si farà e dove si finirà alla fine di ogni giornata già pianificato, allora non si tratta di un’avventura. E se è così familiare da essere rassicurante e confortevole, come un pub londinese, allora non si può nemmeno considerare un viaggio.

Invece di vedere ogni nuovo luogo come una potenziale destinazione in cui tornare, dovremmo cercare di assaporarlo il più possibile finché ne abbiamo la possibilità, nel caso non ci ricapitassimo mai più. Hai trascorso una fantastica vacanza sulle Alpi? Allora la prossima volta vai sui Pirenei. Prenoti sempre una guida? Prova ad andare da solo. Vai sempre da solo? Che ne dici di ingaggiare una guida?

Se pensi che Les Gets sia imbattibile, prova a scoprire Leogang o Davos. Vai sempre a Pila per una settimana? Che ne pensi di cambiare e provare La Thuile? Pedali sempre nella tua zona? Allora supera un paio di colline e immergiti nella realtà che si trova a 20 chilometri di distanza. Spesso si finisce per rimandare ciò che si vorrebbe provare, perché è più facile uscire dalla porta di casa e dirigersi verso la tua zona di comfort.

C’è un enorme potenziale nel mondo e noi possiamo vedere solo una piccola parte di esso. Ma già che siamo qui, tanto vale rendere quella parte la più grande possibile.

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[foto cover: Cronk/Kona Bikes]

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.