Abbiamo recentemente incontrato Nadir Maguet in occasione di un photoshooting di Laura D’Alessandro a Rive Rosse, oasi naturalistica tra le province di Biella e Vercelli, una giornta aspettacolare in compagnia del forte atleta de La Sportiva.
Testo di Paolo Dellavesa | foto: Laura D’Alessandro
“Paolo tieniti libero tra il 21 e il 23 maggio, andiamo a correre con Nadir a Rive Rosse; avvisa Fede che andiamo tutti e quattro. Sarà E.P.I.C.O. Io chiedo conferma a Laura D’Alessandro per le fotografie. Dobbiamo solo definire il posto, ma Rive Rosse, dalle immagini che mi avevi mandato mesi fa, è perfetto!”.
“Boom! E come posso perdere un’occasione del genere?!
Non mi servono altri dettagli. Mando subito la richiesta di ferie!”
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A day with, un giorno speciale…
“A day with” è iniziato proprio così. Una telefonata di pochi minuti ma tante idee più o meno matte, l’ennesimo entusiasmante “momentum” con 4running e Daniele Milano, che qualche settimana prima mi aveva allertato sulla possibilità di creare alcuni contenuti della rivista, come la copertina di questo numero, in una località piemontese. “Magari proprio vicino a dove abitate voi, cercando di utilizzare le automobili il meno possibile, muovendoci per quanto sia nelle nostre corde in bici o in treno”. Tante idee, insomma, che si sono poi concretizzate in una giornata incredibile trascorsa con Nadir Maguet, fortissimo atleta di casa La Sportiva, Federico Iovanovich, mio fedele compagno di gare e allenamenti, e Laura D’Alessandro, fotografa emergente, grande amante di tutto ciò che rientra nel concetto di outdoor, sempre alla ricerca di scatti inediti, sensazioni da raccontare, momenti unici e di sport da immortalare.
“Sì, ma dove? Di shooting in luoghi esotici e sempre più ‘fighi’ sono piene zeppe le riviste cartacee, e le decine di foto online sono sempre le stesse, tutte belle.”
Rive Rosse, così diverso, così unico!
Dovevo studiarmi qualcosa di diverso e unico che rappresentasse un po’ di più il mio modo di vedere il running. Bisognava creare qualcosa di originale e, perché no, sostenibile, che in un certo senso ci appartenesse veramente.
Per un paio di sere mi sono letteralmente chiuso in camera a pensare in silenzio, cercando di ritrovare nella mia testa qualcosa che avesse lasciato il segno e che non fosse troppo lontano da casa…
Ce l’ho!
“Ce l’ho!”. Come un fulmine a ciel sereno le immagini indelebili dell’ultima volta che ero salito alle Rive Rosse turbinavano nella mia testa come un caleidoscopio di memoria. Perché, a dirla tutta, Rive Rosse è un posto a dir poco sorprendente, a una manciata di minuti dalla pianura novarese in cui vivo. La terra rossa che c’è da quelle parti non ha paragoni, sembra di essere in Arizona. A far da cornice, i tipici arbusti liguri, aghifoglie fuori ordinanza e una natura selvaggia che contrasta con le stradine di campagna che si incontrano a poche centinaia di metri. Prendo in mano il telefono, chiamo Daniele che mi risponde dopo qualche squillo ed esclamo: “Ciao Zio Dan, per lo shooting con Nadir Maguet andiamo alle Rive Rosse!”.
Rive Rosse con Nadir Maguet
“L’area collinare delle Rive Rosse, situata al confine con la Baraggia, presenta una varietà di paesaggi, con zone aride a bassa vegetazione, colline rocciose, crinali e calanchi che si alternano a vigneti e piccoli corsi d’acqua, lungo i quali la vegetazione è più rigogliosa.”
Comprende dodici comuni nelle province di Biella e Vercelli e dispone di una flora dominata da specie erbacee tipiche della brughiera. Parte delle Rive Rosse è riconosciuta come Sito di Interesse Regionale (SIR). Si tratta di un’ampia zona collinare estesa per decine di chilometri, poco antropizzata, per gran parte dominata da fauna e flora selvatiche. Non è esagerato dire che ci troviamo in un posto unico al mondo.
Si corre praticamente all’interno di un antico vulcano! Sì, perché qui milioni di anni fa sorgeva un’enorme caldera. Successivamente, durante lo scontro tra Europa e Africa, che diede origine anche alle Alpi, il conseguente rivoltamento della crosta terrestre fece collassare il vulcano, così da far emergere rocce che normalmente si trovano fino a 30 km di profondità. La roccia magmatica in queste zone dona il colore rosso vivo al terreno da cui prende il nome, incredibile! Un posto decisamente fuori dagli schemi, dove abbiamo deciso di portare Nadir per un giorno, correre insieme a lui e carpirgli qualche utile segreto…
Grazie “Mago”!
“Sempre estremamente affabile, quando lo si incontra alle gare importanti, Nadir si è dimostrato un perfetto compagno di avventura e un grande professionista.”
Trascorso il tempo necessario per produrre le fotografie da cui sono state ricavate la copertina e il relativo racconto, il forte atleta valdostano ha saputo trasmettere in poche ore a tutti noi presenti il grande attaccamento che ha verso lo sport e la montagna in tutte le sue accezioni, senza dimenticare momenti di umorismo e divertimento, e senza perdere l’immediatezza e la semplicità di un ragazzino. Pochi chilometri di corsa sono stati più che sufficienti per analizzare non solo le basi della corsa in montagna, ma la corretta attitudine che ognuno di noi dovrebbe sempre avere nelle avventure outdoor.
“Nadir presto diventerà guida alpina, e nel suo futuro di atleta, proprio come sta dimostrando in questi anni, non c’è solamente la fame di record e di imprese memorabili, ma anche la ferma volontà di trasmettere a tutti noi che lo acclamiamo valori come la semplicità d’animo nella quotidianità, a cui si affianca una miscela esplosiva di grinta e determinazione infinita nei momenti in cui bisogna menare le gambe.”