L’altezza del cockpit, in particolare del manubrio, è un argomento poco discusso dai biker.
Questo avviene a torto. Ma per quale motivo? Forse il motivo principale è il non rientrare tra quelle misure che abbiamo imparato a conoscere come pilastri portanti di ogni bici: il diametro ruota, il travel delle sospensioni, l’angolo sterzo, l’altezza del movimento centrale, o il Reach.
Questo è un vero peccato, perché la geometria del manubrio, e in generale dell’appoggio anteriore, fa una grande differenza nelle prestazioni e nella qualità della guida.
Basta pedalare bici diverse per rendersene immediatamente conto. Questa sensazione diventa ancora più evidente quando si usano MTB e componenti per metterli alla prova e giudicarli in una proceduta di test. A differenza di altri aspetti nella costruzione del telaio e nelle specifiche di montaggio, dove i confini tra pro e contro possono apparire fumosi, per il manubrio un cambiamento di soli 5 mm – in altezza, ad esempio – può portare a ricadute importanti sul comportamento della bici. Basta un semplicissimo spessore, un pezzo di poco valore, spostato sopra o sotto lo stem.
Pensate ora a una mountain bike con movimento centrale particolarmente basso, accoppiato a pedivelle corte. Qui il posizionamento del biker sulla bici diventa critico, in particolare quando siamo in presenza di una quota relativamente ridotta per lo Stack (ne abbiamo parlato qui). La conseguenza è la ricerca di una messa in sella corretta, sia per pedalare sia per guidare in modo efficace la bici, rispettivamente a sella alta e abbassata. Nel caso specifico, si alza in modo adeguato il cockpit, e agendo al contrario nel caso di Stack e BB Drop elevati, con il biker letteralmente “immerso” nella bici.
In ogni caso, per il modo in cui le bici sono concepite e costruite, molte persone non stanno usando l’altezza ottimale del ponte di comando e del solo manubrio.
Perché è così importante
Uno dei fondamentali nella guida di una mountain bike è la posizione attiva, in piedi sulla bici con gomiti e ginocchia leggermente piegati. L’obiettivo è avere un range di movimento sufficiente per potere caricare l’avantreno in discesa e gestire al tempo stesso ogni impatto.
Il movimento delle braccia in compressione e in estensione è importantissimo. Non per niente si dice che i nostri arti – braccia e gambe – rappresentano la prima forma di sospensioni formata dall’insieme bici e biker. L’obiettivo è lo stesso: mantenere le ruote incollate al terreno, generando tutto il grip necessario.
Cosa succede se il manubrio è troppo basso? La prima conseguenza è un’iperestensione delle braccia quando cercate di gestire la bici per mantenere il controllo su discese ripide e sconnesse. Ma non solo, perché diventa anche difficile mantenere la testa alta e lo sguardo in avanti, oltre a sollevare la ruota anteriore da terra per agevolare il superamento di un ostacolo o tirare uno scenografico manual.
Se invece il manubrio è troppo alto? Semplice, il vostro peso viene spinto indietro, o il manubrio si trova troppo vicino al vostro petto. In generale, la sensazione più comune è quella di non avere il pieno controllo dell’avantreno e in ogni caso guidare in posizione troppo eretta, come andando a passeggio su una city bike. Un’altra conseguenza è quella di una guida pigra nei cambi di direzione.
Faccio un passo indietro, alla dimensione delle ruote, un aspetto trattato in modo marginale nell’approfondimento dedicato all’altezza e al drop del movimento centrale. Passando da una 27,5″ a una 29er è naturale che l’altezza dei mozzi da terra sia più alta, così come la forcella – a parità d’escursione – sia più lunga. Molto probabilmente il manubrio sarà collocato più in alto.
Insieme a una quota elevata di BB Drop, questa è la ragione per cui le 29er creano quella sensazione di essere “dentro” e non “sulla” bici, e in genere più pigre in curva. Non è del tutto vero, o almeno lo era nei primi anni dell’era delle ruote grandi. Molte cose sono cambiate e, complice anche offset ridotti per la forcella anteriore, le 29er sono nel complesso divertenti e appaganti da pedalare e guidare (qui l’approfondimento sui diametri ruota).
Un altro aspetto da valutare è la presenza di un Flip Chip, che agisce sull’altezza del movimento centrale e sugli angoli sterzo e sella. Ma non solo, perché cambia anche il cosiddetto Stack effettivo – la differenza tra l’altezza del cockpit e il movimento centrale – quando viene scelta la posizione Low.
Alla fine, per dinamica nella guida, questa variazione è importante quanto uno sterzo più aperto di mezzo grado e un movimento centrale più basso di 5 mm.
Dislivello sella-manubrio
In genere l’altezza del manubrio viene misurata da terra alle manopole. Non è una misura così utile, infatti non tiene conto dell’altezza del movimento centrale, che può variare anche di 20 mm tra bici della stessa categoria e con escursione simile. La distanza verticale tra il movimento centrale e le manopole è invece molto più significativa, così come la distanza orizzontale tra questi due elementi della mountain bike.
La prima, che possiamo chiamare Stack reale, è in relazione diretta con l’altezza del biker, e lavora a braccetto con un’altra misura che dipende dal posizionamento del movimento centrale: l’altezza sella. La distanza verticale tra il bottom bracket e la sella è un ottimo indicatore della lunghezza delle gambe del ciclista, correlata con la sua altezza.
Diverso dislivello sella-manubrio su due moderne full da XC
Vale la pena introdurre un’altra misura, usata per lo più nel mondo delle bici da strada, la differenza di altezza tra la seduta e la presa sul manubrio, in altre parole la parte superiore della sella e delle manopole. Questa misura, chiamata Drop sella-manubrio, ha un effetto diretto sull’ergonomia della posizione quando si guida da seduti, ma anche un’indicazione di come ci si sentirà quando si guiderà in piedi con la sella abbassata, poiché indica come lo Stack reale è correlato alla vostra altezza.
Se guardiamo alle MTB da cross country, il cosiddetto Drop sella-manubrio è generalmente elevato. Se invece passiamo a quelle da trail ed enduro, si nota che la presa sul manubrio è leggermente più in basso rispetto alla sella con il telescopico completamente esteso, se non allo stesso livello.
Front XC di ultima generazione a confronto per dislivello sella-manubrio
Indipendentemente dall’utilizzo, questa misura rappresenta un utile riferimento, impostando come punto di partenza una presa ribassata rispetto alla seduta per iniziare a cucire la bici su di sé.
Per arrivare alla configurazione ideale degli appoggi, non conta solo ed esclusivamente come siamo fatti, quindi l’altezza e la proporzione fra gli arti, ma anche e soprattutto la flessibilità e l’utilizzo della bici. L’inizio della procedura di personalizzazione non può fare a meno della corretta impostazione del Sag.
Questo vale sia per chi vuole lottare contro il tempo sia per chi ama il lato più escursionistico della mountain bike, per chi ama un setup più stabile o più comodo a seconda del proprio stile di guida o configurazione della propria bici. Al centro di tutto rimane comunque la messa a punto delle sospensioni che prende in considerazione il vostro peso e la corsa disponibile.
Dubbi e domande
Ci sono ancora un paio di questioni da valutare quando si usa la posizione della sella come solo riferimento. Per cominciare, l’angolo sella effettivo influisce sulla posizione del biker, soprattutto per chi è alto. Infatti, all’aumentare dell’altezza, la sella si allontana dal manubrio, cambiando quindi la posizione sulla bici da seduti.
In secondo luogo, su una full suspended dalle sospensioni ben configurate e bilanciate, il movimento centrale e le manopole dovrebbero abbassarsi di una misura simile quando si guida in discesa. La situazione cambia quando si frena, con la forcella che affonda decisamente sotto il trasferimento di carico verso l’avantreno. Così un’altezza del manubrio leggermente superiore potrebbe diventare l’ideale quando si affrontano percorsi particolarmente ripidi.
Fine prima parte – continua…
Qui trovate tutti i nostri approfondimenti sulla geometria della bicicletta