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DJI Mini 2 oggetto del desiderio per biker

di - 17/12/2020

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Arriva sul mercato Mini 2, l’erede del noto Mavic Mini introdotto un anno fa. L’evoluzione del primo drone DJI con peso al di sotto della soglia dei 250 g ne migliora alcuni aspetti senza stravolgere l’idea di base.

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DJI Mini 2 appena tirato fuori dalla sua scatola

Il look è praticamente immutato, cambia il radiocomando che ora guadagna il protocollo di trasmissione OcuSync 2.0, notevole passo in avanti rispetto al precedente Wi-Fi, oltre ad avere un design più solido ed ergonomico. Tornando al drone duro e puro, Mini 2 aggiunge la risoluzione 4K a 30 fps per i video, con una superiore flessibilità delle riprese, anche per quelle fotografiche.

Vediamo ora come DJI Mini 2 si è comportato nell’utilizzo inerente al nostro sport preferito, il mountain biking.

DJI Mini 2: cosa cambia?

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Il ricco contenuto del bundle Fly More Combo

È veramente difficile trovare differenze significative tra Mavic Mini e Mini 2 al primo impatto. Dal punto di vista estetico, non cambia nulla, neppure per dimensioni e peso. Non serviva perché il lavoro svolto sulla prima versione era già di livello assoluto, quindi migliorare – sia per materiali sia per finiture e assemblaggio – era veramente difficile, anche considerando l’obiettivo di mantenere una soglia di prezzo paragonabile e il peso di 249 grammi.

Guardando più da vicino si iniziano a notare alcuni dettagli importanti, a partire dal packaging, con una cinghia per il trasporto realizzata in gomma più spessa, dal solido aggancio che tiene chiuso il drone e blocca le eliche in sicurezza. Per il nostro kit Fly More Combo (599 €, altrimenti 459 € per il kit base), anche la borsa è veramente ben studiata e realizzata, riuscendo a riporre tutti gli accessori in dotazione e avendo ancora spazio a disposizione – ad esempio – per un powerbank.

Altro dettaglio importante è la porta USB Type-C, sia sul drone sia sul radiocomando, assicurando la ricarica da powerbank per il sistema di batterie inserite nella base del pacchetto Combo e per quella invece utilizzata nel Mini 2. Peccato solo che la presa USB e il vano della scheda di memoria microSD non siano protetti dalle intemperie.

Ci sono elementi che non balzano subito all’occhio e necessitano la lettura delle specifiche, come il migliore isolamento dei cavi che vanno alle eliche, e il loro rivestimento più spesso e resistente, senza tralasciare le eliche riviste per materiale e design.

Cambiano anche i motori, sempre brushless ma tutti nuovi, con superiore velocità di rotazione e di conseguenza più rumorosi, per un aumento della velocità di volo in modalità Sport (16 m/s in orizzontale e 55 m/s in verticale).

Insieme al protocollo di trasmissione OcuSync 2.0 più efficiente, è possibile volare più distante e più in alto rispetto a Mavic Mini, sebbene la batteria passi da 2.400 a 2.250 mAh, ma non solo. I nuovi motori, grazie alla potenza superiore, rendono possibile volare con vento più forte, sino a 29-38 km/h (meglio comunque non sfidare la sorte), e decollare a una quota massima di 4.000 metri.

Abbiamo già accennato alla qualità 4K/30p delle riprese, fermo restando lo stesso sensore CMOS 1/2,3” CMOS da 12 megapixel con gimbal stabilizzato su tre assi. Compare anche un led frontale, con modalità di funzionamento e colore programmabili tramite app per smartphone.

Più lontano e più in alto

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Schermata principale, da cui si può procedere con i vari aggiornamenti tra qui quelli firmware

Già dai primi istanti, dopo aver seguito l’utile e ben fatta guida al primo utilizzo della app DJI Fly, ci si rende conto delle grandi potenzialità di questo DJI Mini 2, che virtualmente raggiunge una distanza fino a tre volte superiore rispetto al modello da cui deriva direttamente, mantenendo una qualità del segnale più che discreta e un livello di carica della batteria ben oltre il limite di sicurezza (sopra il 50%). Anche in altezza il potenziale raggiunto è notevole, raddoppiando il limite precedente di circa 250 metri (ora siamo sui 500 m).

Ricordiamoci che siamo parlando di un drone da 249 g, e non di un più evoluto, versatile, ma anche costoso Air 2. Segno che DJI ha sviluppato un know how tecnologico di tutto rispetto, sapendolo distribuire lungo la sua ampia e ben strutturata gamma.

Abbiamo parlato di valori importanti per distanza e altitudine, ma ricordiamo che non sono raggiungibili legalmente (bisogna volare a vista, al massimo 150 m per distanza e 70 m per altezza), rimanendo nel puro campo delle possibilità.

Autonomia reale

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Un’utile schermata per tenere sotto controllo lo stato di salute e carica della batteria

Ovviamente, come qualsiasi cosa che si muove alimentata da un motore, bisogna fare i conti con i consumi, e quindi con l’autonomia. Delle tre modalità operative, Cinema è quella più indicata per le riprese video, anche e soprattutto nel mountain biking. Qui i video sono più fluidi, con riprese di stampo cinematico per chi ha una buona capacità nel muovere le due cloche e la rotella del gimbal della foto/videocamera. Anche i motori ne giovano, non essendo sollecitati al massimo. Si raggiungono tranquillamente i 25 minuti con una piena carica, sfiorando anche i 28 nelle migliori condizioni di volo e ripresa.

Passando a Sport, modalità più indicata per il divertimento duro e puro, è veramente difficile andare oltre i 20 minuti. In tutti i casi – anche per la modalità Normal – è consigliabile rientrare e atterrare con almeno il 15% di carica residua, per vari motivi: il vento può creare problemi e comunque il drone a un certo punto cercherà di atterrare per una semplice questione di sicurezza, e nel caso siate sopra uno specchio d’acqua o sul mare, non farà distinzioni con la terraferma… dronista avvisato, mezzo salvato.

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Le fondamentali opzioni di sicurezza avanzate

Abbiamo visto che con una batteria, quella del pacchetto base, è possibile divertirsi, potendo contare su un powerbank per una ricarica al volo mentre siamo in giro. Va decisamente meglio con il pacchetto Combo, con tre batterie in dotazione e una pratica base per riportarle a piena carica in sequenza una volta collegate al computer o a una presa di corrente, girando a ciclo continuo.

Infatti, mentre se ne usa una, si può contare su una seconda già carica e una terza in ricarica, impiegando circa un’ora per quest’ultima (intorno al tempo di volo totale delle altre due). Semplice, no?

Radiocomando: che spettacolo

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Il comodo radiocomando con protocollo di trasmissione OcuSync 2.0

Analizziamo ora nel dettaglio il radiocomando, dotato di protocollo di trasmissione OcuSync 2.0 ma anche più ingombrante e pesante. È meno facile da trasportare, ma sicuramente più facile da maneggiare, con una presa più confortevole e sicura. I controlli sono più agevoli, imparando a gestire in breve tempo le due cloche e la rotella della gimbal.

I tasti fisici sono un plus, considerando che la schermata della app DJI Fly li replica in tutto e per tutto per passare da foto a video, scattare foto o registrare video. Manca invece la versione virtuale del pulsante che ricolloca la gimbal in posizione orizzontale.

Migliora anche l’alloggiamento dello smartphone, ora in alto e non in basso, e compatibile con dimensioni superiori per lo schermo dello smartphone (sino a 7”), senza dimenticare un passaggio perfezionato per il cavo di collegamento, alloggiato direttamente all’interno del radiocomando. Per finire, l’autonomia è eccellente, riuscendo a gestire almeno cinque batterie del drone.

Volare con attenzione

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Volare sempre con estrema attenzione, soprattutto nei pressi di zone di allerta rafforzata

Ricordiamoci di un aspetto fondamentale: questo DJI Mini 2 pesa 249 g e per raggiungere questa straordinaria soglia di peso, considerate le funzionalità e le prestazioni, deve rinunciare a qualcosa. Questo “qualcosa” si chiama sensori anti collisione, necessitando un controllo anche e soprattutto a vista (che comunque sarebbe la modalità operativa legale) per evitare che sbatta contro ostacoli a volte poco visibili come cavi, rami, ecc. Proprio per questo consigliamo di sottoscrivere il piano di protezione supplementare DJI Care per il primo anno considerata l’assenza sensori e la relativa facilità di dannosi schianti indesiderati.

Anche il processore è meno potente di quello montato sui modelli Air e Pro, mancando il tracking di oggetti e persone, e quindi la funzione Follow Me che, anche e soprattutto in ambito mountain bike e in generale negli sport outdoor, ne farebbe un vero e proprio mai più senza da portare sempre con sé nello zaino.

È possibile aggirarla, con alcune limitazioni, agendo con le modalità automatiche Quickshots (soprattutto Circle, Helix e Boomerang) in cui si sceglie comunque un oggetto intorno a cui girare. I risultati, una volta scelti bene distanza e altezza, sono soddisfacenti, ricordandosi sempre di utilizzarle in spazi aperti e senza ostacoli per la massima sicurezza!

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Boomerang, forse la modalità più intrigante da quelle Quickshots

Qualità foto e video

Sì, questo DJI Mini 2 è un vero oggetto del desiderio, anche per chi ha ambizioni che vanno oltre le foto ma soprattutto i video amatoriali.

Immagini fisse e in movimento sono di alta qualità, a una condizione: che le condizioni di ripresa siano con luce almeno buona. Troviamo la risoluzione 4K a 30 fps per i video, ma il sensore non cambia rispetto a Mavic Mini, quindi le sue dimensioni alquanto limitate fanno precipitare il livello di dettaglio e incrementare quello del rumore digitale quando la luce è scarsa.

Le condizioni difficili non sono il pane quotidiano di DJI Mini 2 che però, in pieno sole osando anche qualche controluce ben gestito (tramite gimbal soprattutto), permette di raggiungere risultati eccezionali. Anche e soprattutto considerando la tipologia del prodotto e la sua fascia di prezzo. Parliamoci chiaro, in questa categoria non esiste nulla di lontanamente paragonabile…

Per quanto riguarda le foto, la possibilità di acquisire in formato RAW, migliora la situazione, potendo gestire eventuali criticità – fino a un certo punto, come nella fotografia tradizionale – in post produzione (zone troppo scure e/o troppo chiare, ecc).

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Non manca la possibilità di impostare il punto del bianco e altri valori per migliorare la qualità delle riprese foto e video

Le opzioni della app DJI Fly vengono in aiuto, potendo impostare la temperatura colore, l’esposizione e bloccarla, così da avere riprese uniformi. Altro plus è la possibilità di gestire la velocità e la fluidità del gimbal (Pitch Speed e Smoothness), per movimenti ancora più morbidi e cinematici.

Noi abbiamo operato sempre così per le nostre riprese, che potete vedere all’interno degli ultimi due test MTB dedicati rispettivamente a Cannondale Scalpel Carbon SE 1 e BMC Fourstroke 01 LT One. Altri sono in preparazione, state sintonizzati sul nostro canale 4ActionTV!

L’applicazione per smartphone – Android e Apple – è veramente ben fatta, gestendo drone, batteria e radiocomando in modo pressoché perfetto, anche per eventuali aggiornamenti firmware. È ancora migliorabile, ad esempio la versione da noi provata, una volta impostata una modalità Quickshots, riportava la qualità video a 1080k, obbligando a ripristinare 4K (o 2,7K) manualmente. Nel complesso, l’interfaccia utente è ottima e i menu sono ben strutturati.

Video: i test di Cannondale Scalpel Carbon SE 1 e di BMC Fourstroke 01 LT 0ne

Conclusioni

Che dire di questo DJI Mini 2? Un bellissimo gadget tecnologico da trasportare (quasi) sempre con sé nello zaino, per portare a un livello successivo i propri ricordi a ruote artigliate registrati per immagini fisse ma soprattutto in movimento.

Chi già conosceva Mavic Mini potrà trovare in questa evoluzione numerosi passi in avanti, in particolare per la qualità del radiocomando, sia per ergonomia sia per stabilità della trasmissione. Altre migliorie riguardano la massima risoluzione dei video, utile soprattutto per chi vuole operare dei cosiddetti crop in post produzione, perché acquisire a 1080/60p è già sufficiente per montaggi di un certo livello, con i 120 fps perfetti per slow motion. Molti utili anche i classici Quickshots, che vedono una modalità automatica in più rispetto alla precedente generazione, oltre a un aumento della massima altezza raggiungibile.

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Il retro del Mini 2, con porta USB e vano microSD non protetti

Il consiglio, per chi ha un portafoglio più ampio, è di valutare la versione Fly More Combo, con tre batterie, una base di ricarica, e la pratica borsa per il trasporto. Tutto questo ne fa un pericolosissimo oggetto del desiderio per il biker tecnologico, che già usa con frequenza e soprattutto padronanza una action cam per filmare e condividere la propria passione.

Pro

  • Protocollo di trasmissione OcuSync 2.0
  • Design riuscito
  • Dinamica di volo e riprese in modalità Cine
  • Ergonomia del radiocomando e della app

Contro

  • Mancano i sensori anti collisione
  • Manca la modalità Follow Me
  • Porta USB e scheda microSD non protette

Info: store.dji.com

Video: inseguito da un drone in bike park

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.