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Il futuro della mountain bike non è in montagna

di - 21/10/2020

MTB in città - Belgio

Ultimamente ho riflettuto sul futuro della mountain bike e su come potrebbe essere. Ci saranno senza dubbio altre innovazioni tecniche che renderanno le bici più veloci e più divertenti, oltre che più complicate e costose. E naturalmente, queste fastidiose eBike continueranno a diffondersi, erodendo gradualmente i valori fondamentali del mountain biking, ma permettendo anche alle persone di pedalare e divertirsi di più.

MTB in città - Imola
MTB all’interno del Parco delle Acque Minerali a Imola, nei pressi del rinomato autodromo Enzo e Dino Ferrari – foto: Italian Bike Test

Ma la cosa più sorprendente non è come andiamo in bicicletta, ma dove. Il futuro della mountain bike – forse – non è in montagna.

Quando ho iniziato a pedalare, era un’attività stagionale. C’era chi metteva le bici in cantina per l’inverno e le tirava fuori solo quando era quasi estate con i sentieri ormai asciutti. Ma quando gli anni ‘90 del secolo scorso hanno lasciato il posto al nuovo millennio, le cose hanno cominciato a cambiare. I sentieri costruiti appositamente per la mountain bike, con un’adeguata superficie e un adeguato drenaggio, cominciarono a diffondersi nei Paesi più avanzati nel mondo off-road, USA ma soprattutto Canada. Li abbiamo scoperti anche in Europa, con un naturale ritardo fisiologico. Anche i nostri boschi locali, che in precedenza erano stati una sorta di Narnia inesplorata (con qualche raro caso in anticipo sui tempi) sono stati trasformati in una destinazione off-road, completa di cartelli luccicanti e siti Web informativi.

All’epoca ci saremmo potuti sentire un po’ ambivalenti su questo punto. Il numero di persone che utilizzavano il sentiero si è moltiplicato, così come le famiglie con bici a noleggio alla ricerca di svago nelle rinomate destinazioni alpine. Quello a cui stavamo assistendo era il naturale progresso del mountain biking, da una società semi-segreta a una normale attività ricreativa che chiunque poteva provare, senza dover imparare l’equivalente sportivo di un saluto massonico.

Mountain bike vicino a casa

MTB in città - Roma
MTB in città? Si può! Qui al Parco di Villa Doria Pamphili a Roma – foto: Bike Shop Test

I percorsi collinari dietro casa, o addirittura quelli urbani per mountain bike, sembrano ricevere un ghigno sprezzante da molti ciclisti. Le parole evocano visioni tristi di strutture approssimative, piene di spazzatura, usate per qualche mese e poi abbandonate. Ma nel grande schema di questo nostro passatempo, stanno diventando dannatamente importanti.

Una delle ragioni è l’accessibilità. Caricare l’auto e percorrere decine – se non centinaia – di chilometri fino a un bosco o una montagna, è diventato notevolmente più costoso e difficile negli ultimi anni. In generale, se si può iniziare a pedalare subito fuori di casa, si gira di più. Qui, sui Colli Tortonesi in una zona prossima all’Oltrepo Pavese e all’Appennino Ligure, siamo relativamente fortunati ad avere colline e monti veri e propri, disseminati di splendidi percorsi in bicicletta, dalla strada all’off-road.

MTB in città - Colli Tortonesi
Saluti dai Colli Tortonesi. Sul Monte San Vito, 684 m di quota a meno di un’ora di bici dalla città di Tortona.

Ma se non siete abbastanza fortunati da vivere in un posto con una geografia piacevole, le vostre uscite infrasettimanali probabilmente dipendono da uno di questi trail dietro casa o addirittura in città. La maggior parte di noi non vive in un idillio rurale, siamo in prevalenza una nazione urbanizzata, con l’80-90% della nostra popolazione nelle aree urbane. Se continuiamo a promuovere la mountain bike solo come sport che richiede una gita in un parco nazionale o in una bike area, la sua crescita sarà limitata e avrà anche qualche impatto negativo. Ci sono moltissimi luoghi dove il numero di turisti li rende meno piacevoli da visitare, e molti di questi sono anche spot caldi per la mountain bike. Quindi, se il  movimento MTB cresce, la pressione su questi luoghi aumenta. Non è una situazione ideale.

Ma c’è un argomento ancora più convincente per avvicinare la mountain bike alla gente, e si può riassumere in una domanda: da dove arriverà la prossima generazione di biker?

Le grandi cose arrivano da piccoli sentieri

MTB in città - pump track
Pump Track in contesto urbano, qui a Pianezza (TO) in via di ultimazione – foto: Velosolutions Italia

Abbiamo già stabilito che pedalare in collina, per la maggior parte delle persone, comporta un trasferimento in auto. Va bene se sei un adulto con il tempo a disposizione e ovviamente la patente di guida, non è così bello se ti affidi ai tuoi genitori per un passaggio. Quindi, un breve anello su singletrack costruito in un parco cittadino ha molte più probabilità di portare i bambini a girare davvero, rispetto all’ennesimo video epico di qualche grosso nome del mountain biking che si lancia su pendii estremi.

Anche se un sentiero nel parco potrebbe non avere le qualità estetiche di un maestoso paesaggio naturale, non significa che non sia vera e propria mountain bike. In fondo, la guida fuori strada è un insieme di tecniche fondamentali – frenate, curve, spostamenti in sella e in fuorisella – che rimangono esattamente le stesse, che ci si trovi su una cresta alpina o sul Monte Stella di Milano, ad esempio.

MTB in città - pump trac Andalok
Le Pump Track sono un modo semplice ed efficace di avvicinare i più giovani alla MTB, qui all’area The Cave di Andalo, Paganella Bike Area – foto: Sottobosco

E anche se ci sono alcune skill e conoscenze extra coinvolte nella guida in luoghi remoti, dare ai ragazzi una certa indipendenza può spesso aiutare a favorirle. Ad esempio, è dimostrato che i bambini che pedalano da soli sviluppano migliori capacità di orientamento. La creazione di posti comodi per girare in bici vicino al luogo in cui vivono può fornire loro le competenze necessarie per pedalare verso l’orizzonte una volta raggiunta l’età adulta.

Come società, l’Italia ha un atteggiamento leggermente confuso nei confronti dei giovani (e dello sport in generale). Non vogliamo che causino problemi, quindi rimuoviamo e/o vietiamo sistematicamente le cose che possono fare per divertirsi, poi ci chiediamo perché finiscono metaforicamente fuori strada sul percorso della vita, bighellonando in gruppi numerosi e minacciosi in luoghi che non sono mai stati progettati per loro.

Il mountain biking, ad esempio, è un antidoto a questo. Ci vuole tempo e perseveranza per diventare bravi a farlo, e può aprire la porta a molte altre esperienze, sia che si tratti dell’amore di una vita per il riding, di viaggiare per il mondo su due ruote, o semplicemente di acquisire la forma fisica e la fiducia necessaria per affrontare gli spostamenti di tutti i giorni in bicicletta.

Costruiscilo e verranno

Field of Dreams - screenshot
“Costruiscilo e loro verranno” – L’uomo dei sogni [Field of Dreams]
Non si tratta solo di “costruiscilo e loro verranno”, sulla falsariga di quel film cult che risponde al nome de L’uomo dei sogni. I percorsi urbani devono essere progettati e costruiti secondo standard elevati, e questo vale se si tratta di una pump track all’ultimo grido che costa decine di migliaia di euro, o di una serie di salti in un angolo tranquillo di un bosco. Contribuisce anche a creare una sorta di comunità intorno ai sentieri, sia che si tratti di un club si allena lì, sia che si tratti solo di un paio di biker che organizzano una sessione occasionale. Ma se la formula è quella giusta, un sentiero può diventare una vera e propria risorsa per una comunità.

Quindi finisco questa riflessione con un suggerimento: se al momento non avete un posto dove pedalare in mountain bike o in BMX vicino a voi, andate a fare un giro dove vivete, trovate un paio di spot che potrebbero essere in grado di ospitare una pump track, una serie di salti, o un breve loop, e iniziate a tormentare la gente e le autorità. Potreste iniziare qualcosa di molto più grande di quanto immaginate.

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Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.