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Premana, pokerissimo di podi azzurri

di - 30/07/2017

Un’edizione del Mondiali di corsa in montagna che rimarrà nella storia, innanzitutto per la cornice di pubblico mai vista a questi livelli per una prova di questa specialità, poi per i risultati, perché forse per la prima volta abbiamo assistito davvero a un summit di tutte le migliori forze del panorama mondiale il fatto che l’Italia sia riuscita a salire sul podio di squadra in tutte le gare, con la ciliegina sulla torta dell’argento individuale di Daniel Pattis fra gli junior è la conferma della bontà della scuola italiana che continua ad essere un riferimento nel mondo.

La squadra senior azzurra, ancora sul podio (foto Newspower)

La gara di Pattis è stata un autentico capolavoro che consacra il giovane azzurro come la più grande speranza del settore, dopo l’argento europeo arriva un altro podio. Pattis ha corso soprattutto con la testa, cercando di rimanere coperto nella prima parte della durissima salita, per poi attaccare sul muro di Pezza Praa e recuperare posizioni fino a lanciarsi all’inseguimento dell’ugandese Oscar Chelimo, ormai lontano e destinato a diventare un big anche nelle corse su strada. 56” il ritardo dell’altoatesino che precede di 19” l’americano Talon Hull e di 43” il rumeno Dorin Rusu reduce dalla vittoria sui 10000 agli Europei Juniores di Grosseto. Per l’Italia arriva anche il bronzo a squadre grazie all’11° posto di Andrea Prandi a 2’12” dal vincitore, al 12° di Andrea Rostan a 2’30”, al 15° di Stefano Martinelli a 3’01”. Titolo a sorpresa alla Romania sull’Uganda.

Daniel Pattis, fantastico argento a Premana (foto Newspower)

Bellissima la gara delle pari età che dopo un’aspra battaglia vede emergere l’ugandese Risper Chebet, prima in 31’46” con 1’16” sulla turca Atalay Bahar e 1’47” sull’americana Lauren Gregory. Per l’Italia ha pesato molto la caduta in discesa di Gaia Colli che stava lontano per il podio, ma ha stoicamente proseguito finendo 14esima a 3’59”. Meglio di lei Paola Varano, nona a 3’04” e Linda Palumbo immediatamente dietro a 3’23”. 30esima Anna Frigerio a 6’25”. Oro ancora rumeno, con gli Usa (grande prestazione collettiva della scuola statunitense) argento e l’Italia sorprendente bronzo.

Gara difficilissima per l’Italia fra le senior. L’assenza di Valentina Belotti all’ultimo momento si è fatta sentire, ma le ragazze hanno lottato con coraggio pensando soprattutto alla prova a squadre, venendo alla fine premiate dalla seconda piazza a 6 punti dagli Usa con terza la Rep.Ceka. La gara individuale è stata bellissima con all’inizio la fuga di un quartetto composto dalla kenyana Lucy Wambui Murigi, ben conosciuta nelle mezze italiane, la campionessa europea Mathys Maude (SUI), la sei volte iridata Andrea Mayr (AUT) e l’argento continentale Sarah Tunstall (GBR). Al passaggio di metà gara la Murigi andava all’attacco staccando la Mayr, poco a suo agio nel format salita-discesa (ha vinto i suoi titoli sempre nelle prove di sola salita) volando verso la vittoria in 1h01’26” ma la Mayr teneva coraggiosamente guadagnandosi l’argento a 1’28”, terza la Tunstall a 2’50”. Sesta arrivava la francese Adeline Roche, campionessa mondiale trail a Badia Prataglia a 4’47” e immediatamente dietro chiudeva la prima italiana, Alice Gaggi a 5’46”. Bravissime anche Ivana Iozzia, 11esima a 7’34” e Sara Bottarelli, in grave difficoltà ma comunque essenziale col suo 14° posto a 8’35”, ritirata Roberta Ciappini.

Alla Murigi l’Italia porta davvero fortuna (foto Newspower)

La gara senior maschile è stata un dominio assoluto degli ugandesi che monopolizzavano il podio. All’inizio Bernard Dematteis provava a fare gara dura, ma al passaggio di Pezza Praa gli ugandesi erano già andati via con il solo Joe Gray, l’americano campione uscente, a tenere il ritmo. A metà gara davanti erano Ayeko e Musobo con Kiplangat a una trentina di secondi, poi una voragine con l’eritreo Mamu e Gray a guidare gli inseguitori. Il gran caldo rendeva la gara drammatica, Victor Kiplangat era quello che resisteva megli alle innalzate temperature, riprendeva i connazionali per andare a vincere in 52’31” con 19” su Joel Ayeko e 1’25” su Fred Musobo. Ammirevole Gray, quarto a 3’04” davanti a Mamu a 3’14”, poi il primo azzurro, il campione europeo Xavier Chevrier autore di una gara giudiziosa chiusa al sesto posto a 3’16” davanti a Bernard Dematteis, a 3’33”, più staccati Martin Dematteis, 12° a 5’27” e Cesare Maestri, 13° a 5’43”. A squadre Uganda col minimo possibile, 6 punti, davanti all’Italia con 25 e agli Usa con 34. E domenica si replica, con i Mondiali lunghe distanze.

Il vincitore Victor Kiplangat in azione (foto Newspower)