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Prologo, la NDR special edition per Ferrand Prevot

di - 22/04/2021

È l’artista italiano No Curves ad aver disegnato la livrea della sella Prologo Dimension NDR Nack che utilizzerà la Campionessa del Mondo Pauline Ferrand Prevot.

Una livrea scura e unica nel suo genere dove spicca l’iride, per una sella corta che è un esempio di versatilità.

Prologo, la NDR special edition per la Prevot

La Prologo dell’atleta francese

Un po’ di Italia accompagna la maglia iridata in ambito XCO e si tratta della sella Prologo Dimension NDR, che l’azienda lombarda ha preparato per Pauline Ferrand Prevot. Tecnicamente si tratta della Dimension NDR con telaio in carbonio Nack. La particolarità consiste nella livrea e nel design che è stato creato appositamente da No Curves. Le strisce iridiate UCI e la particolare trama accompagnano il simbolo di una pantera, il simbolo di Pauline.

Prologo, la NDR special edition per la Prevot

Una sella corta e versatile

Dal punto di vista tecnico, Prologo Dimension NDR Nack è una sella che ha delle dimensioni di 245×143 mm, rispettivamente per lunghezza e larghezza. È ergonomica ed è a tutti gli effetti una sella unisex, con il canale PAS. In questa versione l’ago della bilancia si ferma a 159 grammi. Versatile e utilizzata in diverse discipline: è stata una delle primissime selle corte ad essere utilizzata anche in ambito off-road, mtb e ciclocross.

a cura della redazione tecnica.

prologo.it

La sella giusta, le quattro skills di Prologo

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.