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RomaOstia: correndo attraverso la storia di Roma

di - 28/02/2022

romaostia

Mancano pochi giorni alla RomaOstia 2022 per prepararvi alla corsa vi lasciamo la “race experience” di Veronica Fabrianesi insieme a Saucony Endorphin Speed 2.

Introduzione storica a cura di Isabella Calidonna per archeorunning.com

La RomaOstia è la Mezza Maratona di Roma più storica. Nasce il 31 marzo del 1974 con una distanza differente rispetto a quella attuale, ben 28 chilometri. Raggiungendo quest’anno la sua 47ª edizione, è sicuramente una delle gare su strada più longeve dello Stivale. Una competizione dal grande fascino, un percorso per lo più pianeggiante e molto veloce, amato e odiato dai numerosissimi podisti che spesso stabiliscono proprio qui il loro Personal Best. Quella della RomaOstia è una storia a dir poco affascinante e, se per molti è “solo” una strada tutta dritta dalla Città Eterna al mare, di cose da raccontare ce ne sono molte, ma molte di più…

Benvenuti sulla via del mare! 

La via del Mare nacque perché si voleva creare una strada più comoda e sicura, in alternativa all’antica via Ostiense, una delle direttrici extraurbane più antiche di Roma, che la univa al suo porto naturale alla foce (Ostium) del Tevere. Si chiamava “Ostiense” proprio perché portava verso Ostia e faceva parte di un esteso asse viario che sin dall’antichità era stato creato per il trasporto del sale, da qui la via Salaria.

La nuova via dell’ingegner Puricelli 

La Via Ostiense era all’epoca sterrata e spesso interessata da allagamenti, vista la vicinanza con il Tevere. Così si decise di dar vita a una nuova strada, progettata nel 1926 dall’ingegner Piero Puricelli. 

romaostia

Sarebbe rientrata nel progetto di espansione di Roma verso il mare.

I lavori iniziarono il primo ottobre 1927 e il tutto venne concluso e inaugurato nell’ottobre del 1928. Per ricordare gli antichi fasti di Roma, due colonne miliarie in travertino furono poste all’inizio e alla fine dell’autostrada. Oggi è notevolmente cambiata: inizialmente pensata come un lungo rettilineo, quasi “afflato poetico” dalla città al mare, è caratterizzata da numerosi incroci che ne rallentano di molto la viabilità.

 

RomaOstia, qui si corre la Gara

Su questa strada hanno corso tutti i più grandi specialisti al mondo. Umberto Risi, che vinse all’esordio della manifestazione. Stefano Baldini, che tagliò per primo il traguardo nel 1997. Solomon Kirwa Yego, il keniota che con 58’44” detiene oggi il record non ancora eguagliato. Ultimi ma non ultimi, tutti gli atleti che, ogni anno, decidono di correre verso il mare con i loro sorrisi, la loro felicità e la loro fatica.

 

RomaOstia: il fascino di una grande gara. La race experience di Veronica Fabrianesi 

Romana doc, si definisce una sporting girl addicted, ama la corsa, che considera la propria ragione di vita, adora il fitness, il buon cibo e la moda…

 

Impegno, puntualità, disciplina

“La Corsa, quella con la C maiuscola, per me è impegno, puntualità, disciplina… dal campo di allenamento fino alla tavola. La mia Mission sui miei canali social (IG @veronicafabrianesi) è quella di condividere il mio impegno giornaliero con tutti i miei follower e presentare uno stile di vita sano, nonostante i mille impegni che la vita mette davanti a tutti noi ogni mattina.

Vedo la corsa come valvola di sfogo, ma non pratico solo quella. Grazie ai mille esercizi di potenziamento e tonificazione, oltre che sentirmi meglio, riesco anche a correre molto meglio, a essere più veloce, ad aumentare la mia autostima. Migliorare dove sono carente è quasi una metafora della vita per potermi sempre tirare fuori da ogni situazione difficile. Con il tempo ho proprio imparato che i nostri punti deboli, se lavorati con pazienza, che sia un muscolo indebolito, o una parte del nostro carattere, possono diventare vere e proprie armi che ci rendono ancora più forti”.

 

La forza della positività interiore

“Vivo ogni giorno cercando di essere sempre positiva in ogni cosa che faccio. C’è chi dice che sia uno dei principali pregi del mio carattere ma, anche quando le cose si mettono male, cerco sempre di tirare fuori il meglio di me stessa. Ero una persona estremamente timida con difficoltà a esternare le emozioni e a relazionarmi con gli altri. Lo sport mi ha insegnato a essere una donna più matura, migliorando il mio carattere. Oggi voglio condividere con tutti voi questo grande insegnamento che mi ha regalato l’atletica. Oggi voglio raccontarvi della mia RomaOstia!”.

 

Prima del Covid…  era il saluto alla primavera

“Nel periodo pre-covid tutti i runner identificavano nella RomaOstia come una porta verso la primavera. Una corsa assolutamente speciale che dall’Eur ti portava dritto al mare. Non c’erano ‘se’ e non c’erano ‘ma’, solo 21 chilometri da correre concentrati, guardando avanti e ascoltando le gambe girare sotto di noi.”

 

Il “drittone” della Cristoforo Colombo

Il drittone della Cristoforo Colombo non distrae dalla fatica, anzi nasconde insidie pericolose per chi la affronta la prima volta, soprattutto quando si arriva tra il decimo e l’undicesimo chilometro alla famosa salita del Presidente! Salita spacca gambe, che potrebbe compromettere la seconda metà della gara”.

 

Sveglia presto, la mia RomaOstia è iniziata proprio così

“Come per tutti i runner presenti, le fasi che hanno preceduto la partenza sono state per me molto emozionanti. Poi è arrivata la concentrazione, necessaria per fare mente locale e pensare che da lì al mare bisognava correre per altri 21 chilometri. Tutti dritti, lineari, dal primo all’ultimo metro insieme a oltre 5.000 altri runner, che gioia!”.

 

Si entra in griglia

“Gabbie, waves, griglie, chiamatele come volete voi, ma tornarci dentro è stato quasi un tuffo al cuore. Vedere nuovamente le transenne di metallo, con tutti gli striscioni e i controllori che ti facevano entrare in fila indiana, che bello! Per chi è abituato a correre sempre libero, forse è un po’ difficile da capire e condividere, ma a me il pettorale da indossare piace sempre un sacco. Avere un numero che mi identifica, ottenere una medaglia al traguardo, anche se non perché ho vinto, fa sempre la differenza, ed è un ottimo obiettivo per tutti i miei allenamenti”.

 

8:15, la seconda onda, la MIA!

“08:15, parte la seconda onda… tocca a me. Sono agitata come non mai. Riguardo in continuazione se il pettorale è attaccato bene. Siamo partiti, e io parto subito bene, anzi, un’ottima partenza. I primi 5 chilometri sono stati un po’ rivisitati, ma poi lo vedo davanti a me, in mezzo ad altre migliaia di runner. Il drittone è lì davanti, uno sprigionarsi incredibile di colori. E siamo noi, tutti uniti dalla stessa passione, pronti a correre”

 

Saucony Endorphin Speed 2, come girano le gambe!!!

“Prendo un bel ritmo, buone sensazioni dal 6° km e via, faccio girare la gamba. Tutto risulta facile facile. Ai piedi un paio di Saucony Endorphin Speed 2. Un rocker che si sente proprio e una facilità di rullata come poche. Un grado di ammortizzazione perfetto per me, senza lasciare da parte la reattività che si sente e fa correre davvero molto facile. Ma questo fino al 13° chilometro”.

 

Stop forzato, ma l’esperienza insegna

“Tutto bene finché al 13° km sudo freddo! Purtroppo uno di quei ‘problemini’ che noi runner vorremmo che non capitassero mai… Un mal di pancia fortissimo, una pausa forzata, una seconda parte di gara corsa un po’ più in sordina, ma comunque la dimostrazione che l’imprevisto, anche quando meno te lo aspetti, può sempre arrivare. Il risultato cronometrico finale, a questo punto, perde un po’ di valore, dopo un passaggio ai 10k in poco più di 52 minuti, contavo di rimanere su quei ritmi, ma va bene così. In fin dei conti, ogni gara ha la sua storia, e c’è sempre da imparare”.

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.