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Storie in Sella: Eccesso di sicurezza, moda o necessità?

di - 10/10/2023

Storie in Sella - Eccesso di sicurezza - cover

Pensare al “cosa succede se” non sembra un punto di partenza razionale per prendere decisioni sull’acquisto di accessori per la sicurezza in bici, ma è da questa posizione che molti di noi fanno proprio questo

“Non posso dimenticare questo piccolo tesoro”, disse, agitando la mentoniera arancione brillante che teneva in mano prima di infilarla in una tasca esterna di uno zaino sospettosamente grande e troppo pieno. Considerando la relativa brevità del tour che stavamo per affrontare, mi chiesi se l’accoppiata “strapieno” ed “eccessivo” avesse un qualche significato più profondo.

Ma, insomma, a ciascuno il suo, pensai. Così tenni la bocca chiusa, fissai il sole in lontananza mentre si aggiustava ancora una volta le ginocchiere, battendo tranquillamente le dita nude sul manubrio in attesa delle due ore a venire.

“Woah, amico… niente casco integrale? Stai davvero pedalando senza mentoniera?” Non essendo abituato a essere additato per la mancanza di protezioni adeguate su un percorso locale che ho vidimato qualche centinaio di volte senza il beneficio di questo particolare accessorio, all’inizio non ho capito che questa domanda fosse rivolta a me. Poi è stata ripetuta e, nel silenzio in cui normalmente si forma una risposta, mi sono reso conto di essere l’unico biker in questo particolare gruppo a non indossare una protezione per la testa di questo livello. Hmmm…

Ricordo ancora i tempi in cui la semplice “scodella” era poco più che un accessorio, prima che la maggior parte dei biker iniziasse a indossarla sempre e comunque. Essendo i traumi cranici quello che sono, posso capire il desiderio di proteggersi da essi e per se stessi, e posso anche simpatizzare con la mentalità del gruppo dei più premurosi, secondo cui il dover gestire la frattura della mascella di un amico toglie a tutti il divertimento della giornata, ma anche così non sopporto la pressione a conformarsi. Perciò, ecco, mettiamo le cose in chiaro: va bene la sicurezza, ma a tutto c’è un limite. Per un giro in cui, sforzandomi davvero, riuscirei a contare forse una mezza dozzina di sassi nei 20 chilometri successivi? No, questo è un po’ troppo.

“Senti, amico, scusa. Non sapevo che ci fosse un codice di abbigliamento per questo giro. Non ho mai girato con voi prima d’ora, quindi sono andato in bici con il mio solito kit. Andrà bene. Se mi rompo il muso, prometto di ridurre al minimo indispensabile le urla.”

Guardando un cerchio di facce che mi fissavano, divenne ovvio che ognuna di esse pensava di trovarsi di fronte a un novellino, a un idiota, e a un individuo profondamente autodistruttivo. Un’impressione senza dubbio aggravata dalla vista dei miei calzini apparentemente spaiati, dei miei shorts dal look un po’ troppo casual, e dalla mia maglia a maniche lunghe in lana merino.

“Sul serio, ragazzi, farò il bravo e non vi creerò alcun problema.”

“Non è questo”, disse il tipo con la mentoniera già fissata al casco ancora prima di iniziare il giro. “Vogliamo solo che tu sia al sicuro.”

“Farò del mio meglio”, borbottai. E così iniziammo a pedalare. Per circa 10 metri.

Storie in Sella - Eccesso di sicurezza - guanti
Foto: Sam Needham

“Ehi, ma dove sono i guanti?”

A questo punto non ero sicuro di sentirmi rimproverato o se questi ragazzi fossero così ossessionati dall’apparire a posto da doverlo evidenziare. Il fatto è che è davvero difficile far sentire in colpa un uomo di 50 anni che va in bici da più di trent’anni. Nel mio passato di biker ho commesso ogni singolo errore nell’equipaggiamento che si possa compiere. Sono passato dal non avere nessuna idea e nessun accessorio tecnico, al pensare di conoscere tutto, di essere preparato a tutto, e di portare con me uno zaino con 10 chili di pezzi di ricambio e un kit di pronto soccorso come prova. Ho indossato l’abbigliamento protettivo più recente e più bello, e porto le cicatrici delle cadute mentre lo indossavo. Ho guidato nudo sotto la luna piena e ancora sorrido al ricordo.

“Dacci un taglio. Io non indosso i guanti in salita, per di più con questa temperatura.”

“Come sarebbe a dire che non indossi i guanti? E se ti schianti? Non ci hai mai pensato?”

“Penso sempre alle cadute. Odio cadere. Indosso guanti dal 1991, ma solo quando lo ritengo necessario. So bene quanto sia doloroso mettere le mani a terra in determinate situazioni. Ma scegliere quando e dove farlo, tiene alta la mia soglia dell’attenzione.”

“Sì, ma cosa succede se dovessi cadere?”

È una conversazione che ho già avuto molte volte in passato e non sono mai riuscito a esprimere pienamente il mio senso di fatalismo sulla relativa fragilità della nostra esistenza. Ci sono persone in giro, e forse anche tu sei uno di loro, che sentono il bisogno di proteggersi da ogni potenziale minaccia. Non cercherei di dissuaderti da questo, soprattutto se farlo ti fa sentire più sicuro, o più competente, o in qualche modo più a tuo agio. Ma il mondo arriverà comunque a mietere alcuni di noi, indipendentemente da quanto attentamente cerchiamo di evitare che ciò accada. Le luci lampeggianti e le fodere MIPS non eviteranno gli automobilisti, ubriachi o distratti dallo smartphone, che pilotano SUV mortali da oltre due tonnellate.

Storie in Sella - Eccesso di sicurezza - lifestyle
Foto: Moritz Ablinger

Casco integrale, guanti e ginocchiere servono a poco se si cade da un dirupo. E gli indumenti stilosi in fibre sintetiche puzzano sempre quando si suda

La sicurezza è una cosa molto personale. Non direi a nessun altro cosa è giusto o sbagliato per loro. Spero che gli altri mi facciano la stessa cortesia. Quello dell’abbigliamento e degli accessori per la sicurezza è anche un settore di mercato piuttosto vasto. Pensare al “cosa succede se” non sembra essere un punto di partenza molto razionale per prendere decisioni sull’acquisto, ma è da questa posizione che molti di noi fanno proprio questo. E lo dice chi usa le ginocchiere la maggior parte delle volte in cui esce in bici.

Una volta percorrevamo i sentieri più impervi in pantaloni corti e scarponcini da trekking. Andavamo su bici rigide scadenti, insicure e pesanti. Abbiamo esplorato i profondi recessi di luoghi isolati, senza cellulari, senza GPS, senza localizzatori, e siamo comunque riusciti a ritrovare la strada di casa. Abbiamo vissuto avventure. Continuiamo a viverle.

Cercate di concentrarvi sull’avventura, invece di soffermarvi sulla paura. Guardatevi allo specchio, riflettete il necessario, spendete il giusto, pedalate di più. E se potete, evitate di schiantarvi.

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Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.