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Strizzando gli occhi verso il tramonto

di - 13/08/2021

Pedalando verso il tramonto - cover

Spingersi a ovest verso il tramonto è un’impresa folle. Il sentiero sarà ancora lì al mattino, pronto per gambe fresche, con il sole alle spalle.

tramonto - djanco unchainedOgni giorno inizia con la solita routine da smart working. Colazione, caffè davanti al computer già acceso, la rotellina che gira mentre le mail vengono scaricate. La radio è il primo sottofondo musicale, seguita dai podcast, poi le playlist, poi di nuovo la radio a cercare un accompagnamento che entri in sintonia con i pensieri e con le dita che si muovono sulla tastiera.

A un certo punto di ogni tardo pomeriggio, con il corpo irrigidito da altre ore trascorse seduto nella stessa posizione, gli occhi annebbiati dallo schermo, lo sguardo si sposta sulla finestra, identificando un orizzonte che viene consumato da una palla di fuoco arancione. Sarebbe il momento di smettere di lavorare, spegnere il computer e cedere al richiamo del grande ovest. La sanità mentale viene preservata, vivendo il momento per ripeterlo l’indomani.

Una volta, questa cosa della corsa verso il tramonto era un espediente comune alla fine dei film. L’eroe, dopo aver ribaltato i pronostici e risolto la crisi cruciale, puntava verso ovest e si dissolveva nel sole al tramonto. Se questo potrebbe essere stato un buon cliché per tenere insieme il film sino a far scorrere i titoli di coda, non ha mai avuto senso per me. Tutta l’idea di cavalcare verso il tramonto è scombussolata.

Django Unchained - sunset posterPer prima cosa, è già la fine della giornata. Avendo appena sparato a tutti i cattivi, preso a pugni quelli che non sono stati colpiti, e guadagnato l’ammirazione degli indifesi abitanti della città, dei contadini e delle vedove delle fattorie, perché diavolo qualcuno dovrebbe decidere di cavalcare nel disagio infuocato del sole del tardo pomeriggio con solo l’oscurità e l’incertezza davanti a sé? Perché non restare nei paraggi, godersi un po’ di cibo e alcolici serviti con gratitudine, un letto caldo, un po’ d’acqua per il cavallo, e forse anche la possibilità di fare il bagno nella tinozza? Recupera un po’ di sonno arretrato, poi rimettiti in marcia come prima cosa al mattino, con il sole alle spalle.

Il che ci porta al punto numero due: la cataratta. Voglio dire, non avevano nemmeno gli occhiali da sole 150 anni fa. Andare a ovest verso il tramonto sembra una ricetta per i problemi gravi alla vista. Cheratite ultravioletta, degenerazione maculare, congiuntivite, e tutta una serie di pesanti patologie degli occhi e delle palpebre. Niente occhiali da sole, niente protezione solare, solo un cappello malconcio e forse una bandana che puzza da mesi, probabilmente anni, di sforzo virile. Il tramonto non è davvero qualcosa che si vuole affrontare con un arsenale di protezioni così limitato.

Punto tre: ci sarà un vento contrario. Certo, il fenomeno ben documentato “evening glass-off” è una cosa da surfisti, ma c’è un sacco di luce mentre il sole pende vicino all’orizzonte e il vento sarà ancora martellante per il nostro sfortunato eroe nella direzione di ponente, a condizione, naturalmente, che il nostro eroe sia nelle latitudini generalmente battute dai cowboy, tra i 30 e 50 gradi a nord dell’equatore. Non a caso, questa è anche la zona privilegiata per la mountain bike in Europa ma soprattutto nel grande West americano.

Perché qui il vento viene sempre da ovest? Beh, il pianeta su cui ci troviamo gira da ovest a est a circa 1.668 chilometri all’ora all’equatore (un po’ meno alla latitudine da cui scrivo). Questo prende il vento che seguirebbe un modello principalmente da nord a sud, scorrendo dall’alta pressione ai poli alla bassa pressione all’equatore, e gli applica una deflessione nota come Effetto Coriolis.

Nell’emisfero settentrionale ci sono alcuni continenti fastidiosi che ostacolano le traversate dei grandi oceani che gonfiano le vele, ma abbiamo un sacco di belle tempeste di polvere soffiate da quel vento, celebrate in tanti Western e non solo. Oltre a rendere i tramonti davvero belli, tutta quella polvere trasportata dal vento può trasformarsi in una vera piaga per la faccia mentre si cavalca verso ovest, poco prima del tramonto, senza occhiali scuri o protezione solare. Sembra proprio una cattiva idea, o no?

Dai Pink Floyd ai Velvet Underground, dal cinema alla musica, c’è sempre stata questa metafora spinta su di noi: cavalcate verso il tramonto! Il destino manifesto ci aspetta, il selvaggio West e le sue ricchezze indicibili possono essere scoperte dall’inquieto cercatore che si spinge attraverso il purgatorio del sole morente e della fredda notte senza vita.

Anche solo dopo un paio di pedalate su sentieri polverosi, con vento contrario, e mal di testa indotti dagli occhi perennemente strizzati, la metafora del cavalcare verso il tramonto appare come una stronzata.

Non ci sono ricchezze in attesa. Il futuro è incerto. I cattivi non sono stati tutti abbattuti con la giusta precisione. I cittadini non avevano bisogno di essere salvati. C’è solo la strada, poi il sentiero, che si estende verso ovest. Ci sarà sempre qualcosa a ovest, fino a quando il continente morirà nell’oceano. E poi ci sarà un’altra massa terrestre da qualche parte ancora più a ovest, e ci saranno strade e sentieri che si estenderanno su quella, nel vento, ancora più a ovest.

Affronta la tua micro avventura, ma scendi dalla bici al momento giusto. I suoni della natura sono rilassanti come un cavallo al pascolo alla fine di una lunga giornata nel selvaggio West. Cucina la cena durante quel dolce momento in cui il vento muore appena prima che faccia buio. Srotola il sacco a pelo e guarda il cielo diventare nero prima che le innumerevoli stelle ti facciano addormentare. Spingersi verso il tramonto è un’impresa folle. Il sentiero sarà ancora lì al mattino, pronto per gambe fresche, con il sole alle spalle.

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Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.