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Vittoria Mazza Trail Graphene 2.0 4C il test

di - 05/11/2020

VIttoria Mazza test - cover

Vittoria Mazza è una delle aggiunte più recenti alla linea di pneumatici MTB del produttore italiano, con un battistrada progettato per eccellere sui terreni misti.

Mazza, che ricordiamo essere disponibili anche in versione E-Mazza dedicata alle eMTB (qui la news su tutta la gamma per eBike), è prodotta in sezione da 2,4” e 2,6”, per ruote 29er e 27,5”, in versione Trail (1,5-ply, in test) oppure la più robusta – e pesante – Enduro a doppia carcassa 2-ply. Entrambe condividono la costruzione con protezione laterale anti-pizzicatura. Le nostre 29×2,40” in versione Trail pesano 1.145 g alla bilancia. Il prezzo è di 62,95 euro.

VIttoria Mazza test - 01Vittoria Mazza: come sono fatte

Il pilastro portante dell’ultima generazione di pneumatici Vittoria è la tecnologia Graphene 2.0, con l’utilizzo del prezioso materiale per i quattro strati di gomma, per ottenere aderenza in superficie e robustezza alla base. In sostanza, invece di impiegare lo stesso durometro su tutta la base della gomma, la mescola 4C potenziata al grafene (strato microscopico di grafite) ne adotta uno più duro al centro, dove l’usura è maggiore, e una mescola leggermente più morbida al di sopra.

Anche per i tasselli laterali sono impiegate due mescole diverse, ritrovando uno strato più duro alla base per fornire tutto il supporto necessario in curva, e un rivestimento in mescola più morbida per l’aderenza sui terreni umidi e scivolosi. Secondo Vittoria, l’utilizzo delle quattro mescole, in combinazione con il grafene, aumenta la durata del battistrada e migliora la resistenza al rotolamento.

VIttoria Mazza test - 02Il battistrada

Il disegno della tassellatura rispecchia lo stile adottato da molti produttori nel mondo enduro e gravity per gli pneumatici dedicati ai terreni misti, con qualche tocco originale. Il battistrada è discretamente ampio e spaziato, con intagli diversi per lunghezza, disposizione e profondità, oltre alle file di doppi tasselli piramidali al centro, in modo da agevolarne la deformazione.

Notevoli i tasselli laterali, con un intaglio più profondo all’interno, sempre con lo scopo di “mordere” il terreno, mentre l’esterno ha il classico scopo di sostenere lo pneumatico, e quindi la bici e il biker, lungo la curva. Lo schema è a coppia, con forme e posizionamenti diversi: il tassello più esterno ha un taglio a ‘U’ sul lato, quello più interno invece mostra un profilo uniforme.

Un altro dettaglio da considerare è il gradino intagliato sui tasselli centrali più grandi della doppia fila centrale (gruppi di quattro alternati). Secondo il marchio italiano questo approccio aiuta ad “aggrappare” il terreno alle basse velocità per dare tutta la trazione necessaria in salita, mentre si comporta come un più classico design a rampa (sezione laterale trapezoidale) quando le velocità crescono in discesa. Questa coppia di tasselli ha un intaglio longitudinale nella parte posteriore, mentre l’altra, dalla classica forma a parallelepipedo, mostra un taglio centrale a tutta lunghezza.

Vittoria Mazza test - 03Prestazioni

Abbiamo provato le Vittoria Mazza in versione Trail 29×2,40”, un buon equilibrio tra robustezza, controllo e comfort. Il peso è già elevato di suo, 1.145 g, e considerate le performance sui terreni più ostici, la versione con carcassa a doppio spessore, può trovare giustificazione per downhill o impiego abituale in bike park.

La configurazione Trail 1,5-ply pesa circa un etto in meno di quella Enduro 2-ply, offrendo comunque tutto il supporto e la protezione necessaria anche per impieghi gravosi su terreni costellati di rocce e radici. La base di partenza, su cerchi tubeless ready da 30 mm di sezione interna, ha previsto pressioni di 1,8/2,0 bar (biker di 74 kg vestito, su full suspended Trek Slash 9.7 MY20 da enduro), trovandole immediatamente troppo alte con un feeling pessimo – per usare un eufemismo – sui trail: bici che rimbalza senza leggere le piccole sconnessioni del terreno, comportamento on-off del posteriore in frenata, in generale trazione molto scarsa.

Le gomme di nuova generazione, come Vittoria Mazza, nascono per supportare bici più capaci su terreni sempre più impegnativi percorsi a velocità sempre più elevate. Di conseguenza la struttura è più solida e, a cascata, il peso più elevato.

Vittoria Mazza test - Trek Slash 9.7 MY20
Trek Slash 9.7 MY20, usata come piattaforma di test

Non bisogna spaventarsi, sicuramente meglio uno pneumatico come questo da 1.145 g in versione 29×2,40” invece di uno della precedente generazione da poco più di nove etti ma molto più sensibile a forature e pizzicature oltre che inferiore per capacità di lettura del terreno, comfort, e controllo in ogni condizione.

Come avete potuto leggere nel test delle altrettanto recenti Schwalbe Nobby Nic Super Trail (qui il nostro test), è necessario prendersi il proprio tempo, sia per abituarsi al nuovo battistrada e alla sua tipologia di mescola, sia per la messa a punto. Il montaggio è stato agevole, procedendo allo stallonamento con l’aiuto del Tire Booster di Milkit (qui il nostro test in combinazione con le gomme Vittoria Agarro da trail riding).

Dopo aver abbassato le pressioni a 1,6/1,8 bar per anteriore/posteriore, abbiamo trovato – o quasi – la pace dei sensi. Ci si abitua in fretta a queste Mazza, senza grosse sorprese, anche quando radici umide e rocce scivolose si presentano improvvisamente di fronte alla ruota anteriore.

Vittoria Mazza test - 04È uno pneumatico prevedibile nella risposta, sia all’avantreno sia al retrotreno, con un grip elevato e soprattutto equilibrato tra salita e discesa. L’obiettivo di gomma totale è raggiunto in modo brillante, dai terreni secchi e polverosi a quelli morbidi e umidi. Le Mazza vanno in crisi con i terreni più fangosi e appiccicosi, perdendo rapidamente aderenza e mostrando qualche limite nello scarico di fango e detriti. Non è il loro terreno di gioco preferito, dove pneumatici con tassellatura più aggressiva, ampia e spaziata, si comportano decisamente meglio.

In curva, grazie al profilo relativamente arrotondato, confermano il loro comportamento prevedibile, con una transizione progressiva e un buon grip, con un limite di aderenza ben sopra la media anche se non al top.

In frenata invece mordono bene, sempre a patto di aver scelto la giusta pressione per il proprio setup gomme/ruote/bici, peso dell’insieme biker e MTB, terreni affrontati, e stile di riding. Spesso e volentieri si tratta di piccole differenze, anche di 0,1 in più o in meno, vale sempre la pena provare usando un manometro di precisione (acquistabile con poco più di 10 €). Nel complesso, il bilanciamento tra grip in frenata, trazione in pedalata e in discesa, è più che soddisfacente a 360°, pur non eccellendo in nessun ambito.

Chiudiamo con la durabilità degli pneumatici, con un consumo regolare e tutt’altro che repentino dei tasselli, avendoli usati soprattutto in condizioni secche che tendono a limitarne la vita utile.

Vittoria Mazza test - 05Conclusioni

Queste Vittoria Mazza, provate in versione Trail da 29×2,40”, hanno mostrato un’impressionante resistenza della carcassa e durata della tassellatura. L’aderenza è ottima dall’asciutto all’umido, con una grande e apprezzabile prevedibilità della risposta. Solo con i fondi molto fangosi e bagnati va in crisi, con la trazione che cala insieme alla capacità di scaricare terreno appiccicoso e detriti.

Nel complesso, sono ottimi pneumatici in condizioni miste con una predilezione per i terreni veloci e asciutti, una validissima opzione per i biker che vogliono usare la stessa gomma tutto l’anno senza grossi compromessi tra performance, controllo, comfort, resistenza al rotolamento, e durabilità. Solo chi gira spesso su terreni viscidi e morbidi deve valutare un’alternativa seria per la stagione autunnale e invernale.

Info: vittoria.com

Vittoria presenta la tecnologia Graphene 2.0

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.