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Trek Slash 9.7 MY20 il test di lunga durata

di - 08/10/2020

Siamo arrivati alle considerazioni finali sul test di lunga durata della Trek Slash 9.7, full suspended da enduro dal brand americano che abbiamo utilizzato in lungo e in largo in questo 2020.

Non ci siamo fatti mancare nulla, dai giri dietro casa alle epiche traversate alpine, come Dolomiti Bike Safari di cui trovate il report completo di foto e video, passando per i trail di rinomati spot enduro sia locali sia nazionali.

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Sull’Altopiano delle Pale di San Martino, durante il Dolomiti Bike Safari

Quello che ne è venuto fuori è la doppia anima di questa Trek Slash, una trail bike a lunga escursione da cavalcare con piacere in lunghi tour all’insegna dell’avventura, ma anche una enduro pronta per essere spinta a manetta in gara alla ricerca del tempo migliore (qui le nostre prime impressioni).

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Sui caratteristici affioramenti rocciosi tra Val Curone e Valle Staffora, lungo il percorso Gremiasco Enduro

Dove l’abbiamo provata

I nostri terreni di gioco preferiti sono stati gli spot che conosciamo meglio, tra l’Oltrepo Pavese, a partire da Nazzano Trail Area, all’ingresso della Valle Staffora, per finire con quel Guardamonte al confine tra Lombardia e il Piemonte, nel dettaglio la Val Curone con il versante che scende verso il borgo di San Sebastiano Curone. Chiudiamo con l’Alta Val Curone sempre in Piemonte, pedalando in quota sull’Appennino con il passaggio obbligato al #terrenotop di Caldirola Bike Park, o meglio Caldirock.

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Passaggio spettacolare con le Pale di San Martino sullo sfondo – foto: Ivan Goller

Una bici sincera

Questa Trek Slash è una bici sincera, intuitiva e godibile nella guida, anche a bassa velocità e non necessariamente a ritmo gara. Si nota subito quanto sia bilanciata, con il peso ben distribuito tra le due ruote, cambiando direzione in modo preciso e diretto. L’indole è giocosa, soprattutto sui trail flow da guidare, con un comportamento stabile della sospensione posteriore.

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Soggettiva da uno dei trail più sfidanti del Dolomiti Bike Safari

C’è un prezzo da pagare: quando i tracciati diventano più ostici e la velocità aumenta serve un approccio deciso e “muscolare” per tenere la bici sulla traiettoria prescelta. Chi ha uno stile di guida attivo, pompando la bici sui trail, sarà in grado di tenere alto il ritmo e guadagnare molta velocità in uscita di curva, chi è invece meno in forma rischia di stancarsi abbastanza rapidamente.

In salita non delude, a patto di aver collocato con attenzione la sella in posizione avanzata per compensare un piantone sella abbastanza inclinato verso il retrotreno. Come per le discese tecniche, serve un approccio deciso, caricando l’avantreno per non perdere trazione e direzionalità sulle ascese più ripide.

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Correndo veloci sulla discesa da Porta Vescovo, dall’arrivo dell’impianto omonimo – Foto: Ivan Goller

La geometria

Questa bici appare obsoleta sulla carta. Notiamo infatti un Reach relativamente corto – 416/431/459/481 mm per S/M/L/XL – e un piantone sella non così verticale come impone il trend attuale, 73,6/74,1° nelle impostazioni Low/High della geometria regolabile tramite flip chip Mino Link integrato sul leveraggio del carro posteriore. I biker più alti, con il reggisella molto esteso, noteranno questo aspetto in misura maggiore, ritrovandosi a pedalare in posizione arretrata e necessitando di avanzare al limite o quasi la posizione della sella.

Nel complesso, in tempo di bici sempre più lunghe, basse e aperte, questa Slash appare quasi stata progettata in un’era precedente, ma le cose non stanno proprio così. Infatti, bisogna valutare ogni quota non singolarmente ma all’interno di un disegno più grande, dove questa Slash ritorna ad avere una certa coerenza: movimento centrale alto 345/352 mm, angolo sterzo di 64,3/64,8°, stack di 612/6128 mm (taglia L), carro lungo 435/433 mm.

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Trail Monte Burz, discesa del rifugio omonimo verso Arabba – foto: Daniela Holzknecht

L’allestimento di serie

Il nostro allestimento 9.7, venduto al prezzo di 4.499 €, presenta un montaggio equilibrato nel complesso, a parte qualche dettaglio migliorabile. Le sospensioni sono Fox: forcella Rhythm 36 Float EVOL con idraulica Grip e travel di 160 mm; ammortizzatore Performance Float EVOL con idraulica RE:aktiv e tecnologia proprietaria ThruShaft, con messa a punto presso Trek Suspension Lab.

La trasmissione è SRAM di classe Eagle 1x12v, con cambio posteriore GX, comando e cassetta NX (11-50d). La guarnitura è invece Truvativ Descendant 6k Eagle DUB, con lunghezza differenziata delle pedivelle secondo le taglie: 170 mm per S, 175 mm per M, L e XL. La corona rimane da 32 denti per tutte le misure del telaio. La frenata è affidata a un set SRAM Guide R con rotori da 200/180 mm all’anteriore/posteriore. Peccato trovare un reggisella telescopico Bontrager Line Dropper con un abbassamento limitato a 125 mm per le misure M/L/XL, e addirittura soli 100 mm per la S, essendo misure più consone a una trail bike e non a una bici da enduro nata per essere spremuta sui campi gara.

Trek Slash 9.7 - bici
All’inizio del nostro lungo e appagante test di lunga durata

Torniamo a ragionare con le ruote e gli pneumatici, entrambi marchiati Bontrager: le prime sono Line Comp con cerchi in alluminio da 30 mm di sezione interna, compatibili Tubeless Ready; le seconde sono XR6/XR4 all’avantreno/retrotreno, con rinforzo Inner Strenght sui fianchi, carcassa a 120 TPI, e sezione differenziata di 2,6”/2,4”, già montate senza camera d’aria e con liquido sigillante. Chiudiamo con un cockpit sempre del marchio di casa Bontrager: stem e piega rise Line in standard 35 mm, il primo lungo 50 mm e il secondo largo 820 mm.

Con un peso rilevato di 13,98 kg nella nostra taglia L, questa Slash si configura come una delle bici più leggere nel mercato, merito anche e soprattutto del leggero set di ruote e pneumatici Tubeless Ready. Noi abbiamo ricevuta la bici in affascinante colorazione Cobra Blood to Magenta Fade, è disponibile anche una più sobria Raw Carbon.

Trek Slash 9.7 - telaio
Primo piano sulla splendida colorazione Cobra Blood to Magenta Fade

Lacune e difetti

Questo allestimento di media gamma pecca per alcuni aspetti, come una trasmissione che presenta parti NX della gamma SRAM Eagle (avremmo preferito un pacchetto completo GX) ma soprattutto un telescopico che grida vendetta con il suo abbassamento di 125 mm in taglia L (anche su XL…), quando una misura da 150 mm avrebbe permesso di ottenere maggiore confidenza in discesa. Anche il tuning delle sospensioni è abbastanza “rigido”, necessitando di una messa a punto successiva per ottenere un comportamento più equilibrato – stabile e composto a 360° – sui sentieri.

Nello specifico noi abbiamo eliminato i due token nella forcella e usato un kit ProImpact Andreani in configurazione Race per Enduro (troverete il nostro test più avanti).
Difetti che, come il Knock Block che limita la rotazione dello sterzo, o il telescopico ad abbassamento limitato, sono stati eliminati nella versione 2021, di cui trovate la presentazione sul nostro sito, così come sono stati apportati numerosi miglioramenti al telaio, sia per design sia per cinematica e travel della sospensione posteriore.

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A suo agio anche e soprattutto sui trail più flow

In fatto di solidità della struttura non abbiamo nulla da eccepire, con un solo bullone del carro posteriore stretto durante il nostro lungo e stressante test. Ruote e trasmissione tagliandate solo una volta, con i freni che hanno retto i nostri usi e abusi nonostante non godano di buona fama presso gli appassionati. Abbiamo in ogni caso usato prima pastiglie Billet e poi DeanEasy (sinterizzate e organiche, anche di queste leggerete il test).

La nostra personalizzazione è proseguita con il telescopico Pro Koryak da 170 mm, il cockpit sempre Pro Koryak 3Five da 35×800 mm, e gli pneumatici Vittoria Mazza con inserti Effetto Mariposa Tire Invader (in precedente un set di Maxxis Dissector e Minion DHR II Exo 3C TR).

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Lo splendido scenario dell’Altopiano delle Pale di San Martino – foto: Ivan Goller

Conclusioni

Questa Trek Slash rimane una bici che per molti anni è stata la preferita di top rider enduro, come i fratelli Alex e Denny Lupato e Marcello Pesenti, campione italiano enduro 2019 e tra i migliori in Enduro World Series.

È una bici sincera, intuitiva e godibile, anche nella guida a bassa velocità e non necessariamente a ritmo gara. Il biker in forma e attivo nella guida riuscirà a compensare i limiti innati di un progetto di ormai quattro anni, rimanendo però appagatissimo da una bici precisissima e maneggevolissima, ancora al top per questi importantissimi aspetti.

Info: Trek Bikes

Trek Slash MY21 sempre un riferimento nell’enduro

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.