Pubblicità

Bollé e AG2R La Mondiale fiducia e collaborazione

di - 18/11/2019

Bollé e il Team AG2R-La Mondiale, un binomio forte già da alcune stagioni. Ma cosa si nasconde dietro una sponsorizzazione. Le aziende che investono nel mondo dello sport di oggi, lo fanno in differenti modi, con diverse motivazioni e per molteplici obiettivi. Uno di questi è la possibilità di sviluppare sul campo tramite i feedback degli atleti.

Romain Bardet

Atleta e tanto altro

Fare il corridore professionista oggi non significa solo pedalare e fare lo sportivo sulla bicicletta. Essere un atleta comporta degli impegni e confrontarsi delle situazioni che vanno oltre il gesto atletico. Un corridore professionista ad esempio, deve essere social, deve condividere le sue attività e far vedere la maglia il più possibile. Deve fornire feedback (essere in grado di farlo non è cosa semplice) ed essere parte integrante delle aziende per la ricerca e sviluppo dei prodotti.

Benoît Cosnefroy & Alexis Gougeard con due versioni degli occhiali LightShifter.

Fiducia, lavoro e collaborazione

Bollé è una delle aziende storiche dello sport e del ciclismo, marchio che fornisce tecnologie legate al mondo dell’ottica. Bollé ha stretto un rapporto di fiducia con il sodalizio francese AG2R-La Mondiale che va oltre la semplice sponsorizzazione, una collaborazione che dura da cinque anni e ha visto la creazione di occhiali di successo. Shifter e LightShifter sono gli ultimi modelli creati da Bollé, proprio grazie ai corridori del team transalpino, occhiali che portano in dote la tecnologia delle lenti Phantom.

Grazie a Bollé abbiamo incontrato di recente Vincent Lavenu, General Manager di AG2R LA MONDIALE Pro Cycling Team insieme al corridore Romain Bardet e non ci siamo fatti scappare l’opportunità di fare alcune domande.

Vincent Lavenu – General Manager AG2R LA MONDIALE Pro Cycling Team

Come descriverebbe gli ultimi 5 anni di collaborazione con Bollé?

La cosa più importante è il rapporto di fiducia che si instaura, è la base per un buon lavoro e una collaborazione efficiente. Abbiamo trovato in Bollé un partner aperto ai suggerimenti e propositivo per adattare gli occhiali in funzione delle richieste dei nostri corridori. La squadra è pienamente soddisfatta dei prodotti e della collaborazione. Credo che ogni collaborazione debba essere così: duratura e soddisfacente. Solo così entrambe le parti ne escono vincenti: noi siamo molto sodisfati del prodotto e Bollé della sua immagine, garantisce un modo di lavorare positivo.

Come funziona la parte dello sviluppo prodotto con i vostri partner, in particolare con Bollé?

Nel ciclismo professionista, come in molti altri sport di alto livello, le prestazioni sono essenziali. Gli occhiali da sole sono molto importanti per la visione e la protezione. Il nostro obiettivo è sicuramente di indossare quello che c’è di meglio sul mercato. Il ciclismo è uno sport di resistenza, ad esempio alcune tappe del Tour possono durare dalle 5 alle 7 ore. I prodotti devono funzionare e devono anche essere comodi.

Lo sviluppo avviene sotto forma di raccolta informazioni e feedback da parte dei nostri ciclisti, che sono in contatto continuo con il team Bollé. È un processo che cresce nel tempo, oggi abbiamo un occhiale che raggiunge la perfezione a dimostrazione che la nostra partnership si basa proprio su un rapporto di fiducia. Lo stesso processo avviene con gli altri partner. Il ciclismo è uno sport tecnico in cui lo sviluppo prodotto, la messa a punto e la risoluzione dei problemi fanno parte del processo per poter proporre soluzioni efficaci.

Romain Bardet durante l’ultima edizione della grand boucle.

Romain Bardet Corridore e capitano AG2R LA MONDIALE

Qual’è la caratteristica più importante che guardi quando scegli un occhiale da sole?

La vestibilità sicuramente deve essere perfetta in ogni punto di contatto con il viso. Gli occhiali devono essere davvero comodi per diventare parte di te e dimenticare di averli addosso. Capita di indossare gli occhiali per molte ore consecutive, dalle 5 alle 7 ore, quindi non possiamo permetterci distrazioni o fastidi. Le lenti devono funzionare e devono essere veramente affidabili in ogni posizione di guida, e devono ovviamente anche essere belle!

Parlavi di lenti, ci potresti dire qualcosa in più sulla loro importanza?

È essenziale aver una lente che garantisca prestazioni elevate, soprattutto quando si pedala per così tante ore. Per questo è un grande bel vantaggio per noi avere la lente fotocromatica Phantom di Bollé. Il tempo e le condizioni di luce sono imprevedibili e questa lente è eccezionale, offre ottime prestazioni visive. Saper di aver la lente giusta per ogni occasione ci dà maggiore fiducia e ci consente di rimanere concentrati sulla strada.

Stai utilizzando l’ultimo arrivato di Bollé, il Lightshifter – come ti trovi?

È il miglior modello di Bollé mai provato finora. Offre una visione chiara ed è comodissimo. La vestibilità è eccezionale ed è anche bello! Anche i nostri ciclisti che necessitano lenti correttive sono impressionati, perché si può realizzare anche con correzione personalizzata senza dover rinunciare a tutte le caratteristiche tecniche delle lenti e della montatura.

Le risposte del corridore e atleta, di Romain Bardet, un professionista a 360°, facciano capire la cura dei dettagli, anche quelli più piccoli, dell’enorme lavoro che c’è alle spalle da parte degli atleti stessi ma anche delle aziende che li supportano.

a cura della redazione tecnica, foto di Kevin Bottin

Grazie a Bollé per l’opportunità e al team AG2R

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.