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Fizik Infinito R1 Knit, la scarpa in tessuto

di - 04/12/2018

Fi’zi:k (Fizik) Infinito R1 è il modello tradizionale, quello che è anche in dotazione al Team Movistar nella combinazione bianco/azzurro, calzatura raffinata nel design e prestazionale molto ambita in campo professionistico. Quella che trovate in questo articolo è la medesima scarpa ma nella nuova versione in Knit, una sorta di tessuto/non tessuto utilizzato anche nella disciplina del running. Rispetto al modello standard, questa R1 è maggiormente ventilata e particolarmente fashion.

Infinito R1 vs Knit

Spesso ci troviamo di fronte a prodotti sviluppati con la collaborazione dei corridori pro, ognuno con le sue caratteristiche e peculiarità. Testiamo calzature con un comfort accentuato, con una suola molto rigida, con una particolare forma e arcuatura della suola: ognuna di esse cerca di trasmettere un messaggio. Provare una scarpa così particolare, dopo aver testato la versione tradizionale, non è cosa di tutti i giorni. Infinito R1 Knit porta in dote molte delle caratteristiche della versione standard, che rendono questa scarpa molto apprezzata in campo professionale. La Fi’zi:k in Knit ha una suola rigida e sottile, un peso contenuto, un fitting ottimale abbinato ad una forma che non costringe il piede, anche nelle giornate più calde e dopo tante ore di attività consecutive, in particolare verso l’avampiede.

Fizik Infinito R1 Knit

La particolarità di questa scarpa tecnica top di gamma è sicuramente la tomaia, in Knit per l’appunto, un tessuto elastico e molto resistente, che aumenta in modo esponenziale la qualità della termoregolazione del piede (anche della ventilazione). Questa costruzione non trattiene il calore e l’umidità prodotta, veicolando l’aria dall’esterno verso l’interno. Non possiamo dire quanto sia (oppure no) efficace nelle giornate di pioggia, perché l’abbiamo provata con clima freddo ma asciutto.

Fi’zi:k Infinito R1 Knit è disponibile nelle taglie dalla 37 alla 48, a un prezzo di 380 euro.

fizik.com

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Strana, particolare, bellissima e, al contrario di quello che si possa pensare, non ha nulla (o poco, dipende anche dalle preferenze soggettive) da invidiare al modello con la tomaia standard. Questa versione Knit è più morbida nella parte superiore, si adatta alle forme del piede in modo quasi immediato, mentre la R1 classica ha bisogno di qualche ora di attività per fasciarlo e adattarsi al meglio. Non pensate a una calzatura molle, tutt’altro: il tessuto in Knit, abbinato ai due rotori Boa con i rispettivi cavi e agli inserti in Volume Control, permette di avere un notevole supporto nei punti dove il sostegno diventa fondamentale. Anzi, proprio il Volume Control nella parte del collo del piede funziona meglio, per meglio dire è maggiormente immediato in questa versione: forse per una maggiore elasticità, forse per una combinazione di fattori ottimale, il tutto avvolge e fascia l’estremità corporea in modo quasi perfetto fin dalla prima calzata.

Doppio rotore Boa IP1 e Volume Control

Il design della talloniera è un altro punto di forza: profonda, arrotondata, veste a avvolge tutta la parte posteriore del piede, senza costrizioni. Grazie agli inserti interni, infatti, l’estremità corporea è ben ancorata nelle fasi di trazione sui pedali. Fondamentale il rinforzo sulla punta: uno degli aspetti critici di ogni ciclista è quello di toccare lo pneumatico anteriore con la punta della calzatura, provocando delle abrasioni. R1 Knit ha un inserto gommato che protegge la scarpa e rinforza tutta la sezione anteriore. Come per la versione tradizionale, anche in questo caso andiamo a sottolineare la rigidità della suola, in particolare nelle sezioni frontale e mediana, oltre alla sua capacità di ventilazione costante.

Le solette interne

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.