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Granfondo Valtidone ecco i percorsi 2020

di - 08/11/2019

La Granfondo Valtidone presenta i due nuovi percorsi, il lungo da 128 chilometri e il medio da 81. Una caratteristica molto apprezzata già dalla scorsa edizione è la divisione dei tracciati che avverrà dopo duecento metri dalla partenza.

La Granfondo Valtidone viene giustamente accostata alla “vecchia” Granfondo di Sant’Aneglo Lodigiano, da cui eredita il periodo di svolgimento e il comitato organizzatore. Le differenze tra i due eventi sono molte. Dalla location di partenza e arrivo, Pianello Valtidone in Provincia di Piacenza a ridosso dell’appennino. Naturalmente i percorsi e un’organizzazione che si è evoluta e specializzata con il passare delle stagioni.

Sicurezza e divertimento

Come anticipato, la divisione delle due gare, granfondo e mediofondo avverrà poco dopo la partenza, un lusso che pochi eventi si possono permettere, un aspetto molto importante ai fini della sicurezza. Oltre a questo sono previsti numerosi mezzi al seguito, moto e auto. Divertente perché è una delle prime granfondo stagionali, per alcuni sarà la prima. I due tracciati sono impegnativi ma non hanno estremizzazioni, dando la possibilità a tutti di divertirsi e allenarsi. 128 chilometri e 2050 di dislivello positivo per la granfondo, 81 km e 1250 mdsl per il tracciato medio.

Il castello di Castelnovo Valtidone

Intorno alla Val Trebbia

La Granfondo. Dopo la partenza in leggera ascesa, un falsopiano di un paio di chilometri utile a scaldare il motore, si affronta la salita che conduce a Montalbo, la medesima dell’edizione 2019. Nel complesso è una salita pedalabile, suddivisa in tre settori, una prima parte facile (pendenza 4%) al termine del quale si va ad affrontare il tratto più impegnativo con la pendenza che arriva in doppia cifra (14%), per poi continuare a salire con pendenze intorno al (5%).

Dopo un breve tratto nei pressi del borgo di Tassara, si torna a salire per poi affrontare la veloce discesa che porta nella Val Tidone, attraversando il Comune di Caminata, percorrendo una strada piacevole e recentemente riasfaltata. Un consiglio: questo è un tratto in cui è utile alimentarsi, prima di riprendere la salita che ci porta al Passo del Carmine, non prima di aver attraversato Pometo (“Piccolo Stelvio”). Sono circa 10 chilometri in totale, con un tratto di discesa nel mezzo, nulla di troppo impegnativo ma dobbiamo considerare i primi sforzi stagionali.

Allo scollinamento del Carmine ci aspetta una picchiata che ci porta ai piedi della Diga del Molato, dove il lungo andrà a percorrere il medesimo anello già affrontato dal percorso medio. Anche in questo caso, grazie ad un tratto leggermente vallonato, sarà necessario e fondamentale alimentarsi ed assumere zuccheri.

Un anello comune ai due tracciati

La mediofondo. Percorrendo le strade già attraversate da coloro che hanno optato per la mediofondo, sarà raggiunto il comune di Agazzano. Costeggiando il torrente Luretta si attraversa lo stesso comune Agazzano per affrontare la salita di Momelliano, passando per Rezzanello. Non ci sono pendenze impossibile, a tratti si sfiora il 9/10% ma la pianura è davvero poca. Raggiunto Momelliano i partecipanti scenderanno in Val Tidone fino aTravo, dove inizieranno nuovamente a salire, tredici chilometri pendenza media del 6% con tratti che permettono di respirare, sino a Passo Caldarola che rappresenta l’ultima fatica della giornata.

Uno scorcio della piazza sede dell’arrivo, mentre la partenza avverrà nei pressi del centro sportivo.

Il traguardo è ormai vicino e in discesa si raggiunge Pianello. Cinquanta metri in leggera ascesa e nella piazza principale di Pianello, dinanzi al Castello sede del municipio, si chiude la prova.

foto di copertina Viktor Lucas, a cura della redazione tecnica

asdsantangelo.blogspot.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.