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Il test e le considerazioni dello Shimano GRX Di2

di - 13/01/2020

Shimano GRX Di2 è la trasmissione elettronica specifica per l’universo gravel. Il gravel in realtà esiste da sempre, da quando le strade avevano un manto improbabile o erano strade bianche poco battute. Abbiamo provato il gruppo Shimano sulla nuova Ridley Kanzo Speed, un progetto che nasce per il gravel ma con una forte connotazione racing/endurance.

Il gravel di oggi è in un certo senso l’evoluzione dello spostamento in bici. Un concetto rinnovato di avventura e del viaggio, attraverso le strade meno frequentate, poco trafficate e sentieri. Come tutte le cose però, in particolare quelle legate al mondo dello sport (la bici è un mondo di sport tra i più tecnologici), anche il gravel supera i suoi confini originali, diventando a tratti una disciplina molto tecnica. Qualcuno lo pedala in modo estremo. Proprio in questi casi il mezzo meccanico e la preparazione atletica dell’individuo fanno la differenza. Ecco perché troviamo delle bici gravel specific che hanno un design più tradizionale, altre che si propongono con sistemi di smorzamento delle vibrazioni integrate nel frame, biciclette che nel montaggio base includono il seat-post telescopico e molto altro.

La nostra configurazione totalmente gravel oriented, prevede anche la piega in alluminio Pro Discovery con svasatura esterna dei terminali. Qui si nota come, anche le leve sono arcuate verso l’esterno.

La trasmissione a base elettronica, gratificazione ma anche sostanza

La trasmissione elettronica diventa un plus di non poco conto, per certi versi esclusiva ma comunque sostanziosa nel funzionamento e molto gratificante (e la gratificazione personale nello sport, spesso è il motore della motivazione). Oltre ad uno spiccato senso di avventura ed experience che il gravel porta con se, ci confrontiamo con la possibilità di affrontare tracciati che un decennio a dietro si percorrevano con le mtb 26er. Ecco, le bici gravel vanno ad abbracciare la categoria più tecnica dei bikers, vogliosi di provare qualcosa di nuovo ma anche quella degli stradisti (e pure i ciclocrossisti), desiderosi di allontanarsi dalla crescente pericolosità del traffico.

I componenti del GRX Di2

La piattaforma GRX Di2, perché di piattaforma stiamo parlando e non di un’entità singola. Questa eredita le sue funzioni, caratteristiche di base e peculiarità, dai sistemi Di2 road, che tanto successo stanno riscontrando, non solo tra i pro. Possiamo considerare GRX Di2, come una sorta di evoluzione del Di2 pensato per la mtb, progetto per ora messo da parte a favore di un pieno sviluppo delle trasmissioni 12vdi matrice meccanica. Il design e alcune soluzioni tecniche però, sono specifiche per il gravel, che ha esigenze differenti rispetto alla strada e alla mtb.

Per necessità ed esigenze, abbiamo optato per la centralina esterna, sotto lo stem. E’ possibile utilizzare il brain al manubrio, oppure dove è possibile e il frame lo prevede, integrare la centralina nella tubazione obliqua.

Gli shifters dual control

comodi e voluminosi, con le leve regolabili e facili da raggiungere anche per chi ha mani piccole. Le stesse leve con impianto idraulico che azionano i freni a disco, permettono di sviluppare un’elevata potenza anche nel caso di discese lunghe e nel caso si verifichino degli improvvisi formicolii sulle dita. Inoltre, i manettini hanno un design che collima con le pieghe (manubrio) con le curve svasate verso l’esterno della bici, sempre più usate in ambito gravel. Inoltre, nella parte superiore ed interna delle protuberanze, sono presenti i due tasti utili per la gestione del cambio (senza spostare le dita lateralmente), oppure cambiare la schermata del device.

La guarnitura

Permette, in uno stesso prodotto di avere il monoring, oppure il doppio plateau. Non si verificano variazioni della linea catena (che rispetto ai modelli road ha 2,5 mm in aggiunta, per adeguarsi al meglio con i telai specifici gravel, valore maggiorato che coinvolge anche il deragliatore Di2) ed eventuali perdite di prestazione ottimale. Nel primo caso non è necessario il deragliatore e il design dei denti delle corone evita la caduta della catena (proprio come nella mtb). Le versioni con monocorona prevedono due configurazioni, con 40 e 42 denti. Nel secondo caso, la doppia corona è disponibile in due combinazioni 48/31, oppure 46/30 (noi, durante la prova, ci siamo divertiti ad abbinare anche una guarnitura Ultegra specifica per il cx 46/36 con un vecchio deragliatore Dura Ace Di2 serie 9000).

Shadow RD+ Di2

ovvero il cambio posteriore, che per noi rimane in un certo senso il cuore della trasmissione con corona singola anteriore. Questo ha la gabbia lunga che permette di montare pignoni fino a 42 denti (noi lo abbiamo usato con la scala 11/40, una combinazione XT delle generazione 11v) ed integra lo stabilizzatore. Questo è una sorta di frizione attivabile/disattivabile che impedisce le oscillazioni del cambio, stabilizza la catena ed evita cadute della catena stessa. Nel caso venga abbinato alla monocorona non è possibile attivare le fuzioni semi-synchro e full synchronized shifting ma è comunque intervenire sulla velocità della cambiata. Questo bilanciere può inoltre supportare un pacco pignoni fino a 42 denti.

Le ruote Shimano GRX

sono disponibili con i diametri 700c e 650b, entrambe con un canale interno di 21,6 mm e tubeless ready. Il cerchio posteriore è asimmetrico. Entrambe hanno dei raggi a testa dritta che s’innestano nel mozzo in alluminio. I nipples sono esterni.

I freni

Le pinze in particolare ricordano quelle del pacchetto Ultegra, con un sistema di spurgo unidirezionale e la tecnologia Ice Tech (pinze, pastiglie e dischi). Uno dei vantaggi è quello di poter utilizzare qualsiasi tipo di dischi Shimano (e anche altro): noi ad esempio abbiamo utilizzato dei vecchi XT da 160 mm di diametro. Le pinze supportano i rotori da 140 mm in su, adottando gli appositi adattatori. Il design è di tipo flat.

La pinza anteriore con vecchio disco XT da 160 mm di diametro.

E-Tube

come tutti i sistemi Di2 di Shimano, la trasmissione GRX è configurabile, gestibile e aggiornabile tramite la piattaforma E-Tube, dove esiste una porta specifica per il gravel. Inoltre, come avvenuto nel nostro caso, è possibile gestire un’eventuale combinazione “forzata” tra cambio posteriore e deragliatore, di matrice differente. Come scritto in precedenza, abbiamo voluto provare ad abbinare un vecchio deragliatore Dura Ace Di2, diciamo in configurazione ciclocross. La trasmissione funziona alla perfezione, con margini di errore delle cambiate vicino allo zero ma non attiva le funzioni automatiche semi e full synchro.

La Ridley Kanzo Speed

La casa belga ci ha fornito un kit telaio davvero bello, da vedere e da utilizzare. Parliamo di Kanzo Speed, la versione più veloce e racing oriented della gamma Kanzo. La ciclistica, le geometrie e alcuni dettagli tecnici, ci indicano una bici che si posiziona tra il ciclocross e il segmento road endurance, tanto pronta per le gare, quanto capace di assecondare le esigenze di chi ama i lunghi viaggi in bici. Il frame è full carbon in alto modulo, monoscocca e con fibra di matrice 30Ton. La scatola del movimento centrale è di tipo press-fit con una larghezza di 86,5 mm. I perni passanti sono con diametro tradizionale e larghi, 142 mm il posteriore, 100 mm l’anteriore. Il seat-post ha un diametro di 27,2 millimetri. Qui sotto vi proponiamo il grafico delle geometrie. Davvero apprezzabile a nostro parere, la versatilità di questa bicicletta, a prescindere dalla configurazione (noi l’abbiamo usata molto anche su asfalto, con ruote e pneumatici road).

GRX Di2 per il biker

Una trasmissione Di2 con monocorona, è come dire: entrare per la prima volta in un bike park: un cambio elettronico è divertente e gratificante. Una trasmissione Di2 è precisa, affidabile, si adatta a stili di guida e di cambiata differenti. Con lunghezza della catena corretta (per avere una giusta tensione del cambio) permette di cambiare i pignoni posteriori senza dover intervenire su registri e regolazioni del cambio. Statisticamente, con una cambio elettronico in configurazione monoring si cambia di più (siamo vicino ad un 20% in più). Oltre al gioco, al piacere di premere sui pulsanti, parliamo anche della possibilità di sfruttare di più e meglio tutti i pignoni a disposizione. La trasmissione elettronica non ha grossi limiti quando è necessario cambiare sotto sforzo: ad esempio quando si è in salita, senza perdere di forza e velocità. L’azione sui pulsanti degli shifters è immediata, la mano rimane perfettamente dritta e in linea con manubrio e leva.

GRX Di2 per lo stradista

Le bici con i freni a disco hanno visto un allargarsi a macchia d’olio delle trasmissioni elettroniche. Disponibilità maggiore per i primi montaggi (bici a catalogo), giusto abbinamento tra elettronica ed idraulica dell’impianto frenante. Non vogliamo dimenticare anche una certa eleganza e sobrietà nel design e una certa evoluzione dell’utilizzatore. Generalmente uno stradista predilige l’aspetto estetico, la raffinatezza, un certo essere chic. GRX Di2 è tutto questo e anche estrema funzionalità. Chi ha già provato e usa una trasmissione Di2, che sia Ultegra o Dura Ace, difficilmente pensa di tornare ad una trasmissione meccanica. Soprattutto per questo motivo e per la maggiore disponibilità delle trasmissioni elettroniche in ambito road, il “bitumaro” (rispetto al biker puro) è facilitato ad usare e approcciare un cambio con questo concetto. Lo stradista in genere è meno “smanettone”, rispetto ad un pilota di mtb, meno incline alle sperimentazioni e alle innovazioni. È altresì vero che, proprio grazie alle bici con i dischi, anche gli stradisti stanno cambiando molte delle loro convinzioni del pessato. Un esempio ci può essere d’aiuto: a parità di configurazione un sistema Di2 Disc è più leggero rispetto ad un pacchetto meccanico, pochi grammi ma tant’è.

Shimano Di2 e la manutenzione ridotta

A questo aggiungiamo una manutenzione e necessità di regolazioni veramente ridotte. Regolazioni, quelle che in molti casi hanno fatto ammattire i meccanici da quando fili e guaine passano dentro i tubi. Con la trasmissione elettronica si elimina anche questo problema. Con questa configurazione del gruppo è (a nostro parere) lecito pensare ad una bici che si possa cimentare in qualche garetta cx, competizione che diventa propedeutica all’attività su strada.

GRX Di2 per gli amanti del gravel

Monocorona oppure il doppio rapporto anteriore. Il cambio elettronico per chi pedala “solo” sulla bici gravel è pura gratificazione personale, qualcosa che va oltre la tecnica che il prodotto può esprimere. Per il “gravelista vero”, quello che pedala a lungo, talvolta lontano dai centri abitati, ai limiti dell’ultra race, Shimano GRX Di2 (ben configurato e settato in maniera ottimale) è il punto di arrivo delle trasmissioni che attualmente sono in commercio. Trasmissioni di questo tipo normalmente vanno ad equipaggiare bici al top dei listini e per ora nessuno adotta delle caratteristiche di design specifiche per il gravel; GRX si. La batteria va oltre i 2000 km di durata (ricarica singola). Dal lato prestazionale potremmo mettere insieme i particolari evidenziati per off road e strada, a confermare quello che si dice della disciplina gravel. Questa è il punto d’incontro dell’universo bici, come interpretazione e dal punto di vista dello sviluppo tecnico.

In conclusione

Una configurazione GRX Di2 come quella che via abbiamo descritto, permette di andare oltre all’interpretazione personale della disciplina. Si va oltre la modalità con cui si vuole pedalare in quel momento preciso e dove. In questo caso è il mondo della strada che riporta e adegua il suo background, sfruttando alcuni soluzioni tecniche e di design della mtb. Abbiamo sottolineato quanto un sistema graval come questo, sia il punto d’incontro perfetto tra l’off road e la categoria road. A nostro parere, tutto questo è un punto di partenza. Uno start che anche per merito della versatilità (prendiamo ad esempio il doppio plateau e il monocorona), potrebbe diventare una chiave di lettura ottimale per le trasmissioni del futuro, al di la dell’elettronica.

a cura della redazione tecnica, foto della redazione tecnica  @Olly Townsend/Northern.CC

shimano.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.