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Sportful Dolomiti Race 2016

di - 21/06/2016

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Va in archivio anche la 22^ edizione della Sportful Dolomiti Race di Feltre, una delle più dure, affascinanti, belle, panoramiche granfondo del panorama mondiale, aggettivi che non rendono “mai” a sufficenza, non rendono merito a questa manifestazione che coinvolge un’intero territorio. Comunque sia e vada la granfondo di Feltre è un’impresa, per chi impiega 6 ore e 30 minuti ma anche e soprattutto per quegli appassionato che pedalano per oltre 10 ore. Bravi tutti!

 

PERCORSO GRAN FONDO
“Mi hanno dato il pettorale numero 1 perché ho vinto l’anno scorso e mi sentivo una pressione pazzesca – ha raccontato Cecchini – speravo ma non credevo di vincere, io ce l’ho messa tutta. Noi oggi abbiamo fatto tanta fatica ma credo che chi arriva dopo di noi, dopo 10 ore farà molta più fatica di noi e meritano loro il nostro applauso. Questa è una corsa che ti rimane nel cuore, anche se è molto dura e anche questa volta ho perso 5 anni di vita dalla fatica”. Stefano Cecchini si impone con il tempo di 6 ore 31 minuti e 54 secondi, dopo un rush finale con il veneto Enrico Zen.

“Ho perso la granfondo negli ultimi 300mt – ha detto Zen reduce dalla vittoria della Gran Fondo del Giro d’Italia di Cividale – ma Cecchini è stato il più forte, aveva più gamba e non si discute. Devo fare i complimenti agli organizzatori e ha tutti quelli che come noi hanno fatto il percorso lungo perché questa granfondo è molto dura e ti rimane per tutta la vita. Ma l’importante alla fine è sempre divertirsi, anche se non si vince come è successo a me oggi”.

Un trascorso da prof nella Fassa Bortolo, ma Facci oggi si è dovuto accontentare del terzo posto: “Oggi ho trovato ciclisti più forti di me e Cecchini aveva davvero una marcia in più in salita. Io ho fatto tutto quello che potevo, è andata bene lo stesso”.

Tra le donne trionfo per distacco (di 28’) di Simona Parente (Somec-Mg K Vis) che ha vinto in 7h18’22 davanti alla compagna di squadra Odette Bertolin (7h46’) e Maria Cristina Prati (Team del Capitano) in 7h57’28.

 

IL MEDIO FONDO
Nel percorso medio (133km e 3050 mt di dislivello) vittoria (finalmente dopo una serie di edizioni come eterno secondo) per Luigi Salimbeni (Ciclo team San Ginese) che ha chiuso in volata su Fabio Cini (Genetik cycling) in 4h04’59. Terzo ad un battito di ciglia Matteo Cipriani (vincitore dell’edizione 2015) dell’Inifinity Cycling club.
“Questo ultimo strappo prima del traguardo mi da sempre tante emozioni – ha commentato all’arrivo Salimbeni, per la terza volta sul gradino più alto della granfondo di Feltre – la Sportful è la granfondo più importante per me e ci tengo molto. Dedico la vittoria a mia moglie che mi lascia fare lo sport che amo e fa tanti sacrifici con me”.
Prima donna per distacco nel MEDIO, Barbara Lancioni (già vincitrice di tre edizioni della Sportful Dolomiti Race ma percorso lungo) che ha vinto per distacco con 4h28’26” su Astrid Schartmuller (Alpilatte) che ha chiuso dopo 4h35’47 e Marica Tassinari (Passion Faentina) in 4h41’10.

DIAMO ALCUNI NUMERI DELL’EDIZIONE 22
Come da tradizione la maggior parte degli iscritti ha puntato sul percorso Gran Fondo, malgrado l’elevato grado di difficoltà, consapevoli di portare a casa il ricordo di un’impresa. Solo 72 le donne che hanno puntato sul lungo che prevedeva la scalata di Cima Campo, Passo Manghen, Passo Rolle e Passo Croce d’Aune per un totale di quasi 5.000mt di dislivello. 1000 i volontari dislocati lungo i percorsi, per sostenere i 4650 partecipanti, di cui 500 stranieri.

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PASSI CHIUSI: TUTTO FILATO LISCIO

 

Non ha creato intoppi di rilievo il blocco del traffico di 3 ore sul Passo Rolle che ha consentito di far correre in completa sicurezza oltre la metà dei ciclisti che sceglievano di fare il percorso lungo. E questo si è visto anche di riflesso sul numero e la gravità di interventi del servizio sanitario che non è dovuto intervenire che per qualche caduta autonoma di lieve gravità.

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UNA GRAN FONDO ALL’AVANGUARDIA E CHE GUARDA AVANTI
Mentre sono ormai collaudate le chiusure di 2 ore di Passo Manghen, Broccon, Gobbera e di 6 ore  dell’ultima salita a Croce d’Aune.
“Il nostro sogno nel cassetto sarebbe di arrivare alla chiusura totale per  tutta la granfondo per garantire la sicurezza di tutti i 4.650 partecipanti – ha commentato soddisfatto Ivan PIOL, presidente del comitato organizzatore che fa capo al Pedale Feltrino – sappiamo che è un’utopia ma noi ci proveremo lo stesso. Lo sta già facendo la Maratona dles Dolomites, anche noi abbiamo  le Dolomiti e quest’anno è stato fatto un lavoro capillare di informazione anche assieme all’Apt del Primiero e alle forze dell’ordine delle  Valli del Primiero e della zona del Rolle, i frutti si sono visti e ringraziamo tutti, anche la Provincia di Trento per la grande collaborazione. I disagi sono stati limitati. Il nostro obiettivo è diventare l’alternativa alla Maratona dles Dolomiti di Corvara. Le Dolomiti le abbiamo anche noi e il percorso che attraversiamo è assolutamente fantastico come dimostrano i numeri che abbiamo raggiunto.
Quest’anno abbiamo sperimentato anche il sistema di gps di cui abbiamo dotato tutti i 90 mezzi dell’organizzazione creando una centrale al traguardo che coordinava tutte le operazioni di soccorso, assistenza meccanica e sanitaria intervento con precisione e tempismo. Esperimento riuscito e che adotteremo di sicuro d’ora in avanti”.

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UN CENNO ALLA STAFFETTA OLIMPICA

Grande spettacolo sul percorso Lungo grazie agli olimpionici che hanno partecipato alla Staffetta Olimpica, con la nuova formula che coinvolge atleti che hanno vinto ori olimpici in varie discipline nel tracciato più impegnativo della granfondo. Quest’anno erano in otto, divisi in due squadre,  che si sono alternati nelle diverse salite scaland

 

o ognuno un passo. Gabriella Paruzzi e Antonio Rossi su Cima Campo, Christian Zorzi e Pietro Piller Cottrer si sono dati battaglia sul passo Maghen, Rossano Galtarossa e Jury Chechi sul Passo Rolle e la sciabolata finale è toccata a Silvio Fauner che ha dovuto cedere prima nella discesa di Passo Croce d’Aune dove il “grillo” Paolo Bettini ha tirato fuori la sua classe in discesa malgrado la pioggia e poi con un colpo di pedali ha tagliato il traguardo di Piazza Maggiore davanti a Pietro Piller Cottrer compagno di squadra di Fauner.
Hanno vinto i blu, portando a casa il trofeo in cristallo firmato dal maestro trevigiano Marco Varisco.

“Abbiamo preso l’acqua, il freddo, un po’ di sole, ma alla fine ci siamo divertiti molto. Un po’ a salsicce e birra, un po’ a coltelli, ma ci vogliamo bene e questo è il vero spirito olimpico” ha commentato al traguardo Bettini che ha portato al traguardo la squadra BLU formata con lui da Paruzzi, Chechi e Zorzi.
Sul palco scatta la bagarre tra i campioni. “Bettini è rimasto a ruota sfruttando il lavoro della nostra squadra” dice Fauner. Gli fa eco Piller Cottrer: “La sfida l’abbiamo vinta noi perché l’obiettivo era arrivare in quattro e di azzurri ne abbiamo visti solo due”. “E’ una staffetta e i compagni di squadra potevano scortare l’ultimo frazionista se ne avevano voglia” ha risposto Bettini. “La regola della Staffetta è semplice – ha replicato Rossi – vedere Jury bianco di fatica sul Croce d’Aune è stata la mia vera vittoria!”. Entusiasta la new entry del gruppo olimpico, Galtarossa: “Con l’acqua ci so fare e in discesa ho ripreso il puffo (inteso Chechi – ndr)”. Zorzi arriva ultimo al traguardo (dopo aver scalato tre salite su quattro…) e accusa i compagni di “averlo abbandonato come un cane”. Alla fine un brindisi e tra le risate generali la chiusura di Paruzzi: “L’obiettivo ora è rivederci nel 2017 per una nuova Sfida” .

 

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LA SPORTFUL DOLOMITICI RACE E’ COME DIRE: “A FELTRE DA TUTTO IL MONDO”.

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foto di Sara Carena