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4 Maggio e Fase 2 oltre ad alcune precisazioni

di - 27/04/2020

granfondo e granfondisti

4 Maggio, una data che inizia ad avere dei contorni davvero importanti. La ricorderemo per molto, molto tempo, come una sorta di confine, una specie di libera tutti, ma non è proprio così. Riprendendo il DPCM inserito nella Gazzetta Ufficiale e presente anche sul sito della FCI, ci sembrano doverose alcune considerazioni.

Un DPCM che partirà dal 4 Maggio ma con una durata limitata

Non tutti hanno fatto caso che il DPCM che fa discutere ha una durata temporale limitata, ovvero, entrerà in vigore il 4 Maggio e scadrà il 17. Questo probabilmente per rivedere in seguito le normative che si occupano degli sport di gruppo, oltre che valutare lo stato dell’emergenza.

Consentita l’attività sportiva e motoria individuale

Sì alle attività individuali, no agli sport di gruppo. Il DPCM, Art1, punto F inoltre, aggiunge che è necessario il rispetto di alcune norme di distanziamento. Inoltre riprendiamo il link condiviso dalla FCI, che stà ultimando alcune linee guida per fare maggiore chiarezza. Di seguito anche il pdf dalla Gazzetta Ufficiale.

DPCM e allegato del 26 aprile 2020

Professionisti e amatori

Nel DPCM viene citato il CONI di cui fanno parte tutti gli Enti di Promozione Sportiva: FCI, AICS, ASI e CSAIN, ACSI, CSEN e CSI, CUSI, ENDAS e MSP, PGS, UISP e US ACLI, ASC e OPES, oltre che CNS Libertas. Far parte del CONI, significa essere ente di interesse nazionale e dotato di una tessera, una sorta di licenza. Chi è munito di una tessera di affiliazione si può allenare, perché è facilmente tracciabile e identificabile in caso di necessità. Il possesso di una tessera di affiliazione comporta una copertura assicurativa e un certificato di abilitazione alla pratica sportiva. Questo significherebbe delle sensibili limitazioni per chi non ha una tessera.

Permetteteci una considerazione

A prescindere da quello che si potrà e non potrà fare, chi potrà farlo e chi no, usare un pò di buon senso non sarebbe cosa errata, per rispetto verso se stessi in primis, che si riflette verso la collettività in secundis. Non ve ne fotte nulla del prossimo? Bene, ma correre un rischio, anche minimo, in questo momento è una cosa da evitare. In un momento come questo, una banalità e un problema di poco conto, potrebbe diventare un qualcosa di insostenibile, per noi e per i nostri cari. Non pensiamo a come uscire a tutti i costi, ma se è davvero necessario farlo, perché e se ci sono i presupposti giusti per poterlo fare.

Da un ciclista a tutti i ciclisti.

foto di Sara Carena

Non riaprire i negozi di bici, mossa irrazionale per ANCMA

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.