La bicicletta non è solo sport o svago: è lentezza, è benessere, è contatto con il paesaggio. È il modo migliore per assaporare un territorio con tutti i sensi, intrecciando cultura, natura e gastronomia. Non sorprende allora che la Toscana, terra di orizzonti ampi e di strade che sembrano disegnate per il cicloturismo, sia la cornice ideale per una notizia che va oltre l’annuncio ufficiale: tre sue città – Colle Val d’Elsa, Fiesole e Massa – sono candidate a Capitale Italiana della Cultura 2028. Una sfida che le vede rivali sulla carta, ma unite da un invito concreto: scoprirle già oggi in sella a una bicicletta, pedalando dentro i progetti e le identità che hanno dato forma alla candidatura.
Colle Val d’Elsa, città d’acqua e di cristallo



Tra Firenze e Siena, Colle Val d’Elsa custodisce un’anima che vibra di acqua e di ingegno. Qui nacque Arnolfo di Cambio, e qui la tradizione del cristallo ha reso celebre la città nel mondo. La candidatura è un racconto di memoria e innovazione, ma la bicicletta offre un modo unico di attraversarla. Si parte da piazza Arnolfo, cuore del centro, e lungo la Francigena si raggiungono gli sterrati di Vallebuona: tra uliveti e panorami collinari, il percorso conduce fino a San Gimignano, “il paese delle torri”, evitando le vie più trafficate. Tornando a Colle, si pedala tra gore medievali, vecchi mulini e il parco fluviale dell’Elsa, dove le cascate del Diborrato e le risorgive de Le Caldane regalano una natura sorprendente. Qui l’acqua non è solo paesaggio: è memoria viva di lavoro, ingegno e comunità.
Fiesole, la terrazza di Firenze che suona di musica

Se Colle racconta l’acqua, Fiesole parla di musica e memoria. Il suo progetto per il 2028 ruota intorno alla Scuola di Musica e a un grande spettacolo ispirato al “Ninfale fiesolano” di Boccaccio, ma in bicicletta la candidatura si respira pedalando tra colline e boschi che dominano Firenze. Dal convento di Montesenario parte un itinerario di circa dieci chilometri: salite dolci, discese leggere, scorci che lasciano senza fiato. Si costeggia Poggio Pratone, si attraversano castagneti e abetaie, fino a giungere a Villa Demidoff, con il suo parco romantico e la statua dell’Appennino del Giambologna. Fiesole è un balcone sulla città del Rinascimento, ma in bici diventa soprattutto un’esperienza immersiva di silenzi e panorami: un invito a rallentare e a lasciarsi trasportare da quel dialogo costante tra natura e cultura che da secoli la contraddistingue.
Massa, tra mare, monti e Resistenza


Infine Massa, porta della Lunigiana e terra che unisce la forza del mare al respiro delle Apuane. Qui la candidatura mette al centro ambiente, benessere e rigenerazione urbana, raccontando un territorio che ha ospitato Dante, Michelangelo, Thomas Mann e che custodisce le tracce della Resistenza. Pedalare a Massa significa tenere insieme tutte queste storie. Si parte dal litorale di Marina di Massa, si risale lungo viale Roma fino a San Carlo Terme, poi si continua tra paesi collinari come Cerreto e Sant’Eustachio, fino al Castello Aghinolfi, balcone spettacolare affacciato sul Tirreno. La discesa riporta al mare, in un percorso ad anello che condensa mare, collina e storia in poche decine di chilometri. Un itinerario che, pur nella sua compattezza, racchiude l’essenza della Riviera Apuana: natura, memoria e ospitalità.
Una capitale, tre viaggi
Colle Val d’Elsa, Fiesole e Massa sono tre candidate, tre identità diverse e tre progetti culturali che immaginano il futuro. Ma già oggi, per chi sceglie di scoprirle a pedali, rappresentano un viaggio nel presente: tra storia e paesaggio, tra comunità e creatività. Forse, nel 2028, una sola di loro sarà incoronata Capitale italiana della Cultura, ma la verità è che la cultura di tutte si può già vivere – lentamente, intensamente, autenticamente – anche a pedali.
(Fonte: comunicato stampa)




