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Richard Gasperotti: l’impresa epica sul vulcano Pico do Fogo in e-bike

di - 05/12/2025

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Dal cratere del Pico do Fogo alla discesa finale: Richard Gasperotti condivide un’avventura che unisce esplorazione, emozione e innovazione. Una storia che celebra la MTB come esperienza totale.

2.829 metri di vulcano. Capo Verde. Una Crafty.

Quello che Gaspi fa sui vulcani sfiora l’incredibile: salire fino al cratere pedalando o spingendo la bici per poi lanciarsi in una discesa totale, scolpendo linee che nessuno aveva mai immaginato.

Questa è una storia per pionieri. Pionieri della logistica, dell’esplorazione e di tutto ciò che nessuno aveva ancora osato.

È il racconto di come conquistare un vulcano in ebike — e guadagnarsi la discesa della vita come ricompensa.

Grazie, Gaspi, per averci riconnesso con il nostro lato più avventuroso.

Ti presentiamo Pico do Fogo in e-bike

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Non tutto quello che facciamo ha bisogno di una spiegazione

A volte, anche quando ci danno dei matti, facciamo cose sperando che quel momento resti per sempre. Solo il tempo dirà come verrà ricordata l’ascesa di Gaspi al vulcano attivo Pico do Fogo. Una cosa però è già certa: questa avventura ha rischiato di non accadere affatto.

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La salita inizia, l’idea di tornare indietro non è più un’opzione

Respiri profondi come asfalto fuso gli riempiono i polmoni. Il sole equatoriale gli brucia la pelle mentre il vento lo inganna, facendogli credere che faccia meno caldo. Non si accorge che la crema solare è ormai svanita, né delle labbra che si spaccano. Se avesse chiesto ai locali perché si proteggono sotto cappelli a tesa larga, lo avrebbero avvertito… ma ormai è troppo tardi: tutti i suoi sensi sono ancorati alla vetta. Respiro dopo respiro, si avvicina. La cima di Pico do Fogo è lì. Ora non si torna più indietro.

Dopo tutto ciò che è servito solo per portare l’ebike a Capo Verde, rinunciare non era nemmeno contemplato. Nessuna compagnia aerea o traghetto accettava il trasporto della batteria al litio. L’unica possibilità? Trovare un’azienda disposta a rendere possibile l’impossibile, affrontare la burocrazia e spedire bici e batteria fino alle isole.

Ci sono voluti tempo, energie e un investimento non da poco. “Alla fine, Rangel Logistic Solutions ce l’ha fatta, e non finirò mai di ringraziarli” racconta Gaspi. “Quello che hanno affrontato è stato impegnativo quanto salire e scendere il vulcano stesso.” A dare una mano anche Mustafa Kerim Eren, contatto social di Gaspi. “Credo che in ogni parte del mondo ci siano persone buone. Devi solo saperle riconoscere” aggiunge.

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Mustafa: dal Karakoram all’Atlantico

Alpinista professionista, abituato a salire con leggende come Adam Ondra. Diciotto anni fa ha conosciuto sua moglie Marisa e si è trasferito a Fogo. Oggi gestisce la guesthouse Casa Marisa e ogni giorno apre nuove vie di arrampicata sulla parete dietro casa sua: una muraglia talmente impegnativa da rivaleggiare con El Capitan.

”Musti è stato così gentile da ritirare la bici all’aeroporto” ricorda Gaspi. Ne è uscita un’odissea in quattro atti, culminata con le autorità doganali che hanno imposto un assurdo dazio dell’85%, nonostante auto e moto elettriche siano esenti per ragioni ambientali.

“La nostra pionieristica importazione di un’ebike — forse la prima nella storia dell’arcipelago — potrebbe perfino spingere a un cambio della legge. Se questa avventura servirà a ridurre le tasse per tutti, sarà un risultato incredibile.”

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Superati i muri della burocrazia, inizia quello vero: il vulcano

Finalmente con i piedi nella sabbia, davanti a lui ci sono quasi 3.000 metri di dislivello: dal mare al punto più alto dell’isola.

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“Salire dal livello del mare è brutale”

La mattina fa freddo e tira vento. L’Atlantico è gelido. Poi sorge il sole: per pochi minuti è piacevole, poi comincia a bruciare come fuoco. E c’è una domanda che continua a ronzarmi in testa: avrò abbastanza batteria per arrivare in cima? Nessuno lo sa. Nessuno l’ha mai fatto.”

La traccia serpeggia tra colline rocciose e distese d’erba secca, con spigoli di lava che emergono come denti rotti. I curiosi si fermano incantati. I bambini gli corrono dietro, attratti dall’idea di un’ebike diretta verso una montagna che loro rispettano… e temono.

I primi 1.000 metri di salita possono richiedere da 90 minuti a 4 ore. Dipende dalla forza. E dalla testa.
«All’inizio pedali tra i cespugli, poi è solo lava. La senti che frantuma sotto le ruote; a volte la posteriore sprofonda. Poi rimangono solo ghiaia e cenere» spiega Gaspi.

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Fino a quota 2.100 metri si riesce ancora a pedalare a tratti

Poi si spinge. Walk-assist attivato. E oltre un certo punto, non resta che sollevare la bici sulle spalle e arrampicare.
Cammina su un terreno colorato di rosso e giallo dagli ossidi di ferro: sembra un astronauta che mette piede su un pianeta alieno. L’unica cosa che lo tiene in moto è l’acqua nella sacca idrica: ogni sorso, una piccola ancora di salvezza.

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In cima cede alla tentazione: entra nel cratere

“Chi riuscirebbe a resistere?” sorride. Dopo una breve pausa, risale il bordo esterno. È il momento della discesa finale.

Dalla roccia alla polvere: un’onda di cenere a 80 km/h. Quelli che erano massi diventano polvere, poi sabbia vulcanica. E all’improvviso surf: curve, linee, velocità. Volare dentro un buco nero di cenere, con il vulcano che vibra sotto le ruote. “La discesa più bella della mia vita!” esclama Gaspi.

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La Crafty XR, però, segna il conto

I dischi dei freni? Cotti. “Davanti e dietro, completamente bruciati.”

“Tutti pensavano fossi pazzo. Ma dopo aver superato la logistica, e ora vedendo come questo viaggio sta influenzando la legislazione locale — equiparando le e-bike a EV, scooter elettrici, pannelli solari e batterie, tutti esenti da tasse — forse un senso ce l’ha davvero. Forse non era solo una follia!” sorride Gaspi. Un grazie enorme ai partner che hanno reso possibile questa avventura. Anzi: “Un grazie enorme, davvero!”

– Leggi anche: Mondraker Crafty RR in test

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Team Pico do Fogo:

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