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Abus AirBreaker, il casco con l’iride indosso

di - 23/01/2019

Ogni volta che Abus propone qualcosa di nuovo ci ha abituato a prodotti dalla qualità elevata con un design che si differenzia dagli standard del mercato in questa categoria. In primo piano c’é sempre la sicurezza, con l’obiettivo di far collimare le forme più moderno alla sicurezza per l’appunto, il comfort, senza dimenticare le esigenze dell’ultilizzatore finale.

Abus AirBraker

Abus AirBreaker fa parte di un segmento race, un casco sviluppato con la collaborazione di un Team World Tour del calibro del Movistar Team. Questo casco è costruito con la tecnologia In-Mold, abbinando una calotta esterna al materiale EPS, ulteriormente rinforzato grazie ad una sorta di scheletro al suo interno. Potremmo definire la forma di AirBreaker, come una sorta di multiposizione, che permette di avere una penetrazione ottimale dello spazio a prescindere dalla posizione della testa, durante la pedalata, oltre a garantire una ventilazione costante.

Abus AirBreaker

Il sistema di ritenzione è affidato alle fibbie piatte e anti sfarfallamento e da un rotore posteriore (Zoom Ace) che agisce in direzione verticale. Il retro del casco è quasi piatto con la presenza di fori che hanno il compito di far uscire l’aria calda e il vapore.

Quello centrale, più ampio, può essere utilizzato per il passaggio dei capelli raccolti. Abus AirBreaker è disponibile in tre misure, S, M e L al prezzo di listino di 249,95 euro.

abus.com

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Un casco che fa un ulteriore step in avanti in merito a design ma soprattutto per quanto concerne il fitting. Una volta indossato AirBreaker azzera totalmente i punti di pressione sulla testa e ai lati, dettagli che avevamo già messo in evidenza con il modello GameChanger. Nel caso di AirBreaker la calzata è stata ulteriormente migliorata per merito di ventilazione maggiore. AirBreaker è un casco con una forma interna profonda, che tende ad avvolgere completamente la testa ma al tempo stesso non scende al di sotto della linea ideale della vista, dettaglio quest’ultimo che permette una panoramica costante quando si è in movimento, oltre ad indossare gli occhiali senza fastidi. Quando lo si ha tra le mani trasmette una sensazione di robustezza ma è anche leggero, valore confermato dalla bilancia.

La parte centrale sfiora le orecchie per poi scendere ma senza creare ostruzione alla zona occipitale e parietale inferiore: questo permette di avere una buona ventilazione posteriore anche quando la velocità è bassa, per esempio in salita, azzerando eventuali pressioni sulla parte cervicale. Secondo noi AirBreaker è un casco tradizionale e aerodinamico al tempo stesso, dedicato ad un’utenza con ambizioni racing.

a cura della redazione tecnica, foto della redazione tecnica e Matteo Malaspina

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.