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Abus StormChaser il casco pronto a tutto

di - 24/06/2020

abus stormchaser

Abus lancia ufficialmente il modello StormChaser, un casco che è una sorta di terzo elemento, completamente Made in Italy e ricco di dettagli.

abus stormchaser

Fascia media ma solo nel prezzo

Lo avevamo visto in anteprima alla fiera di Eurobike 2019, poi l’emergenza Covid-19 passata in primavera ha obbligato Abus a ritardare il suo lancio ufficiale sul mercato. StormChaser è il terzo casco di una piattaforma di successo e arriva dopo GameChanger e AirBraker, entrambi utilizzati dal Team Movistar.

Le caratteristiche tecniche ci dicono di un casco con struttura In-Mold, un design con profilo ribassato e un sistema di regolazione mutuato dai due caschi più in alto nella gamma. Proprio la regolazione avviene tramite una sorta di semi-anello che permette di distribuire le pressioni in fase di chiusura. Oltre alle fibbie piatta (ereditate dal modello AirBreaker e che evitano lo sfarfallamento) con buckcle, il rotore Zoom Ace Urban permette una regolazione micormetrica. StormChaser è un casco molto ventilato, grazie alle sette asole convogliatrici e 16 fori di estrazione.

Ventilazione ottimale

I sette punti d’ingresso dell’aria collimano con dei canali interni per la distribuzione ottimale dei flussi d’aria. Il concetto Air-Port permette di inserire le aste degli occhiali, tramite due fori appositamente studiati. Un altro aspetto da non sottovalutare è la compatibilità con la coda di cavallo, in ottica femminile e per chi ha i capelli raccolti. Tre le taglie disponibili: S, M, L, per otto combinazioni cromatiche. Davvero eccellente il rapporto tra la qualità e il prezzo, di listino al pubblico di 129,95 euro.

a cura della redazione tecnica, foto Abus

abus.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.