Tutti speravamo in una primavera 2021 più tranquilla e libera. Una delle massime aspirazioni era quella di riprendere le normali attività e tra queste c’é anche l’agonismo. Invece, ci confrontiamo prima di tutto con l’emergenza sanitaria ancora in corso e poi con una serie di problematiche legate alle date degli eventi. Spostamenti di data, slittamenti da definirsi e defezioni, tutti fattori che ci obbligano a riprogrammare il nostro calendario agonistico. In casi come questo è fondamentale la corretta periodizzazione del training e la capacità di non perdere di vista l’obiettivo. Approfondiamo l’argomento con Massimiliano Sellini.
Agonismo, ciclismo e resilienza
Resilienza è un aggettivo molto utilizzato in quest’ultimo periodo. Lo è perché il momento storico ci ha messo di fronte a numerose problematiche che ci hanno condizionato (e ci condizionano) la vita e il futuro. In realtà, se ci pensate bene, lo sportivo agonista e chi fa agonismo ad alto livello (non necessariamente un professionista, ma anche un amatore), vive da sempre la resilienza come un aspetto integrante della propria evoluzione.
La capacità di adattarsi, di cambiare e di confrontarsi con una serie di problemi, talvolta difficilmente preventivabili. Le variabili con le quali si confronta, in gara e in allenamento, così come nella quotidianità. Ecco che la parola d’ordine è resilienza. E’ necessario adattarsi, adeguarsi e in un certo senso plasmarsi, ma comunque restare sul blocco di partenza per farsi trovare pronti.
Alla base di tutto c’é la pianificazione
Le skills che seguono, benché si rivolgono ad una ricerca di un training specifico, possono essere una guida anche per chi vive la bicicletta distaccandosi dall’agonismo esasperato. “Spero di aver l’opportunità, voglio fare una vacanza estiva in bicicletta. Ho il desiderio di scalare una salita mitica”. E’ necessario non improvvisare e prepararsi per tempo e proprio questo può essere il momento opportuno.
Per programmare dei cicli d’allenamento bisogna partire dal calendario delle gare. Questo è un passaggio fondamentale che ci permette di arrivare pronti fisicamente e mentalmente agli appuntamenti che riteniamo degli obiettivi. La pianificazione, anche a livello amatoriale, è quindi una fase delicata. I carichi allenanti e la loro distribuzione nei microcicli e mesocicli viene infatti determinata in funzione del periodo in cui l’atleta dovrà arrivare a un livello di performance ideale.
Cosa accade nel momento in cui le gare obiettivo vengono posticipate o nella peggiore delle ipotesi annullate?
L’atleta in questi casi dovrà considerare alcuni dati importanti:
- Nuova data della gara, obiettivo.
- Distanza dalla data precedente.
- Vicinanza con altre gare, obiettivo.
- Confrontarsi con il preparatore, allenatore e persona di fiducia che ci aiuta nello sviluppo della nostra condizione atletica (e mentale).
Ma quindi, per chi pratica agonismo, è il momento di riposare?
No, o non necessariamente. I primi tre punti, quelli sottolineati in grassetto, devono essere il fondamento per una corretta riprogrammazione e nuova impostazione della stagione agonistica. Dovremo scegliere se mantenere lo stato di forma raggiunto (1). Nel caso in cui la posticipazione è prevista in tempi vicini (2), oppure se ricostruire una parte dell’allenamento nel caso in cui la nuova data è molto distante, rispetto alla precedente (3).
- Nel primo caso bisognerà tenere alto il livello con simulazione del ritmo gara o parte di esso, magari nell’uscita del fine settimana. Se non ci sono gare minori alle quali prendere parte e continuare con specifici allenamenti metabolici ad alta intensità come il lavoro intermittente almeno una volta a settimana oltre alla simulazione gara.
- Nel secondo caso prevedere la ricostruzione almeno di una parte del periodo pre agonistico, dove magari sappiamo di essere deficitari (ad esempio tipologie di livelli di Forza in funzione del modello di prestazione).
- Ricordiamoci sempre l’importanza dei tempi di recupero che devono essere parte integrante del processo d’allenamento in perfetto equilibrio con lo stress indotto dal carico allenante.
In conclusione
Rispetto ad un anno fà, non siamo completamente costretti tra le mura di casa e questo è un lato positivo anche in funzione delle giornate che iniziano ad essere più lunghe e luminose. Anche questo fattore deve spronarci a non perdere di vista gli obiettivi che ci siamo posti e che talvolta non sono una vittoria a tutti i costi, ma la possibilità di quantificare un miglioramento personale. In ogni caso la leva motivazionale dovrà essere alta per far fronte a qualsiasi evenienza. Siamo Ciclisti e sappiamo farlo!!!
Testa bassa e pedalare.
a cura di Massimiliano Sellini (grazie), della redazione tecnica, immagini archivio e Sara Carena.