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Air Pro, ecco il test del nuovo casco Limar

di - 04/09/2018

Limar Air Pro ha debuttato al Giro d’Italia grazie ai corridori del Team Astana, un casco sviluppano con i pro per essere leggerissimo, protettivo, ventilato e limitare i fastidi che si possono verificare nelle giornate particolarmente calde. Una delle caratteristiche di Air Pro è l’anima in carbonio 3K che prende il nome di CarbonCoretech, una sorta di struttura, di gabbia in composito che ha l’obiettivo di compattare e irrobustire il materiale EPS, senza gravare sul peso totale e sugli spessori.

La fibra di carbonio di CarbonCoretech emerge ed è ben visibile anche dall’esterno, influenzando in modo positivo anche la penetrazione dello spazio. Il carbonio, come scritto in precedenza prende la forma di due ponti, uno più frontale, il secondo posizionato nella porzione mediana/posteriore. L’ampia feritoia centrale posta dietro al casco ha dei contorni rifrangenti, ben visibili anche con scarsa luce. Limar Air Pro è disponibile in due taglie, M e L e in 9 abbinamenti grafici, di cui tre team replica (Astana, Direct Energie e Team Canyon).

Le nostre impressioni

Dal punto di vista del design è facilmente accostabile al più vecchio Ultralight, una volta indossato invece, Air Pro è completamente differente, per via delle sue forme, maggiormente calzante e al tempo stesso impercettibile, anche nelle giornate più calde e durante le salite più lunghe. Air Pro è particolare, non è un casco profondo che ingloba la testa, da l’impressione di appoggiare sulla parte superiore del cranio, toccando l’osso parietale, la prima parte dell’osso frontale, al di sopra della zona sfenoide e sfiorando la zona occipitale: nessun fastidio, nessuna compressione, tanta leggerezza e aerazione, ampia libertà sopra l’orecchio per indossare qualsiasi tipo di occhiale.

La porzione superiore del casco è una sorta di ampio canale, completamente aperto, senza barriere e ostruzioni, il tutto a vantaggio di un flusso costante dell’aria. In questa zona Limar Air Pro è staccato della testa e dai capelli, aspetto che permette di assecondare un’eccessiva sudorazione. Le fibbie sono regolabili, gli anelli di snodo (quelli che sono al di sotto dell’orecchio) non danno fastidio. Ci piace molto tutto il sistema di ritenzione e regolazione del retro del casco: qui non si sono imbottiture che potrebbero trattenere del sudore.

Il rotore micrometrico non stringe mai oltre modo ed è facilmente azionabile anche quando si è in movimento. Tutto il sistema è regolabile in altezza, facile da configurare per differenti forme di testa. Le imbottiture interne sono sottili, non trattengono sudore e calore.

limar.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.