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Alice Betto, una breve intervista post Olimpiadi

di - 17/09/2021

Alice Betto, una breve intervista post Olimpiadi

Un’atleta fortissima e come si dice, “bella e brava”. Alice Betto è classe 1987 ed ha fatto segnare il settimo tempo alle recenti olimpiadi di Tokyo. Ad Alice abbiamo rubato qualche minuto per una breve intervista, durante l’Italian Bike Festival di Rimini. Tra le aziende che la supportano ci sono rh+ e Look Cycle.

Alice Betto, una breve intervista post Olimpiadi
Alice Betto, tra gli altri, utilizza casco e occhiali rh+ e la bici Look Blade 795 RS Disc.

Quante ore a settimana si allena Alice Betto?

  • Non è mai semplice quantificare con una risposta secca, perché dipende dagli obiettivi e di conseguenza dai “momenti di carico e scarico”. Diciamo che di solito la stagione invernale è un periodo di carico, dove si ceca di costruire una base solida e di migliorare alcuni aspetti delle tre discipline. Potrei dirti che mi alleno un minimo di 15 ore a settimana, fino ad arrivare a 25. Questi numeri sono in linea di massima più che attendibili.

I tuoi training prevedono l’abbinamento di nuoto, bici e corsa, oppure tendi a separare le attività?

  • Anche in questo caso dipende dai momenti di carico e gli obiettivi da conseguire. Comunque si, ci sono alcune giornate della settimana dove si fa il combinato, a volte con due discipline, a volte sommando nuoto, bici e corsa. Talvolta ci sono anche gli allenamenti a secco, in palestra, che integrano una delle tre attività in un secondo momento. Un altro esempio è il combinato nuoto/ciclismo. Consiste nel fare degli esercizi in vasca, combinando alcuni fasi con i rulli.

Alice Betto, una breve intervista post Olimpiadi

Come gestisci l’integrazione e l’alimentazione?

  • Tengo fede ai tre pasti principali, quelli canonici, colazione, pranzo e cena, ai quali abbino i due spunti a metà mattina e pomeriggio. Poi ci sono le fasi di recupero e alimentazione post workout. Per me è fondamentale essere il più equilibrata possibile e mangiare in modo adeguato, per non rimanere a secco di energie, inoltre faccio particolare attenzione alle varia fasi della re-integrazione.
Quanto è importante l’equipaggiamento nel triathlon?
  • E’ fondamentale, prima di tutto perché è necessario trovarsi bene con i materiali, anche in termini di comfort, secondo perché si va sempre più forte. Ad esempio in bici, le velocità medie sono aumentate ed è necessario curare i dettagli in modo da guadagnare quei pochi secondi che possono essere d’aiuto. Inoltre è fondamentale stare bene in sella perché si risparmiano energie anche in vista della corsa a piedi.

Alice Betto, una breve intervista post Olimpiadi

Un’ultima curiosità: se Aice Betto fosse costretta a scegliere una delle tre discipline, quale sceglierebbe?
  • La bicicletta. Ti dico la bici perché è molto stimolante, perché la bici dà un grande senso di libertà e mi piace molto il mezzo meccanico, la sua tecnologia e quello che esprime.

A cura della redazione tecnica, grazie ad Alice Betto per il tempo che ci ha dedicato. Immagini di Sara Carena

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.